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Corriere di Gela | Accuse al sindaco Crocetta di “immoralità politica”
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notizia del 17/01/2009 messa in rete alle 14:26:58

Accuse al sindaco Crocetta di “immoralità politica”

Sono le 2,30 del mattino di venerdì 16 quando la seduta sulla questione morale si chiude con l’accordo unanime che al prossimo Consiglio si voterà sulla mozione presentata dal consigliere Pd Peppe Ventura riguardante l’istituzione dell’anagrafe pubblica degli eletti, integrata con una proposta del consigliere Giovanna Cassarà di inserimento di altri soggetti come associazioni di volontariato individuandone i soci e i rapporti che essi hanno con l’amministrazione pubblica. Non si è potuta votare sul piano formale perché non inserita all’ordine del giorno, ma sulla quale sostanzialmente si è tutti d’accordo compreso il sindaco Rosario Crocetta (nella foto) che ha annunciato che ne diverrà uno strumento di orientamento concreto sua amministrazione. Evviva il Consiglio, che è stato al’altezza del compito, capace di discutere al proprio interno su cosa è etico e cosa non lo è.

Chiaramente la questione morale è un concetto che si presta a varie interpretazione. C’è chi ha intravisto in questa dizione uno strumento per denunciare comportamenti irriguardosi, atti irregolari e di disamministrazione, scorrettezze istituzionali e fatti quasi penalmente perseguibili, tutti imputabili al sindaco Crocetta. Principale accusatore e primo firmatario della richiesta di seduta monotematica avente per oggetto la questione morale, è stato il capogruppo consiliare dell’Udc Enzo Cirignotta. Le sue sono state delle critiche e accuse di natura politica ed amministrativa anche se qualche volta ha usato toni pesanti al limite della querela. Ha lanciato molti dubbi sulle consulenze e sulle gare espletate dall’Amministrazione Crocetta, citando anche i rilievi fatti dalla corte dei conti nell’utilizzo dei debiti fuori bilancio e definendo quella del sindaco una gestione immorale. Più di un’ora buona di un intervento coraggioso ma che alla fine è apparso ai più come uno sfogo personale verso il sindaco. Cirignotta non ha detto nulla di nuovo rispetto ai precedenti suoi interventi tradotti nelle interrogazioni, solo che ora è stato molto più dettagliato e ricco di particolari con citazioni di articoli e riferimenti che gli hanno attirato i rimproveri di alcuni colleghi che hanno denunciato al presidente del Consiglio una disparità di trattamento.

Il sindaco si è sentito ingiustamente attaccato annunciando che all’indomani sarebbe andato in procura per denunciare il consigliere Cirignotta per calunnia. “Dopo le prime battute – ha detto nell’esordio del suo intervento – avrei dovuto lasciare l’aula. Non l’ho fatto nonostante non stessi bene, ma anche perché ho una forte corazza, per non sottrarmi alle risposte che avrei dovuto dare”. Crocetta ha cercato di smontare una per una le accuse rivoltegli da Cirignotta riguardo alle sue amicizie con mafiosi, alla questione dell’Agroverde, alle somme urgenze, alle gare d’appalto con scadenze di pochi giorni.

I rilievi della Corte dei conti? Ma sono stati fatti a tutti i Comuni della Sicilia. L’amministrazione di Gela ha avuto il merito di eliminare i debiti fuori bilancio facendo un’opera di moralizzazione. Alla fine del suo intervento Crocetta si è chiesto quale poteva essere il fine di questo dibattito e se le infiltrazioni mafiose denunciate potessero essere ascritte a lui. E allora come mai il ministro Pisanu e successivamente Amato gli hanno assegnato la scorta?
Toni molto più pacati del capogruppo DeS Paolo Cafà che ha diretto la discussione su altro binario. E’ partito dalle elezioni amministrative del 2007 che sin dalle prime battute intravedeva come pericolose e che avrebbero portato a questa situazione pesante in Consiglio e ai cambi di casacca di molti consiglieri. Ha ricordato come allora criticò il modo in cui si formarono le liste che contenevano di tutto: cartomanti, imprese di pompe funebri, persone espressione del volontariato. Per Cafà è stato un errore fare coincidere la questione morale con fatti giudiziari portati nell’aula consiliare, ma si sarebbe dovuto parlare del problema acqua mai affrontato alla radice, del degrado sanitario e ambientale e di come eliminare i disservizi di cui i cittadini soffrono, chiedere all’Eni investimenti ecocompatibili.

