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Corriere di Gela | Lo scatto d’orgoglio che ancora non c’é
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notizia del 30/10/2006 messa in rete alle 14:43:33
Lo scatto d’orgoglio che ancora non c’é

La battaglia per il miglioramento dei servizi a Gela, iniziata in questi giorni da parte di un raggruppamento eterogeneo di organizzazioni, dai sindacati confederali agli Ordini professionali, da associazioni di categoria ad associazioni di consumatori e cittadini, è una novità per la nostra città. Ho spesso auspicato, tramite questa rubrica, che Gela riesca ad avere uno scatto di orgoglio, che riesca ad alzare la testa ed appropriarsi di ciò che le spetta e non le viene riconosciuto:
l’organizzazione di un Comitato Civico Permanente per i Servizi è l’occasione per dare finalmente un taglio al passato e pretendere di raggiungere livelli di servizi quantomeno decenti, cosa alla quale non siamo per niente abituati.
Il gelese, da tempo immemorabile, è obbligato a recarsi a Caltanissetta per la maggior parte delle incombenze di ordine burocratico: nel capoluogo c’è la Prefettura, la Camera di Commercio, l’Inps, l’Inail, il Catasto, il Genio Civile, e via dicendo.
Gli uffici distaccati nella nostra città hanno lenito solo in parte il disagio, specialmente per pratiche di poco conto o certificazioni, perché comunque i fascicoli, i falconi, e la capacità tecnica di trattare le pratiche rimangono saldamente nelle sedi dei vari uffici, cioè a Caltanissetta, dove bisogna recarsi per venirne a capo.
Ben venga, quindi, questo Comitato per i Servizi, se riuscirà una buona volta a costituire una grande forza di impatto tesa al decentramento. Attenzione, però: il decentramento di cui parlo non è quello realizzato con la colpevole complicità dell’Amministrazione comunale, che ha causato per incuria la chiusura del Centro per l’impiego di Via Ossidiana decentrando i servizi a Butera, Niscemi e Mazzarino e cancellandoli a Gela, con i conseguenti disagi per centinaia di lavoratori.
Ma non mi perdo d’animo, non mi lascio prendere dallo scoramento. Perché nonostante i quotidiani disagi so che al Comune stanno lavorando per noi. Il mio cuore si apre alla speranza ogni giorno, quando dallo schermo di un’emittente televisiva locale posso ascoltare il “verbo” del Sindaco, degli assessori e dei vari dirigenti comunali che spiegano (alla modica cifra di 500 euro giornalieri) quanto e quale lavoro si stia facendo per lenire i nostri disagi e programmare il futuro della città. Pensate: hanno anche deciso di realizzare un “piano strategico” per il futuro di Gela, affidandone la redazione a due Società di grande spessore, tra loro collegate, una delle quali è la Nomisma, vicina a Romano Prodi. Nella speranza, forse, che il salumaio di Bologna sia grato ed abbia un occhio di riguardo verso i “fratelli” gelesi.
Non ci resta che ringraziare Dio per averci illuminato, facendoci eleggere cotanto Sindaco e la conseguente amministrazione, tutti tesi allo sviluppo e alla legalità.
Tanto tesi alla legalità che hanno deciso di istituire una commissione specifica per “monitorare” gli appalti pubblici del Comune, formata da tre membri che percepiranno, ciascuno, duemila euro al mese. Si tratta di un ulteriore controllo, sempre teso alla legalità, sulle gare di appalto, di cui c’era un gran bisogno: è vero che i bandi vengono preparati dai dirigenti comunali, è vero che all’apertura delle buste sono presenti le forze dell’ordine, è vero che comunque viene richiesta l’informativa antimafia, ma diamine, qualcosa può sempre sfuggire.
Ecco quindi che questi signori, a spese dei cittadini, si prenderanno la briga di “monitorare” ulteriormente gli appalti: apriranno i fascicoli, verificheranno con la lente d’ingrandimento i documenti e le referenze, stileranno un verbale di “conformità legale” degli atti. E non si pensi, come hanno affermato i soliti “bastian contrari”, che le nomine siano state fatte per mascherare consulenze o incarichi “ad personam”: il Sindaco, che è stato premiato ad Osimo quale “esempio di rettitudine”, non farebbe mai una cosa del genere!
Pensate ancora: l’Amministrazione, costituendosi parte civile in un processo contro un estortore, ha ottenuto dai magistrati la condanna, in favore del Comune, al risarcimento dei danni per ben 50.000 euro. Certo non è molto probabile che gli estortori dispongano di patrimoni immobiliari che possano essere oggetto di procedure esecutive, quindi tra sei anni, quando sarà terminata la pena detentiva, non so come il Comune riuscirà a riscuotere la somma che – ha dichiarato il Sindaco – “verrà impiegata in opere sociali”.
Ecco quindi che, al di là dell’aspetto simbolico della questione, la costituzione di parte civile si traduce soltanto in qualche incarico legale, e quindi sempre in un esborso di denaro pubblico, senza alcun risultato pratico. Ma tant’è: a Gela viviamo di simbologie, mentre gli argomenti pratici lasciano molto a desiderare.


Autore : Giulio Cordaro

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