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notizia del 10/02/2010 messa in rete alle 14:52:27
Question time in Consiglio, proficua riunione con distinguo
Un question time, tutto sommato proficuo, anche se poi è venuto a mancare il numero legale. Approvato l’atto di indirizzo con cui si chiede di inserire del nuovo Prg aree per la realizzazione di centri diurni di aggregazione per disabili.
Ad avanzare la proposta, approvata all’unanimità, è stata la Commissione Sanità. Un argomento delicato e sentito, che fa registrare molti interventi da parte dei consiglieri comunali che fanno quadrato quando si tratta di temi a carattere sociale. Si prosegue con il prelievo, su proposta del consigliere Pdl Lucio Greco, dell’ultimo punto all’ordine del giorno riguardante una mozione a firma del consigliere liberale Trufolo sulla grave situazione dell’indotto, sugli investimenti in sicurezza ambientale degli impianti dell'Eni. Sebbene il proponente sia assente, il consiglio approva la proposta di prelievo, anche perché da qualche giorno è stata diramata la notizia che il Ministero dell’Ambiente ha finalmente concesso le autorizzazioni richieste dalla raffineria per avviare i lavori di bonifica per 500 milioni congelati da quasi due anni.
A prendere la parola è il consigliere Greco che saluta positivamente la notizia riguardante il procedimento autorizzativo per l’avvio dei lavori di manutenzione straordinaria e ammodernamento degli impianti della raffineria. “Con questo provvedimento – afferma Greco – la raffineria non avrà più motivo di ritardare l’avvio dei lavori. Ciò non significa che il Consiglio comunale dovrà abbassare la guardia, anzi dovrà vigilare con più forza e guardare con più attenzione ciò che farà la raffineria. L’avere accusato il ministro Prestigiacomo di ritardare i lavoro è stato solo un pretesto inaccettabile, in quanto il decreto era pronto da tempo. Ho il dovere di manifestare dubbi e serie perplessità. Mi chiedo: chi ci ha preso in giro, la raffineria o il ministro? Per il prossimo futuro è bene che le istituzioni locali, regionali, il consiglio stesso e la deputazione abbiano un occhio vigile nei riguardi della raffineria”.
Anche Terenziano Di Stefano (Mpa) è sulla stessa lunghezza d’onda del collega Greco. Si sofferma sulla situazione drammatica che sta vivendo l’indotto richiamando l’attenzione del civico consesso anche nei riguardi di coloro che il lavoro ancora no ce l’hanno. “I soldi debbono servire – continua Di Stefano – per la copertura del parco coque e per iniziare il lavoro di bonifica. Spriamo che sia l’ultima volta che si parla di investimenti perché la città ormai è stanca e non crede più alla raffineria ed al Ministro. Il consigliere Nastasi (DeS) parla della grande preoccupazione che serpeggia all’interno dei lavoratori della raffineria e dell’indotto, riferendosi anche a non meglio precisate minacce che proverrebbero dalla raffineria quando si dice che l’Eni starebbe per smobilitare da Gela. “Se lo stabilimento minaccia di andarsene – continua Nastasi – lo faccia pure, ma prima verifichi quali opportunità future sono fruibili. Non può l’Eni lasciare la città senza lavoro. Occorre trovare assieme le vie per una soluzione positiva dei problemi sul tappeto”.
Il consigliere Fabio Collorà si compiace perché l’attuale consiglio comunale è stato capace di portare in aula consiliare a dibattere i problemi della fabbrica il presidente della raffineria. Si sofferma a parlare di economia e del profitto che giustamente consegue la raffineria, ma se la prende con la politica che a suo giudizio non ha alcun diritto di conseguire profitti. Dopo una punzecchiatura al sindacato proteso solo a far carriera, ritorna a parlare del pet coque osannando alla politica comunitaria seria ed innovativa che ha il merito di elaborare progetti industriali compatibili con il territorio. Infine stigmatizza l’operato della raffineria che non ha ancora provveduto a coprire il parco coque. Più articolato ed equilibrato l’intervento del capogruppo Pd Totò DArma. “Collorà stravolge totalmente il senso dell’obiettivo che ci eravamo proposti – afferma D’Arma – io dico invece che il consiglio comunale deve agire come elemento unificante”. Per D’Arma, quando si parla di emergenza non bisogna pensare solo allo stabilimento, ma anche agli altri settori portanti dell’economia gelese, ossia l’agricoltura, l’artigianato, la pesca, guardare anche al trasporto, alle infrastrutture come il porto, che mancano. Riguardo alla raffineria, a suo giudizio, occorre porsi l’obiettivo di come mantenere il sito industriale puntando a mantenere il lavoro ed a produrre in forma ecocompatibile. “Ritengo che la questione Gela – continua D’Arma – deve assumere i connotati di un caso nazionale. Il suo sviluppo deve essere armonico. Niente demonizzazione delle parti sociali, perché il nostro compito è di creare unità d’intenti. La mia proposta è di indire a Gela una conferenza con il governo nazionale e regionale con i ministri interessati. E’ la vertenza Gela, quella a cui penso e proprio da Gela deve partire il riscatto del Mezzogiorno.
Per Giuseppe Collura (Pd) Gela ha bisogno di nuovi modelli di sviluppo e di lavoro. Ormai è risaputo che è finita l’era del petrolio. Infatti tutti gli stati si stanno orientando sulle fonti alternative di energia rinnovabili e sostenibili. “Bisogna mettere in campo nuove idee – sostiene Collura – e nuovi modelli economici. Occorre inoltre un forte impegno della classe politica per intervenire sulle bonifiche del territorio fortemente compromesso da inquinamenti vari. Infine bisogna pensare alla riconversione del sito industriale , al potenziamento delle attività agricole con il recupero del territorio per restituire alle generazioni future un terreno meno martoriato”.
Interviene per ultimo il consigliere Totò Scuvera (Pdl) per ribadire la necessità di difendere i posti di lavoro e risolvere con i fatti il problema degli operai in cassa integrazione. “Il futuro dei questa città – afferma Scuvera – è incerto e i nostri cittadini lo dicono a chiare lettere di essere diffidenti verso la politica ed il sindacato. A partire dalle prossime elezioni dobbiamo pensare allo sviluppo di una città diversa, non più subalterna all’industria ma protesa verso i settori dell’agricoltura e del mare. Infine va posta l’attenzione a salvaguardare i posti di lavoro specialmente per le famiglie monoreddito”. Anche se il dibattito è appassionato, il numero dei consiglieri si assottiglia ancora di più. Verifica del numero legale, non c’è quorum e quindi tutti a casa sciogliendo l’assemblea.
Autore : Nello Lombardo
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