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notizia del 02/07/2011 messa in rete alle 13:30:24
Il Consiglio glissa sul condono
E’ ormai divenuta una costante, quella dello scioglimento delle sedute consiliari per mancanza di numero legale. Dietro questo espediente si nascondono frustrazioni ed aspirazioni di consiglieri scontenti che non hanno potuto coronare il loro sogno di sedere su una poltrona di assessore, ma anche l’unica via per prendere tempo ed arrivare alla seduta successiva con maggiori conoscenze dell’atto che doveva essere approvato. Anche se qualche ora prima della seduta è diventato prassi che il gruppo Pd si riunisca per coordinare ogni azione da intraprendere in consiglio, spesso questo metodo si è rivelato fallace se non addirittura controproducente perché poi di fatto nel corso della seduta si è registrato che alcuni consiglieri di maggioranza hanno fatto di testa propria facendo venir meno una linea che doveva essere percorsa. Ma c’è anche dell’altro, come sta accadendo in queste ultime sedute. Il consiglio, per via delle continue assenze dei dirigenti ai quali vengono richiesti chiarimenti e consigli prima che l’organo consiliare assuma deliberazioni di una certa importanza e che investono responsabilità dei singoli, si trasforma in una sorta di tribunale d’inquisizione con reiterati dialoghi a due. Botta e risposta tra dirigente e consiglieri o tra amministratori e consiglieri. Ne vien fuori quello spirito di corpo che tanto nuoce al buon andamento della seduta che spesso il presidente del consiglio Fava non riesce a controllare.
Andando nello specifico, ci sono volute tre sedute per deliberare il “piano di miglioramento dei servizi dei vigili urbani”. Una sorta di sanatoria per una delibera riferita al 2010, che pur approdata in consiglio, non è stata mai approvata per via dello scioglimento della seduta. Però è stata data come approvata, tanto che risultava pubblicata per il sistema informatico del Comune. Alla fine si è scoperto che c’è stata una fitta corrispondenza tra funzionari comunali e regionali, per “sanare” una situazione. Il Comune nel 2010 ha ricevuto circa 450 mila euro confluiti in un fondo speciale di bilancio e 350 mila di questi sono stati distribuiti ai vigili urbani. Ma come? Senza che il piano triennale 2010-2012 redatto dal dirigente (il comandante di polizia municipale), venisse approvato dal civico consesso? Proprio così. Si è trovato l’escamotage di fare riferimento al precedente piano triennale purchè venissero successivamente rispettate alcune condizioni. Questo metodo associato a tutti i pasticci che sono stati riscontrati nelle due sedute precedenti, ai consiglieri non è andato giù. Di qui il motivo dello scontro frontale in aula tra dirigenti e consiglieri. Questi “qui pro quo” il cittadino comune non li comprende e si chiede se questo è il modo che deve caratterizzare responsabilità politiche e tecniche. Il buon senso fa dire che per il bene della città sarebbe auspicabile una maggiore collaborazione tra amministrazione, consiglio e dirigenti funzionari comunali. Una più costante presenza in consiglio di questi ultimi, aggiunta ad un pizzico di umiltà in più non guasta, ma anche i consiglieri potrebbero esercitare con maggior senno quel diritto di controllo e di ispezione degli atti nell’arco di tempo intercorso tra una sospensione di seduta e l’altra. I motivi della inefficienza di questa maggioranza bulgara (sulla carta 25 consiglieri di maggioranza sostengono Fasulo) comunque, sono tanti: incomunicabilità tra consiglieri, attesa della sentenza del Cga, pressioni per rimodulare la giunta.
