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Corriere di Gela | Il “principe” di Gela
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notizia del 10/02/2010 messa in rete alle 14:51:19
Il “principe” di Gela

“Nessuna cosa fa tanto stimare uno principe, quanto fanno le grandi imprese e dare di sé rari esempli”. Così sentenziava Niccolò Machiavelli nel XXI capitolo del suo “Il Principe” riportante il titolo: “Che si conviene a un principe perché sia stimato”.
Il titolo del capitolo citato è anche una domanda quanto mai appropriata per le prossime elezioni gelesi alla sindacatura. Ancor di più nel momento in cui, nella scelta dei concorrenti, si indugia per ricercare più che un profilo efficace, una figura che garantisca aree di influenza e referenti politici. Ciò che rammarica la cittadinanza è la genesi delle scelte, totalmente mancanti di presupposti. Presupposti che, a sua volta, scaturiscono da un’analisi di ciò che serve a Gela, punto di partenza legittimo di ogni ragionamento e decisione. Per cui si tenterà un ragionamento che cerchi di colmare tale presupposto, non tanto per perorare un’analisi, quanto invece un metodo trasparente di scelta che, proprio per ciò, può indirizzare meglio la definizione del profilo del candidato.
Gela è una realtà ormai volumetricamente matura. E’ la sesta città siciliana per popolazione, ha un’estensione geografica in continua evoluzione ed espansione, gode di una geografia naturale che pochi comuni hanno, fatte salve le infrastrutture che la natura certo non può dare e che l’iniziativa politica ed amministrativa non hanno fornito. E’ cioè una città che ha potenzialità intrinseche. La recessione che il mondo e l’Italia sta vivendo aggravano la situazione generale ed in particolare cittadina, creando criticità nel mondo del lavoro, negli interventi pubblici, nelle politiche di continua ottimizzazione dei servizi basilari e pertanto l’isolamento cittadino viene aggravato ulteriormente per eventi addebitabili anche allo scenario generale. Ma la parola chiave per interpretare Gela è proprio “isolamento”. Gela non è solo una città isolata strutturalmente (vie di comunicazione, inadeguate strutture pubbliche, perfino assenza di centri commerciali e ricreativi) è anche una città con mentalità localistica, ove per localistica si intende l’attitudine a pensare che i problemi di Gela possano essere risolti solo con la buona amministrazione e comunque salvaguardando le economie locali che, per loro natura, hanno ad oggi una struttura da micro-economia. Si pensi al commercio, all’edilizia, all’agricoltura e a tutti quei flussi economici con l’esclusione del business industriale che fa capo all’insediamento petrolchimico. Questo tipo di micro-economia è un’economia chiusa che si protegge e che comunica con l’esterno solo per l’indispensabile, non si capirebbe altrimenti come non esistano ipermercati, centri commerciali e perfino sale cinematografiche. Cose tipiche della nostra cittadina. S’invoca spesso il turismo ma questo non ha neanche lontanamente un’organizzazione che consenta di farlo considerare una tappa siciliana da inserire nel più ampio circuito turistico isolano.
Qual è la potenziale cura, certamente non priva di rischi e vincoli? Aprire la città, aprirla ovviamente a nuovi business, ai flussi economici che in una economia globalizzata ormai bussano alle porte di ogni angolo del mondo. Certo, è facile dirlo ma di fatto, se si vuole un cambiamento ed uno sviluppo, è l’unica strada da percorrere. Ciò significa che l’amministrazione pubblica della città e quindi il futuro sindaco in testa, deve prestarsi a valutare iniziative economiche di media-ampia entità da incamerare nel territorio gelese. Anzi deve ricercare tali iniziative non solo nel pubblico ma ancor di più nel privato, proprio adesso che Gela dispone di un’area a fiscalizzazione agevolata. Il futuro sindaco deve eccellere nel saper intrattenere relazioni nazionali ed internazionali che finalizzino contatti con centri di interesse per nuovi business e servizi, deve saper assicurare e mantenere condizioni di affidabilità del territorio perché la convenienza economica, imprenditoriale e sociale si coniughino. Con tali meccanismi Gela può reiniziare un nuovo cammino di sviluppo e di opportunità. Insomma a Gela serve un ministro degli esteri cittadino che interpreti la globalizzazione come opportunità. Non ci serve invece un sindaco gestore di un localismo senza prospettive. La scelta del profilo del sindaco seguirà un tale ragionamento? Forse no, ma almeno sapremo perché i Gelesi rimarranno sempre in attesa di un “Principe”.


Autore : Sebastiano Abbenante

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