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notizia del 26/11/2006 messa in rete alle 15:32:58
L’individualismo che frega i gelesi
Ragusa batte Gela, due a zero. Non mi riferisco ad un incontro di calcio, ma purtroppo ai risultati che i nostri vicini riescono a mettere a segno grazie alla loro operosità e, probabilmente, ad una classe politica che, rispetto alla nostra, ha qualche marcia in più.
Il vizio dei gelesi, l’ho già detto in passato, è l’invidia, unita alla innata capacità di denigrare ogni iniziativa su cui altri si spendono e alla presunzione di potere fare di meglio. Tutto ciò si lega ad un forte individualismo, che impedisce alla comunità di progredire, mentre altre comunità, nelle quali prevale il senso dell’aggregazione, uniscono le forze e realizzano progetti che per noi rimangono scritti solo nel libro dei sogni.
Veniamo ora ai cugini ragusani. A Marina di Ragusa è in fase di realizzazione un grande porto turistico che, nelle intenzioni, dovrà “captare” buona parte della nautica da diporto in transito nel Canale di Sicilia, offrendo alle imbarcazioni e agli equipaggi servizi di alto livello ed entrando in diretta competizione con i dirimpettai maltesi, che finora hanno fatto la parte del leone nel settore.
A Gela, invece, continuiamo a perdere tempo parlando, fin dal 1990, del progetto di rifacimento del Porto Rifugio, con i trenta miliardi di lire promessi dall’Eni, la differenza a carico della Regione, i ritardi del Genio Civile Opere Marittime e della stessa Regione, gli appelli a fare presto perché c’è il rischio di perdere i finanziamenti, le conferenze di servizio inutili e alienanti, e via dicendo. E mentre noi perdiamo tempo, a Ragusa realizzano.
Il due a zero ci viene inflitto con l’aeroporto di Comiso, che entrerà in funzione il prossimo anno. I fondi pubblici sono stati reperiti con grande velocità, i lavori hanno avuto inizio con altrettanta velocità, sono stati presi accordi con l’aeroporto di Catania per le opportune sinergie.
Il progetto dell’Aeroporto del Golfo, presentato qualche anno prima di quello di Comiso, invece è ancora al palo, prima bloccato per tre anni dall’Amministrazione comunale ed ora riesumato timidamente senza che venga spiegato chiaramente alla città e all’opinione pubblica cosa manca, quali autorizzazioni servono, se veramente esiste la possibilità di realizzare l’opera.
Stiamo dormendo. L’intera nostra classe politica sta dormendo, impegnata nelle quotidiane battaglie per qualche piccola fetta di potere personale, mentre le iniziative che possono dare respiro all’economia vengono realizzate a cinquanta chilometri di distanza.
L’economia gelese è giornalmente mortificata. E’ sintomatico il recente rinnovo del consiglio della Camera di Commercio, nel quale sono presenti tutte le categorie economiche della provincia. Ebbene, mentre nel vecchio consiglio erano presenti cinque gelesi su 24, nel nuovo consiglio i gelesi saranno solamente tre. Ciò significa che l’economia gelese, rappresenta poco più del dieci per cento dell’intera economia provinciale? No di certo, ma significa che l’economia della provincia è saldamente in mano a nisseni e sancataldesi, che fanno ciò che vogliono e determinano le scelte, spesso con la complicità di qualche portaborse di casa nostra.
Dunque gli altri comandano e ci comandano, realizzano mentre noi ci divertiamo a gingillarci con polemiche di ogni tipo, hanno uomini politici che, se non altro, un po’ di impegno ce lo mettono, mentre la nostra classe politica preferisce pavoneggiarsi con titoli ed incarichi che poco portano al territorio.
In certi casi (ma quando mi riferisco alla classe politica non escludo alcuno) il pavoneggiamento assume i contorni, anche un po’ ridicoli, del culto della personalità, quello che si usava nell’Unione Sovietica o nella Cina di Mao. E penso agli “stati generali contro le mafie” organizzati a Roma dall’associazione “Libera” di don Ciotti in pompa magna, con coreografie che hanno fatto impallidire persino le imponenti coreografie del Partito Socialista ai tempi di Craxi (a proposito, chissà chi ha pagato tanto spreco?). I quotidiani nazionali hanno seguito la manifestazione con alcuni articoli non troppo lunghi nelle pagine interne, articoli nei quali è “sfuggita” la presenza del Sindaco di Gela.
Poco male: Rosario “Mao” Crocetta ha fatto seguire i tre giorni di dibattito dalla sua troupe personale, inviata al suo seguito da Gela per potere riprendere e registrare a futura memoria l’intervento del nostro Sindaco, a dimostrazione che, fuori dalla nostra città (dove non lo conoscono) Crocetta riesce a farsi credere.
Attendiamo ora l’imminente istituzione, al Comune di Gela, delle Guardie Rosse: si utilizzeranno gli Rmi o gli ausiliari del traffico?
Autore : Giulio Cordaro
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