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notizia del 27/11/2010 messa in rete alle 14:40:09
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Pino Federico: «La mia è la vera politica del fare»
Città e provincia, due realtà a confronto, con problematiche diverse, per intensità e complessità. Per Gela, due settimane fa abbiamo intervistato il sindaco avv. Angelo Fasulo, del Pd, al quale abbiamo rivolto delle domande a carattere politico-amministrativo, a poco più di cento giorni dal suo insediamento.
Questa settimana, abbiamo dedicato lo stesso spazio e la stessa posizione al presidente della Provincia di Caltanissetta, on. dott. Pino Federico, che è anche deputato all’Ars del gruppo MpA. Partito Democratico e Movimento per l’Autonomia, due forze politiche molto presenti nel nostro territorio, alleati a Palermo e a Gela, opposizione l’una, maggioranza l’altra in Provincia.
L’on. Pino Federico è già a metà del suo primo mandato. Ha avuto modo di conoscere bene la realtà, i bisogni del territorio e delle popolazioni. Ha incentrato sin qui la sua azione politica sugli interventi strutturali, investendo sui collegamenti viari e sull’impiantistica sportiva. E’ riuscito ad attrarre finanziamenti regionali ed europei, sopperendo così ai tagli drastici abbattutesi sugli enti locali. Federico, che alle ultime amministrative per l’elezione del sindaco e del nuovo consiglio comunale, dopo la scelta iniziale di candidare alla più alta carica un proprio esponente (il dott. Fortunato Ferracane), ha deciso invece di allearsi con il Pd, contribuendo in maniera determinante all’elezione di Fasulo. Grazie al successo ottenuto dalla sua lista, il gruppo autonomista in Consiglio comunale è secondo solo alla somma delle due anime del Pd.
Ecco come ha risposto alle nostre domande il presidente della Provincia, on. Pino Federico.
– Qual è la sua opinione sull’attuale situazione politica nazionale e regionale?
«Siamo in un momento storico in cui il quadro politico nazionale è in fase di mutamento. Per quanto riguarda l’MpA, stiamo dialogando con Fini e Casini per la costruzione di quello che viene detto il terzo polo. In realtà penso che il sistema della rigidità politica, con due parti muscolarmente schierate, debba essere definitivamente superato. Noi che facciamo politica dobbiamo avere un unico obiettivo: lavorare per la collettività che rappresentiamo. La Sicilia e la Provincia di Caltanissetta devono recuperare tanto terreno. Poche chiacchiere e andiamo avanti».
– Alla Regione è cambiato il quadro politico a cui fa riferimento l’on. Lombardo. Questo significa che, nelle elezioni dirette, il Presidente si deve ritenere sganciato dalla coalizione che lo sostiene?
«Come ha spesso detto in questi mesi il presidente Lombardo, parte della coalizione di centro-destra che lo ha sostenuto nel 2008 ha disconosciuto il programma elettorale, le cui finalità erano quelle di rendere la Sicilia competitiva; per questo, sono necessarie riforme strutturali e culturali. Guardiamo a quanto è stato fatto in materia sanitaria dove eravamo a rischio fallimento, mentre ora siamo con il bilancio in regola. Siamo entrati nell’era del federalismo fiscale e, con esso, delle responsabilità decisionali. Vincere le elezioni significa avere l’onere di governare; chi cerca onori e premi ha sbagliato mestiere. Il Presidente della Regione e noi deputati abbiamo un preciso dovere: rendere conto agli elettori del nostro operato».
– Lei è un leader politico della nostra Provincia. Qual è oggi il ruolo del leader?
«In tutta la mia vita politica ho privilegiato il rapporto con la gente e con i loro problemi; per questo ho ottenuto sempre un ampio consenso anche quando non sono stato eletto. Insieme ad un gruppo di amici vogliosi di adoperarsi per la collettività abbiamo creduto in un progetto di cui io sono il terminale politico. Oggi posso dire con soddisfazione, ma allo stesso tempo con il peso della responsabilità del momento che stiamo attraversando, che, in questo territorio, sto costruendo una vera classe dirigente. C’è un gruppo di giovani professionisti che ha capacità e volontà di lavorare; sono sicuro che faremo sempre meglio. Un altro punto su cui mi impegnerò molto è quello di interessare e coinvolgere i più giovani nella politica, i nostri ragazzi non sono un serbatoio di voti, ma di idee»
– Se le Provincie prima o poi verranno abolite, secondo lei da cosa saranno sostituite?
«In verità di questo passo le provincie moriranno di stenti, visti i continui tagli finanziari che ricevono. Detto questo, penso che il problema sia quello di semplificare la burocrazia, tanti livelli di decisione fanno perdere tempo e non permettono di utilizzare al meglio le risorse umane e finanziarie. Ogni singolo Comune amministrativamente ha e deve mantenere il ruolo centrale, mentre l’unione tra Comuni potrebbe realizzare quel livello di coordinamento funzionale al raggiungimento di specifici obiettivi sovracomunali. Un modello snello, quindi, per altro già previsto dalla normativa in materia di enti locali e dallo statuto della Regione siciliana».
