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notizia del 22/10/2006 messa in rete alle 15:02:41
Un piano per rilanciare l’economia
Un piano strategico per Gela non solo è un’esigenza per programmare uno sviluppo economico armonico del territorio evitando storture come conseguenza di scelte sbagliate. Se agli inizi degli anni cinquanta si fosse pensato a programmare il tipo di sviluppo da assegnare alla nostra città con l’avvento del petrolchimico, non si sarebbero create cattedrali nel deserto, né si sarebbe registrata una industrializzazione senza sviluppo. Risulta anche chiaro che la fabbrica, ove si avesse avuto un po’ di buon senso, non la si sarebbe creata ad un tiro di schioppo dalla città con tutte le conseguenze che ne sarebbero derivate in termini di sicurezza, di inquinamento e di impatto ambientale. E’ risaputo dei danni che ha subito la nostra città con minimi ritorni economici, e sono davanti agli occhi di tutti i guasti perpetrati all’ambiente. Raccogliamo adesso i cocci di una città cresciuta in forma distorta con una politica poco lungimirante, protesa a salvaguardare il proprio orticello. Siamo e continuiamo a vivere con un economia a compartimenti stagno, scoordinata e priva di una guida che la sappia indirizzare verso obiettivi compatibili e sostenibili.
L’amministrazione Crocetta si è chiesta se si debba ancora continuare in questo modo e non invece pensare ad un piano strategico per pianificare il territorio avendo come punto di arrivo il 2020. Sono queste considerazioni che spingono Crocetta a premere l’acceleratore per giungere alla costruzione di questo strumento econometrico pensando di avvalersi della consulenza di esperti universitari e di società che operano a favore delle politiche di sviluppo. E’ stata quindi indetta una gara che è stata vinta dalla “Nomisma Golder Associated” e l’Università Bocconi di Milano.
“La nostra – ha detto il primo cittadino rispondendo alle domande dei giornalisti - è una iniziativa importantissima in quanto ci colloca all’avanguardia tra le città siciliane. Noi ci interroghiamo sul tipo di sviluppo che c’è stato fino ad oggi, ma insieme allo sviluppo che abbiamo avuto, vengano fissati ipotesi e strategie per un nuovo modello di sviluppo. Voglio riferirmi al nuovo piano strategico della città che deve essere uno strumento di democrazia economica. Con ciò voglio dire ad esempio che, se definiamo gli assetti del commercio, dobbiamo sapere che fare o non fare un ipermercato ha delle conseguenze non indifferenti. Farlo in una zona anziché in un’altra ha conseguenze di altro tipo. Fatte queste scelte dobbiamo chiederci quanta occupazione produce e quanta ne cancella, quali risorse vengono date al territorio e quali vengono sottratte. Su questo costruiamo una nuova logica, nuovi piani commerciali ed una riqualificazione del territorio. Quando parlo di riqualificazione, metto al centro la battaglia per lo sviluppo la questione dell’ambiente come risorsa fondamentale della città. Noi vogliamo un petrolchimico che investa sempre di più nell’ambito delle risorse ambientali e quindi renda compatibile la sua presenza industriale con l’esigenza di fare sviluppare agricoltura, turismo ed aumentare il livello di vita della gente. Vogliamo che si investa sempre più sul gas e quindi sulla necessità di lavorare meno sul carbone. Oggi si parla molto di gassificatori però in ambienti Eni sono pochi quelli che lo vorrebbero portare a Ravenna laddove costerebbe il doppio. Noi invece lo vogliamo a Gela. Dobbiamo quindi insistere sulla riqualificazione urbana, ma anche su uno sviluppo etico. Noi vorremmo che il corpo della città venisse rispettato ma anche l’anima. Non si tratta di volere qualsiasi tipo di sviluppo. Due sono le cose da salvaguardare: l’ambiente e la questione morale”.
Mercoledì scorso, presso l’aula magna del Comune alla presenza di funzionari, capi settore, dirigenti comunali, l’assessore allo sviluppo economico Guido Cirignotta e l’assessore alla vivibilità urbana Ugo Granvillano, il sindaco Crocetta assieme al direttore generale dottoressa Liotta hanno presentato alla città l’iniziativa a sfondo socio economico. Ad occuparsi di questo studio sarà la società Nomisma, la Golder Associated e alcuni docenti esperti dell’Università Bocconi di Milano.
Nomisma è una società di studi e consulenze che opera da oltre venti anni a favore delle politiche di sviluppo per i sistemi economico-sociali sia a livello nazionale che internazionale. Inoltre offre un'articolata gamma di prodotti e servizi che si riferiscono a ricerche e studi, policy advice, assistenza tecnica e consulenza, grazie alla sua presenza in svariati ambiti dell'economia applicata.
