|
notizia del 21/02/2010 messa in rete alle 14:17:37
La gestazione del Pd
I nomi delle legioni romane sono passati alla storia, insieme alle loro insegne. Non altrettanto i nomi dei loro centurioni, fedeli attuatori della disciplina e delle tattiche della legione. Attori e custodi della micidiale efficacia dello schieramento romano. Il centurione del primo manipolo della prima coorte aveva compiti confrontabili all’attuale grado di colonnello. Nonostante ciò non si ha una letteratura che tramandi le imprese personali di questi fenomenali combattenti, tranne casi rarissimi riconducibili a fatti eclatanti più che a trasmissione della fama personale. E ciò è ovvio, la legione prima di tutto, la sua efficacia, la sua onorabilità.
Torniamo al presente. Il Pd di Gela si è ingessato in una gestazione impossibile. Una gestazione che paralizza la base del partito, paralizza gli alleati, paralizza anche l’opposizione che non sa quale tattica attuare essendo condizionata dalla scelte del maggiore partito della città. Una gestazione paradossale, neanche un contrasto tra correnti, che comunque sono figlie della politica anche se di una politica che diverge. Siamo invece in pieno contrasto tra aree di influenza, la più banale delle forme politiche, eppure il contesto richiederebbe una coesione, non dico da legione romana, ma certamente ispirata dall’onorabilità delle idee che il partito professa e dall’ambizione di modernizzare la gestione pubblica non a colpi di una “politica del fare” ma tramite una “politica dell’agire”, ben diversa nei presupposti e negli effetti.
Due schieramenti si fronteggiano: l’esperienza, le relazioni politiche, la consumata competenza di chi si appresta a concludere una carriera politica ventennale, dall’altra la voglia di emergere, di sperimentare una nuova classe politica, l’ambizione di coinvolgere giovani aspiranti, l’aspettativa di contaminare il partito di nuovi metodi e proposte. Ma cosa ci stiamo perdendo in questa gestazione senza parto? Mentre tutto fluisce, compresa la crisi che ormai avanza come lava che tutto brucia e distrugge.
Forse ci stiamo perdendo qualcosa, qualcosa che non si potrà recuperare con facilità. Ci stiamo perdendo l’entusiasmo, la prospettiva operosa di chi pensa che la politica è analisi e prassi, la seconda sottomessa alla prima. Una politica moderna, trasparente e non votata al consumismo ma alla convivenza. Una “ingegneria politica” ove le idee sono il combustibile di una società ormai stanca e vicina al precipizio del qualunquismo.
Il rischio è che il mancato parto, troppo ritardato, finisca per creare schiere di fedelissimi votati al favore, all’opportunità che nasce dal ricevere e non dal conquistare, una schiera di potenziali insoddisfatti e nel caso migliore fruitori di una fortuna precaria.
Ciò che ci perdiamo è invece un’adesione convinta, gratificante perché basata sul contributo di idee e di azione, la speranza di stare dalla parte giusta, senza esigere, perché i vantaggi sono di tutti o di nessuno. Cari Onorevoli del PD ciò che vi perderete sarà tutto questo e recuperarlo sarà lento e difficile. Ispiratevi ai centurioni romani: prima il nome della legione, la sua inviolabilità, la sua coesione. Poi tutto il resto.
Autore : Sebastiano Abbenante
» Altri articoli di Sebastiano Abbenante
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|