– A metà mandato, quale bilancio fa della sua esperienza di presidente della Provincia di Caltanissetta?
«Da quando mi sono insediato – luglio 2008 – non mi sono fermato un attimo nella mia azione amministrativa. Nonostante la notevole riduzione dei trasferimenti da parte della Regione e del Governo nazionale, nel prossimo bilancio avremo quattro milioni di euro in meno. Con la conseguenza che, al netto delle prestazioni a cui siamo obbligati per legge, la disponibilità di spesa è praticamente zero. Abbiamo ottimizzato i pochi soldi a disposizione e siamo entrati in diverse linee di finanziamenti regionali in materia di infrastrutture. Grazie a questo, in due anni abbiamo investito circa 70 milioni di euro, in particolare sulla viabilità provinciale, ma anche in altre opere. Ricordo che è stato ultimato il palazzetto dello sport, attualmente utilizzato dalla squadra locale di palla a volo che gioca in serie A2; i locali dell’ex caserma dei carabinieri sono stati ristrutturati e oggi a Gela abbiamo dei locali della Provincia adeguati anche al ruolo istituzionale dell’ente. Sono tante le cose che abbiamo fatto e molte altre abbiamo in programma di fare. Anche per questo, penso non sia un caso che sono tra i presidenti di Provincia più graditi in Italia».
– A proposito di viabilità, quali sono stati gli interventi più significativi in particolare nel sud della Provincia?
«L’elenco è lungo poiché siamo intervenuti su molte strade provinciali dando loro la dignità di essere percorse. Per avere conferma di ciò basta andare in alcune zone della piana di Gela attraversate da strade provinciali che prima del nostro intervento erano impercorribili; si veda la strada per Scoglitti; stiamo ultimando la strada provinciale 83 (strada dei due castelli). Altri interventi saranno effettuati sulla strada provinciale 186 che attraversa la zona balneare di Manfria e sulla S.P. 10 in territorio di Niscemi. Con l’Anas stiamo ultimando la progettazione della tangenziale di Gela che dall’asse attrezzato della zona industriale attraverserà tutta la città. Quanto alla fase progettuale, stiamo lavorando a due grossi obiettivi: il raddoppio della Gela-Catania e l’innesto della Gela-Siracusa per il tratto fino a Comiso».
– La Provincia ha precisi compiti sull’ambiente. Come sta operando la sua amministrazione in questa materia?
«Noi abbiamo dei compiti di legge sul controllo delle emissioni di sostanze inquinanti che attuiamo attraverso le centraline di rilevamento. Ovviamente Gela è un sito ad alto rischio per la presenza dello stabilimento petrolchimico. Per questo con l’Arpa Sicilia stiamo intensificando i controlli per garantire la salute dei cittadini. Un’altra iniziativa, collegata alle problematiche dell’ambiente e della salute, che abbiamo attuato, finanziandola con nostri fondi, è l’istituzione del registro tumori di cui si è parlato per anni».
– Consorzio e decentramento universitario. Cosa bisogna fare per avere una presenza universitaria seria nella nostra Provincia?
«Sulla questione, il momento non è particolarmente felice. In questi due anni abbiamo garantito lo stesso contributo al consorzio universitario nisseno, mentre a Gela abbiamo mantenuto, sul nostro bilancio, le somme e l’organizzazione affinché si completasse il protocollo d’intesa che da diversi anni era in atto con l’Università di Catania. Attualmente, stiamo lavorando per creare nella nostra Provincia un polo decentrato, sul modello di quelli già esistenti ad Agrigento e Trapani. Sono fiducioso che, in questo senso, nei prossimi mesi, avremo un piano esecutivo di azione. Ovviamente, oltre che a Caltanissetta, la presenza universitaria sarà anche a Gela»
– A quale modello di sviluppo economico pensa per il futuro del nostro territorio?
«L’industrializzazione, penso a Gela in particolare, non sarà più l’unica base economica e lavorativa del nostro territorio. La politica ha il compito di creare le condizioni per lo sviluppo alternativo. Investire sulla viabilità e le infrastrutture è una di queste condizioni; per questo mi sono molto adoperato affinché si completasse il progetto del porto a Gela. Creare delle strutture di interesse turistico e culturale è un’altra condizione, in questo senso mi sono impegnato molto per la creazione del museo del mare a Gela che sarà presto realizzato. Stiamo lavorando tanto anche per il settore agricolo. In tal senso abbiamo creato, con le provincie di Agrigento e Ragusa, il distretto orticolo per la valorizzazione del comparto dell’orto-frutta. In definita, per il futuro penso ad un modello multiplo che non sia vincolato ad un unico settore economico. Per investire, gli imprenditori hanno bisogno di interlocutori politici che abbiano chiaro il loro ruolo. La mia missione è quella di fare prevalere gli interessi, non solo quelli immediati, della nostra collettività. Garantisco che questo è il mio impegno quotidiano».
Autore : Emanuele Antonuzzo
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