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Corriere di Gela | Temporeggiatori e rimestatori di letame
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notizia del 15/04/2012 messa in rete alle 13:58:42
Temporeggiatori e rimestatori di letame

Il console romano Quinto Fabio Massimo, vissuto nel terzo secolo avanti Cristo, è passato alla storia con l’appellativo di “temporeggiatore” (cunctator), per la tattica che usava in campo militare per sfiancare gli avversari.

A distanza di oltre duemila anni, la stessa tattica viene usata abilmente in politica per sfiancare gli eventuali contestatori. Protestate, agitatevi quanto volete, ma prima o poi vi stancherete e tutto resterà come prima: questo è quello che pensano gli odierni temporeggiatori. E i “rimestatori” del letame, di cui si avverte l’olezzo ma stranamente non l’allocazione, tentano in qualche modo di movimentare la vita politica della città, trovandosi davanti a un muro di gomma: tutto rimbalza, tutto scivola. Con l’aggravante che, con i loro strepiti, disturbano i manovratori dai loro tranquilli compitini.

Le associazioni gelesi che avrebbero dovuto partecipare al Gruppo di Azione Costiera accusano il Comune di Gela di impreparazione e logiche spartitorie nella relazione del progetto, con la conseguente perdita dei contributi europei per la marineria? Ma andassero a lavorare, e la smettessero una buona volta di criticare! Al Comune di Gela, si sa, nessuno sognerebbe mai di lottizzare incarichi o consulenze. Non per niente è il “Comune della legalità”.

E ancora, questo segretario del Pd, Carlo Romano, chi ce l’ha messo in quel posto? Come si permette di chiamare a raccolta i consiglieri comunali per chiedere un’accelerazione dell’attività amministrativa, per discutere sullo sviluppo economico della città? Vorrebbe forse fare intendere che i consiglieri del PD non lavorano come dovrebbero? O addirittura che sono divisi in fazioni e non riescono a garantire neanche il numero legale nelle sedute consiliari?

E questi pazzi che ancora lottano per Gela provincia, e che la prossima settimana saranno nuovamente all’ARS per ripescare dal fondo il disegno di legge (nonostante le manovre contrarie di Speziale e il servilismo politico di Federico), la finiscano una buona volta di agitarsi per Gela e i gelesi, che sono così contenti di essere sudditi dei nisseni.

Da qualche tempo si agitano anche gli operai dell’indotto, estromessi dal ciclo produttivo con la connivenza dell’ENI e nel silenzio dell’Amministrazione comunale. Ma vadano a cercare un altro posto di lavoro, come dice il Governo: perso un lavoro, che problema c’è a trovarne un altro?

E ci si sono messi pure ingegneri e architetti, che vogliono sapere con chiarezza se il PRG adottato è valido o no in mancanza della VAS. Chiaramente, direi, non è valido, e il Comune dovrebbe rilasciare le licenze edilizie sulla base dei vecchi strumenti urbanistici. Ma anche in questo caso si temporeggia nelle risposte, e i cittadini, chissà perché, si agitano.

Protestano gli agricoltori, in crisi profonda , così come gli artigiani. Il commercio vede diminuire gli incassi. La questione dell’acqua al 50% non è stata ancora risolta. La viabilità cittadina è da terzo mondo. Di sviluppo industriale, neanche a parlarne. I servizi sanitari continuano a essere penalizzati. Si potrebbe continuare, ma correndo il rischio di divenire noiosi. Occorre un potentissimo colpo di coda, uno scatto di orgoglio dell’intera città, per progettare lo sviluppo futuro. E con grande velocità: non è più tempo, per la politica, di temporeggiare.


Autore : Giulio Cordaro

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