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Corriere di Gela | La faccia d'angelo che ha incantato le Isole
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notizia del 13/06/2009 messa in rete alle 14:15:33

La faccia d'angelo che ha incantato le Isole

Ha usato i migliori e più aggiornati manuali di comunicazione politica. Ha foggiato slogan a presa sicura, partendo dal suo collaudato “Orgoglioso di essere gelese”, per l'occasione sostituendo gelese con siciliano, rammaricandosi magari di non potersi sentire anche orgoglioso “di essere sardo” (ah, se avesse potuto scovare un suo antenato in Sardegna...). Poi il suo cavallo di battaglia, buono per tutte le stagioni e per tutti i luoghi - “Indietro non si torna!” -, riferito alla sua lotta alla mafia. Rosario Crocetta si era già candidato alle Europee del '94, con il simbolo del Pci, a quel tempo usato da Rifondazione a seguito dopo la scissione con il Pds voluto da Occhetto.
Non c'era ancora lo sbarramento, ma non aveva l'attrezzatura giusta e sulla sua strada c'era la pasionaria storica della sinistra radicale, Luciana Castellina, che capeggiava la lista. Crocetta raccolse in tutto 2.903 preferenze in provincia, di cui 2.481 a Gela. Un discretto risultato, considerati i tempi e le condizioni.
Il candidato più osservato d'Italia in campagna elettorale ha anche fatto ricorso a quella che scientificamente viene chiamata comunicazione “non verbale”, puntando quindi sulla postura (tutti hanno potuto notare come gesticolava durante i suoi spot televisivi, ma anche nei comizi), sui riti e la simbologia.
Crocetta aveva cominciato appena 21enne (nella foto a destra da poco eletto al Consiglio comunale, nel 1972). Due anni dopo si era dimesso. Per protesta.
Le sue dimissioni da consigliere comunale non passarono inosservate. Non era mai capitato che un giovane, appena 21enne (a quel tempo si votava e si poteva essere eletti a quell'età), alla sua prima vincente esperienza elettorale, lasciasse lo scranno. Lui lo fece senza che nessuno glielo avesse chiesto. Al suo posto entro il primo dei non eletti, Emanuele Zuppardo.
Non volle più fare politica attiva, scegliendo il lavoro in fabbrica. Poi le elezioni europee, dopo tanti anni, quelle del 1994; quindi il gran ritorno, con la candidatura a sindaco nel 2002 e l'elezione decretata dal Tar nel marzo dell'anno successivo. Aveva sperato di poter correre per la presidenza della Regione, ma si dovette accontentare della ricandidatura a sindaco. E fu un bagno di consensi. Da lì ha puntato sulla sua più grande aspirazione: l'Europa. E siccome già si ventilava lo sbarramento, addio comunisti. Passato al Pd, ha faticato non poco per ottenere la candidatura. Che è arrivata.
Ha messo su un'autentica macchina da guerra, con ufficio stampa, comitati elettorali, raccolta di fondi e comizi in ogni agglomerato urbano dove ci fosse un campanile. Ha vinto su tutti i fronti, ammiccando, eccitando le folle, baciando uomini e donne, stringendo mani ed elargendo benedizioni para-papali, urbi et orbi.


Autore : Rocco Cerro

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