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notizia del 10/11/2013 messa in rete alle 15:07:46
Don Bosco, Rosy Bindi Malafarina e Crocetta misteri di ieri e di oggi
E’ giunta a Gela, dopo un lungo peregrinare in lungo e in largo per l’Italia, l’urna con le reliquie di don Giovanni Bosco, che è stato un grande santo e i cui insegnamenti sono alla base della missione dei Salesiani.
In verità, l’urna trasparente contiene una statua di San Giovanni Bosco, con un calco del volto, e l’unica reliquia presente, ci dicono le cronache, sarebbe il braccio destro e la mano destra, con cui benediceva i giovani. Ora, sappiamo che nel Medioevo si usava smembrare i corpi dei santi per ricavarne numerose reliquie che poi venivano affidate a varie chiese e monasteri. Ma San Giovanni Bosco è deceduto nel 1888: chi si è preso la briga, nel diciannovesimo secolo, di tagliargli un braccio e costruirgli attorno una statua da esibire? Misteri ai quali non ho trovato risposta.
Un altro mistero che mella mia mente non trova risposta riguarda Rosy Bindi, l’ex democristiana del Partito Democratico “più bella che intelligente” che è diventata presidente della Commissione parlamentare antimafia. Ritengo che Rosy Bindi capisca di antimafia nella stessa misura in cui io sono specializzato in fisica nucleare, ossia meno di niente, eppure è lì, a svolgere un compito importante in una materia che per lei è certamente molto ostica e difficile. Mistero della politica italiana.
Ma il mio cuore si apre alla speranza quando trovo notizie come questa. Chi non ricorda Antonio Malafarina, il bravo commissario che prestava servizio a Gela alcuni anni fa? L’anno scorso il governatore siciliano Crocetta lo ha caricato nella lista del Megafono e se l’è portato all’Assemblea regionale a fare il deputato. Malafarina , nel febbraio scorso, ha presentato un disegno di legge, che dopo un lungo iter è ancora fermo in Commissione, che mira, attraverso il successivo voto del Parlamento nazionale, a modificare l’art. 1 dello Statuto siciliano, aggiungendo (per farla breve) che “la Sicilia ripudia la mafia e tutte le altre organizzazioni criminali”. Che bello, la Sicilia (se tutto va bene) sarà la prima regione italiana a ripudiare la mafia per Statuto. Perché evidentemente era opportuno puntualizzarlo, altrimenti qualcuno potrebbe pensare che con la mafia noi siciliani andiamo a braccetto.
Sì sì, proprio una bella pensata! La Sicilia è al collasso economico, c’è il pericolo di migliaia di precari senza più lavoro, i cassonetti sono i nuovi supermercati per migliaia di cittadini, ma i nostri deputati regionali mettono i puntini sulle “i” per puntualizzare che la Sicilia ripudia la mafia. E li paghiamo pure!
E ancora a proposito di mafia, il nostro inarrivabile governatore ha dichiarato al Sunday Times, quotidiano inglese, che no, non ha prove, ma qualche dubbio sull’incidente alla vettura di scorta avvenuto un paio di mesi fa al casello di Cassibile: può darsi che sia opera della mafia, ha detto agli inglesi. Dopo quell’incidente ne sono avvenuti altri due identici, e uno di questi ha riguardato un autobus di linea: magari la mafia ha ora preso di mira i pendolari. No, nessuna paura, quelle del governatore sono solo parole in libertà, alle quali siamo ormai abituati da tempo. Solo gli inglesi ormai ci possono cadere…
Autore : Giulio Cordaro
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