La Golder Associates è un gruppo internazionale di società di ingegneria che dal 1960 fornisce assistenza e consulenza tecnica nel campo delle scienze ambientali e dell'ingegneria geotecnica. Distribuito su scala mondiale, il gruppo opera nei 5 continenti attraverso circa 100 sedi, con un organico di oltre 4.000 professionisti delle varie discipline: ingegneri, geologi, biologi, chimici. Ma si diceva che in questo piano strategico interviene anche l'Università Luigi Bocconi, attraverso la Scuola di Direzione Aziendale (Sda), istituzione leader in Europa per le attività di formazione manageriale, assistenza e gestione delle strategie di sviluppo locale e la formazione continua per quadri e dirigenti di imprese, pubbliche amministrazioni e organizzazioni non profit. Fondata nel 1971, la SDA è annoverata tra le prime 10 school of management d'Europa dal Financial Time nel ranking del 2004. Oltre alla dottoressa Lotta anche il sindaco Crocetta ha spiegato cosa è il piano strategico del Comune di Gela. E’ uno strumento volontario di pianificazione territoriale che definisce il disegno politico dello sviluppo sostenibile in una prospettiva di medio-lungo periodo (almeno decennale) e orienta, nel vincolante rispetto del capitale sociale e ambientale, la ricerca di condizioni di coesistenza con i piani urbanistici comunali, i piani provinciali di coordinamento e gli strumenti di programmazione degli investimenti pubblici.
Il processo di pianificazione strategica delle città può essere visto come una forma di "costruzione" di un sistema di governance, cioè di una relazione tra attori pubblici e privati finalizzata a processi di governo condivisi. Il piano strategico, quindi, è sia una funzione, che un elaborato. La Pubblica amministrazione svolge una prima azione d'innesco, tesa a promuovere la condivisione degli obiettivi e, prima ancora, la formazione di un'idea di città. L'idea di città è importante per ridefinire l'ordine di priorità delle scelte strategiche, sulla base della disponibilità di tutti i soggetti locali a cooperare attivamente alla loro realizzazione.
Al professor Cotta della Bocconi di Milano abbiamo chiesto a quali problemi la pianificazione strategica può dare risposta.
“Rispondere a una crisi – ci ha dichiarato – o a cambiamenti significativi del territorio. Un processo di pianificazione strategica può essere avviato da una situazione socioeconomica negativa nei confronti della quale un soggetto istituzionale decide di agire per mitigarne gli effetti, coinvolgendo i principali soggetti pubblici e privati dell'area. Altre ragioni possono essere: la necessità di preparare una città ad affrontare un grande evento che porterà trasformazioni del territorio tali da comportare una grande opportunità di crescita, oppure la necessità di coordinare l'azione tra i vari enti pubblici e i principali soggetti privati del luogo al fine di attivare politiche di marketing territoriale e di attrarre investimenti esterni di origine privata o pubblica (regionale, nazionale e dell'Unione Europea). Faremo una campagna di comunicazione e di sensibilizzazione rivolte verso la comunità locale. Il percorso è complesso, ma per favore non pensate che altri possano risolvere il problema di Gela. I problemi di Gela li risolvono solo i cittadini se decidono di risolverli”.
Attraverso il piano strategico, ha ancora spiegato il prof. Cotta, si potrà rafforzare identità, qualità e competitivita locale. È ampiamente sentita e condivisa la sensazione che le trasformazioni economiche, indotte dai processi di integrazione a carattere globale, stiano accelerando con il rischio di penalizzare fortemente le città e i territori. Il senso di precarietà che discende da questa condizione ha generato la necessità, per queste comunità, di ritrovare un ruolo attivo e quindi di reagire in senso volontaristico alle trasformazioni del contesto esterno, in particolare cercando: di costruire nuove identità quando quelle tradizionali tendono a indebolirsi, di aumentare la competitivita delle attività locali, di identificare nuovi obiettivi e nuovi standard di qualità urbana.
La pianificazione strategica è un metodo nuovo, una nuova forma di governance urbana all'interno della quale possono essere collocati i contenuti e gli obiettivi più vari, risultato di un'interazione e una riflessione collettiva.
“Il piano strategico si articolerà – ha detto Crocetta – attraverso un piano di interviste agli amministratori, dirigenti comunali, ai consiglieri, ai commercianti, ai cittadini, agli imprenditori. Noi vogliamo che i cittadini diventino il sale di questo sviluppo. La città comincerà a pensare ed a proporre delle scelte”.
Autore : Nello Lombardo
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