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notizia del 01/07/2012 messa in rete alle 14:56:24
L’Opinione/ La sfida di Crocetta
La settimana scorsa questo giornale ha dato, giustamente, ampio risalto alla notizia della candidatura di Rosario Crocetta alla presidenza della regione siciliana.
L’argomento è stato trattato con attenzione e approfondita analisi da tre validissimi collaboratori del giornale: Elio Cultraro che nel suo editoriale ha parlato della candidatura di Crocetta come di “un’opportunità che la storia assegna alla nostra comunità” (gelese); Filippo Guzzardi con un’interessante e puntuale intervista all’ex sindaco di Gela; Sebastiano Abbenante che nel suo commento ha posto delle questioni politico-governative, mai risolte, vitali per il futuro della Sicilia.
Per quanto mi riguarda, prima di sottolineare una serie di temi che andrebbero affrontati in campagna elettorale, vorrei proporre una breve narrazione per spiegare il significato politico della candidatura dell’europarlamentare gelese.
Nel 2002 – in piena escalation berlusconiana (l’anno prima in Sicilia il centro-destra aveva ottenuto il famoso 61 a 0 all’elezioni nazionali mentre Cuffaro trionfava nella corsa alla presidenza della regione) – Crocetta (nella foto) si è candidato a sindaco di Gela senza l’appoggio immediato dei partiti della coalizione di centrosinistra, riuscendo poi a vincere la competizione elettorale dopo il ricorso al Tar. È iniziata così una carriera che in pochi anni ha reso Saro Crocetta uno degli uomini politici più famosi d’Italia. L’elezione al Parlamento europeo è storia recente, nel 2009 Crocetta è diventato uno dei 73 eurodeputati italiani con 150.091 preferenze, eletto nelle liste del partito democratico a cui aveva aderito l’anno precedente. Capace di muoversi con abilità nei meandri della politica moderna, fatta d’immagine, slogan e populismo; Crocetta è anche il classico “politico di razza”, in grado di dialogare con la gente e risolvere problemi pratici. Sono stato, e resto, molto critico sull’azione amministrativa prodotta dall’ex sindaco di Gela: individualismo esasperato, scelta di collaboratori, assessori e dirigenti comunali, spesso non adeguata, hanno reso poco efficace la sua esperienza di sindaco. Tuttavia ritengo la candidatura di Rosario Crocetta, alla presidenza della regione, una delle migliori che l’attuale quadro politico siciliano possa esprimere. Si tratta di una candidatura che potrebbe vitalizzare la politica isolana attraverso un forte movimentismo civile, in grado, forse, anche di ridare slancio ai partiti.
Uno dei problemi principali della politica siciliana è l’intreccio perverso tra i rappresentanti del popolo e i vertici della bizantina burocrazia regionale, con la supremazia della seconda sulla prima. Proprio su questo aspetto, penso che nessuno meglio di Crocetta possa intervenire per ridare preminenza alla volontà della politica, riportando al suo ruolo di servizio l’apparato amministrativo. Certamente le sfide che il governo della regione siciliana propone sono tali e tante che non basta soltanto l’esaltazione elettoralistica, è necessario, quindi, che Crocetta proponga dei forum tematici, sulle questioni più rilevanti che interessano la Sicilia. Tutto ruota, evidentemente, attorno al futuro sviluppo socio-economico e, aggiungerei, civile della nostra isola. Per sommi capi, gli argomenti da trattare e su cui presentare delle proposte operative potrebbero riguardare: le infrastrutture e i trasporti; il rapporto tra l’economia pubblica e quella privata; la scuola, la formazione; la ricerca e l’università; il decentramento amministrativo regionale e il destino delle province; il sistema della gestione e lo smaltimento dei rifiuti; la presenza della vecchia e della nuova industria energetica in Sicilia; la cultura e il turismo; la sanità; il ruolo della Sicilia nella politica euro-mediterranea; i diritti di cittadinanza e le nuove forme di welfare, per aiutare i giovani e i disagiati; la gestione futura dei fondi europei.
Il governo di una grande regione come la Sicilia col suo sistema autonomistico, antico più della stessa repubblica italiana, non può prescindere dalle questioni che ho ricordato prima. Realizzare la campagna elettorale parlando di cose concrete sarebbe una vera rivoluzione, per una regione dove la politica si concepisce come alchimia e gestione del potere fine a se stesso. La Sicilia è, purtroppo, da sempre sinonimo di prassi e cultura mafiosa. Saro Crocetta è un esponente di primo piano della cosiddetta antimafia, un vantaggio non da poco, considerato che il precedente e l’attuale presidente della regione in materia di mafia hanno qualche problema. Amara considerazione, segno però del bisogno di legalità e trasparenza che il popolo siciliano chiede al suo futuro presidente, e nel complesso alla sua classe politica. L’auspicio è che questo processo, finalmente, innovativo inizi immediatamente: a Crocetta il compito di cogliere la sfida. Penso, infine, che per la nostra città la candidatura di un gelese alla presidenza della regione possa diventare un’opportunità unica. Non mi riferisco ad un malinteso campanilismo, quanto all’occasione per Gela di diventare centro di discussione e proposta politica. La sfida è di alto livello, a tutti noi che, con la stessa facilità, prima esaltiamo e poi critichiamo il “principe” di turno, la possibilità di dimostrare quanto valiamo.
Autore : Emanuele Antonuzzo
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