Il consigliere Pd Catania ha parlato della seduta come di una pagina nera dissociandosi dall’avere apposto la sua firma alla richiesta della seduta monotematica. Ha condannato gli attacchi fatti alla persona del sindaco e ha chiesto a tutti i consiglieri un atto di solidarietà verso Crocetta. Il consigliere Pdl Lucio Greco, dispiaciuto che il dibattito si fosse concentrato sulla ricerca di fatti di rilevanza penale, ha detto che si sarebbe aspettato dal sindaco la richiesta di una seduta sulla questione morale dopo la serie di rilievi mossigli da numerosi consiglieri nelle interrogazioni. Per lui la moralità riguarda la linearità dei comportamenti e il sapersi relazionare con i consiglieri. Ha anche richiamato alcuni fatti denunciati da Cirignotta che a suo giudizio vanno considerati solo sotto il profilo politico amministrativo.
Perché, si è chiesto Greco, il sindaco rimprovera il Consiglio comunale e accusa alla stampa i consiglieri di non lasciarlo lavorare in pace?
Si sono ancora succeduti altri interventi. Giuseppe Ventura se l’è presa col presidente, reo di avere consentito a Cirignotta di parlare per più di un’ora. Riguardo all’articolo in cui Gela è stata paragonata ad una pattumiera, ha affermato che sarebbe giusto che quel giornalista facesse pubbliche scuse alla città di cui ha danneggiato l’immagine. Infine ha letto la sua mozione da considerare come un atto di indirizzo del Consiglio comunale.

Il capogruppo del Pd Totò D’Arma si è lamentato perché nel calderone della questione morale è stato inserito di tutto. Cose trite e ritrite, ampiamente discusse nelle interrogazioni. Ha criticato chi ha voluto esprimere giudizi severi verso il sindaco rasentando la calunnia ed ha concluso dicendo che si sarebbe atteso atteggiamenti più propositivi.
Ultima ad intervenire, Giovanna Cassarà, con replica finale del sindaco, al quale l’esponente del Pdci le ha cantate di santa ragione, ribadendo per l’ennesima volta ed ora face-to-face, che le sedi di dibattito politico sono quelle dell’aula consiliare e le risposte il sindaco le deve dare in questa sede e non attraverso le sue esternazioni nella tv o sui giornali. Quegli spazi istituzionali – ha lamentato la Cassarà – non ce li hanno. Il senso era che per potere parlare utilizzando i mass media occorrono spazi che si pagano anche molto cari e che un consigliere non si può permettere. Adesso lei pretendeva con forza che Crocetta le rispondesse. Nel ricordare le sue interrogazioni, sempre col massimo rispetto verso la sua persona, gli ha chiesto il perché delle sue risposte scomposte fuori dalle sedi istituzionali. Evidente l’imbarazzo di Crocetta che dapprima ha fatto lo gnorri, dicendo di non ricordare, ma alla fine ha dovuto chiederle scusa se si sono creati degli equivoci. La Cassarà ha concluso il suo intervento chiedendo che la mozione di Ventura venisse integrata con una sua proposta.
La replica di Crocetta è stata molto lunga, un po’ sdolcinata e con i soliti contenuti. Ha dichiarato di condividere parecchie argomentazioni e proposte che sono state avanzate, individuando insieme un percorso per superare l’appartenenza per il bene di questa città che è “la più bella del mondo”.


Autore : Nello Lombardo

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