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Corriere di Gela | La città che vorremmo e che non c’é
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notizia del 28/10/2005 messa in rete alle 13:28:53
La città che vorremmo e che non c’é

A Gela abbiamo uno dei più potenti dissalatori d’Italia, ma ciò non basta, perché riusciamo a rimanere senz’acqua per una settimana. Siamo ormai abituati all’apertura di falle nelle condotte idriche cittadine, ma la novità di questi giorni è che le falle si sono aperte nella condotta recentemente rinnovata, quella in polietilene, che dovrebbe garantire lunga durata: hanno fatto bene, quindi, gli ambientalisti, a sollecitare l’intervento della Magistratura per verificare se i lavori siano stati eseguiti a regola d’arte.
L’acqua è indispensabile alla comunità. Con essa ci si lava, si cucina, si lavano le case e la biancheria, le strade e tutto ciò che ha bisogno di essere pulito. E’ impensabile che una città come Gela, dove si tenta di attirare turisti e imprese, possa rimanerne senza. Tra l’altro, come mi è stato ricordato all’ufficio dell’Eas qualche giorno fa, “l’Eas non garantisce la potabilità dell’acqua fornita”. Come dire che ti fanno il contratto, che pagherai la fornitura, ma poi dai rubinetti uscirà qualcosa di liquido ma non certo potabile.
Questa è la Gela del terzo millennio, che riporta gli stessi problemi del secondo millennio senza che abbiano trovato soluzione. La città che si presenta all’intera nazione, grazie alle telecamere di Sky, con un campo sportivo in condizioni terrificanti, mentre la costruzione del nuovo stadio è bloccata da contenziosi con i progettisti che non si riescono a comporre.
In altre città sono stati costruiti stadi da ventimila posti in sei mesi, da noi invece si perde tempo con poca praticità e lunghe e defatiganti discussioni.
Le polemiche, a Gela, sono all’ordine del giorno. In consiglio comunale, tra maggioranza e opposizione; dalle colonne dei giornali, tra esponenti politici di diversi partiti o tra esponenti dello stesso partito; dai microfoni delle tv locali. La politica locale dà continuamente ai cittadini un’immagine negativa, di scontro e di manovre sottobanco.
C’è una guerra interna nella Margherita, ma c’è una guerra interna anche nei Ds, come anche nei Comunisti italiani. Nell’Udc si trasmigra verso l’Mpa, il movimento autonomista di Raffaele Lombardo, Alleanza Nazionale è monca (anche il catanese Musumeci va verso un suo movimento autonomista) e di Forza Italia esiste notizia solo per qualche intervento dei consiglieri comunali e per qualche provocazione del gruppo giovanile.
L’immagine negativa viene rinforzata dalle cose che andrebbero fatte e invece non vengono fatte, dai problemi che si trascinano senza soluzione (e quando, raramente, la soluzione si trova, parte lo scontro per la paternità).
Provo a disegnare la Gela che vorrei, ogni tanto ci penso, mi guardo intorno e sto male. Penso a una città con un grande porto, utilizzabile dagli imprenditori e riferimento per le aree interne della Sicilia. Ad un aeroporto dal quale i nostri prodotti agricoli possano raggiungere velocemente i mercati del Nord Italia e del Nord Europa. Penso a servizi efficienti, a parcheggi capienti, a trasporti che funzionano, all’acqua che esce dai rubinetti. Penso a un Consorzio Asi che promuova veramente la nascita e l’allocazione delle imprese, e non sia solo una fabbrica di scartoffie, penso a cooperative di giovani che uniscono le loro forze per costruire il loro futuro, supportati da un Comune che si occupi veramente di loro e non solo della “legalità conclamata”. Penso a una città nella quale chi ha idee e iniziative venga aiutato e non ostacolato.
Una città nella quale la politica dibatta, come è giusto che sia, da diverse angolazioni e posizioni, ma alla fine sappia trovare il momento di sintesi per attuare strumenti positivi, per “fare” le cose, e non solo per garantire a ciascuno e ai propri amici qualche rendita di posizione.
Una città che diventi veramente punto di attrazione del comprensorio, divenendo Provincia come è aspirazione ormai secolare.
Ci sarebbe dell’altro, ma credo che sia sufficiente. E’ lecito sperare che i sogni possano diventare realtà?


Autore : Giulio Cordaro

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I Vostri commenti
il guaio del dissalatore è che è diventato della regione sicilia. sottraendolo a agip .secondo me. non si può continuare a immattere acqua e non vederla arrivare. Gela la conosco bene per esperienze c/o raffineria: la piaga di un servizio pubblico molto importante ed essenziale: l'acqua devono consegnarla a domicilio (ossia rivenderla ) prelevandola da chissà quale fonte; vendere i contenitori di contenimento:vendere pompe e stranezze varie: interventi di tecnici improvvisati per istallare i congegni vari : secondo me le autorità che prelevano i consensi cittadini per governare dovrebbero adottare la politica di istallare la vera rete idriga . i materiali per dette condotture oggi costano poco perchè plastica che è molto resistente e durevole e affidabile nel tempo. ma aimè .penso che non si possa a Gela. l'acqua è un problema serio che toglierebbe i presupposti di eventuali campagne elettorali .eppoi come farebbero a creare scompiglio tra amministrazioni e cittadini se non potranno pompare aria nei cotatori per poi richiedere cifre esorbitanti a poveri cittadini tenuti in totale disservizio per volere di amministratori incooerenti e organizzati a disaggiare i cittadini ? peccato i Gelesi, per quel che li conosco non meritano tanto Benedetto Patriarca

Autore: benedetto 
data: 13/11/2005
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