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notizia del 23/02/2013 messa in rete alle 14:49:36
Antimafia in classe? il M5 stelle stavolta l’ha fatta fuori dal vaso
La scuola italiana, come è noto, non è certo ai primi posti delle classifiche mondiali: veleggia fra il trentesimo e il quarantesimo posto, superata da Paesi come Taiwan, Hong Kong e Corea. Le cattive posizioni in classifica riguardano le scuole elementari, ma anche le medie e le superiori, segno della poca attenzione che nel nostro Paese c’è stata, negli ultimi decenni, verso l’istruzione dei giovani. Giovani che in alte percentuali, alle superiori, non sono in grado di scrivere una lettera o di intendere correttamente un articolo giornalistico.
Sarebbe quindi opportuna una decisa svolta nei programmi scolastici, per adeguarli alle conoscenze che nel terzo millennio possono aiutare i nostri giovani nella loro carriera ma anche per trasmettere un po’ di cultura generale che non guasterebbe affatto: chiedete a un adolescente di indicarvi nella cartina geografica il Mali o la Cambogia e vi accorgerete che pochi ci riusciranno,
Ma la scuola deve anche formare la coscienza civica dei ragazzi, per renderli buoni cittadini consapevoli del rispetto verso la Costituzione, verso le regole condivise, verso la legalità. Ben vengano dunque, ogni tanto, dei convegni nelle scuole, con la partecipazione di magistrati, uomini delle forze dell’ordine, esponenti dell’antiracket, che diano testimonianza del giornaliero impegno contro il crimine ed il malaffare.
Peccato che ogni tanto, preso da smisurato ardore e frenesia intellettuale, qualcuno esageri e “la vada a fare fuori dal vasino” (eufemismo dettato dalla decenza giornalistica, perché in dialetto siciliano la frase avrebbe un diverso effetto…). Mi riferisco al Movimento 5 stelle, che in Sicilia, prima firmataria la deputata regionale Gianina Ciancio, ha presentato un disegno di legge che prevede l’istituzione, in tutte le scuole, della nuova materia di “educazione antimafia”. Attenzione, perché i grillini in salsa sicula, per presentare questa proposta, hanno utilizzato il supporto di alcuni professori e presidi (di dubbia qualità).
Ma come? Nelle scuole dove si fatica a tirar fuori i giovani dall’ignoranza, nelle scuole dove non c’è tempo per insegnare educazione civica, nelle scuole dove non si riesce quasi mai a completare i programmi, lasciando lacune a vita ai ragazzi, istituiamo la nuova materia di “educazione antimafia”? Ma soprattutto, udite udite, non per una o due ore al mese, ma “per non meno di due ore alla settimana”! Che significano circa nove ore al mese tolte all’apprendimento di altre nozioni sicuramente più utili.
Ben venga, ripeto, qualche sano convegno antimafia durante l’anno scolastico, ma il tentativo di istituzionalizzare l’antimafia mi sembra, oltre che ipocrita, una cazzata senza pari.
D’accordo, chi ha avuto i voti ed è stato eletto all’Assemblea Regionale si è guadagnato anche il diritto di sparare tutte le cazzate che crede, ma la proposta dei grillini non è altro che un insulto all’intelligenza dei cittadini e un’offesa all’impegno che tanti docenti profondono ogni giorno nel tentativo di rendere migliore, per quanto possibile, l’apprendimento scolastico. E’ anche, se fosse ancora necessario, che non basta prendere voti per dimostrare di avere cervelli funzionanti.
Autore : Giulio Cordaro
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