Ma andiamo alla seduta ordinaria di mercoledì 29 giugno. Si inizia subito con una richiesta di sospensione di trenta minuti da parte del capogruppo Pd Arancio per far chiamare i dirigenti che al momento sono assenti. Si riprende alle 21,36 con 17 consiglieri presenti. Trattandosi di una prosecuzione di seduta, si parte dall’ultimo punto rimasto in sospeso. Il presidente Fava rilegge l’atto riguardante il “piano di miglioramento dei servizi dei vigili urbani” , compresi i pareri tecnici e di regolarità amministrativa. L’atto che era stato emendato su proposta di Gulizzi, condiviso dai consiglieri con l’eliminazione dal corpo della deliberazione dei punti 4-5-6-7 e del comma 10, viene votato all’unanimità. Gulizzi, dopo un battibecco con il dirigente Guzzardi, accusata da quest’ultimo di essere poco attenta alla lettura degli atti, propone un altro emendamento con il quale, dopo avere ribadito che il consiglio ha votato l’atto “di sanatoria” per dovere istituzionale, chiede all’amministrazione di far valere ogni responsabilità nei confronti di funzionari e dirigenti che nella vicenda hanno avuto un ruolo diretto. Anche questo emendamento viene approvato all’unanimità. Alla votazione partecipano anche Cirignotta e Trainito, i quali vengono ringraziati da Gulizzi.
Si passa quindi alla trattazione del secondo punto riguardante la riconferma della partecipazione azionaria del comune ad alcune società di servizi. La volta scorsa il consiglio non si era espresso in quanto non aveva alcuna conoscenza dei bilanci e delle ragioni sociali di queste società. D’Assenza aveva chiesto che venissero messe in rete e l’assessore Rinelli si era espresso favorevolmente. Ma allo stato dell’arte non è successo nulla, così il consigliere fa richiesta formale di sospensione della seduta per consentire ai consiglieri di consultare gli atti “delle partecipate”. Cirignotta ritiene improponibile la richiesta di D’Assenza sostenendo che in un quarto d’ora non è possibile leggere negli atti e nei bilanci delle società e ritiene più giusto mettere in coda l’atto di cui si sta discutendo, cosa che viene condivisa dal consiglio comunale.
Viene affrontato, quindi, il punto riguardante la definizione agevolata dei tributi locali ai sensi dell'art. 13 della L. n. 289 del 27/12/2002 per gli anni d'imposta dal 2006 al 2010. Qui emergono divergenze di opinioni tra Gulizzi che si dice contrario all’approvazione e Cirignotta favorevole. Gulizzi avanza seri dubbi sulle eventuali refluenze che potrebbero esserci nei riguardi del Comune. Gulizzi è categorico: “Noi del Pd non vogliamo concedere il condono a chi non ha pagato l’Ici”. Cirignotta, interpretando come ostruzionismo il comportamento di Gulizzi, chiede che il regolamento venga letto articolo per articolo in quanto da una lettura attenta si comprenderà che il regolamento varato è legittimo e che consente a molti cittadini di mettersi in regola. Ne nasce un dibattito acceso cui spesso è costretto ad intervenire il presidente Fava per calmare gli animi. Per far chiarezza sulle conseguenze che potrebbero derivare dall’approvazione di questo atto, Gulizzi chiede alla dottoressa Guzzardi, quali somme andrebbero ad essere sanate. Il dirigente di settore risponde non avendo compreso i giusti termini della richiesta del consigliere, pretende che la stessa richiesta venga fatta per iscritto. Qui ne nasce un alterco ed una serie di accuse al dirigente. Su invito del presidente Gulizzi si accinge a formulare per iscritto la sua richiesta. Passa a presiedere la seduta Cirignotta che avvia la lettura articolo per articolo. Richiesta la verifica del numero legale, si va tutti a casa perché gli undici consiglieri presenti non consentono che la seduta prosegua legittimamente. Se ne parlerà a nuova convocazione.
La seduta di due giorni prima, era stata tutta incentrata sulla discussione del piano di miglioramento del servizio dei vigili urbani. Un dibattito molto animato perché si è cercato di capire il tenore della delibera incriminata ed anomala. Il dirigente Montana è ritornato spesso sulle sue argomentazioni che stentavano ad essere capite dai consiglieri. Molte le incomprensioni e le incongruenze fatte rilevare dai consiglieri. Si è andati avanti tra sospensioni di seduta e riprese dei lavori ma con nessuna serenità ed in ordine sparso. Sotto l’incombenza della scadenza del 30 giugno, termine entro cui occorre approvare l’atto, si arriva ad un compromesso: l’atto si approva “cassando i punti 4-5-6-7 ed il comma 10. Si vota, ma manca il numero legale. Il resto è noto.
Autore : Nello Lombardo
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