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notizia del 29/03/2008 messa in rete alle 14:07:22
Verso il voto/Troppi scontenti, trasversalismo a tutto campo?
Le mancate candidature di alcuni (che equivalgono in certi casi a trombature preventive) e lo strapotere degli ex ds, che di fatto hanno cooptato le “periferia” dell’ex Margherita, hanno provocato, già prima del voto, un mezzo terremoto, in quello che – a dire dei promotori – sarebbe dovuto diventare una “gioiosa macchina da guerra”. E invece, i primi vasi sono andati in frantumi ed i cocci giacciono davanti a quelle quattro-cinque persone che hanno deciso per tutti. Alla faccia delle primarie, delle regole (puntualmente ignorate) e delle scelte partecipate che avrebbero distinto il Pd dalle altre formazioni politiche in campo.
E così, il deputato all’Ars Giuseppe Galletti, rimasto fuori dai giochi del 13 e 14 aprile, ha fatto sapere di averne abbastanza del Pd. Galletti si è pure scagliato contro il suo ex mentore, l’ex ministro Cardinale, il quale, “fattasi la barba” con la candidatura della figlia alla Camera, si è attirato le antipatie di molti suoi ex sostenitori. Prima di Galletti lo aveva fatto il signor Zoda, che è transitato addirittura nel Mpa di Lombardo.
L’ultimo a dire addio al Pd in ordine temporale è stato il gelese Fabrizio Cafà, consigliere provinciale, il quale in un comunicato ha detto di non ritrovarsi in questo partito. Va da sè che, a ruota, potrebbe trascinarsi il nipote Nuccio Cafà, consigliere comunale a Gela. E probabilmente non è finita qui, visto che in parecchi si stanno ancora interrogando su quale percorso eventualmente intraprendere. Ripercussioni, infine, potrebbero esserci a causa dell’esclusione dalle liste del sen. Rino Piscitello, al quale è stato molto legato il presidente del Consiglio comunale di Gela, Giuseppe Di Dio, ed il trattamento riservato a Franco Piro.
La mancata presentazione della seconda lista del Pd in provincia, dove avrebbero potuto trovare collocazione il meglio dell’ex Margherita, ha lasciato molti delusi per strada. Per non dire dell’assenza totale di esponenti della città capoluogo nell’unica lista presentata, dove la battaglia sarà tutta gelese, tra Speziale e Donegani.
Sull’altro fronte, ci si chiede perchè a Gela Forza Italia (o se si vuole il Pdl) non abbia schierato un candidato spendibile, tale da contrastare il sancataldese Torregrossa. Morale della favola, a dettare le scelte, ancora una volta, è stata la politica del nord della provincia, con Cardinale da una parte e Pagano (cognato di Torregrossa) dall’altra. E’ per questo che gli elettori gelesi potrebbero alla fine rivelarsi delle vere e proprie schegge impazzite.
Autore : Redazione Corriere
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