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Corriere di Gela | Quanto è strana questa città!
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notizia del 04/09/2006 messa in rete alle 13:20:33
Quanto è strana questa città!

“Vogliamo la spiaggia pulita” era lo slogan sui manifesti della “festa dello scoglio”, organizzata la settimana scorsa agli scogli di Manfria dall’Assessorato comunale allo sport.
Ed in effetti la spiaggia, prima della festa, pare fosse sufficientemente pulita. Dopo la festa, invece, la dorata sabbia di Gela, cantata da Quasimodo, era un immondezzaio, con lattine e bottiglie di birra, e rifiuti di ogni genere.
Ma non è tutto. La festa è stata organizzata sull’area demaniale, senza che gli organizzatori si fossero preoccupati di chiedere l’autorizzazione. Il luogo non era agibile, mancavano i requisiti di sicurezza e, dulcis in fundo, mancava anche l’autorizzazione per i pubblici spettacoli. Risultato finale: tutti al Commissariato e multa di mille euro per gli organizzatori (che ci auguriamo la pagheranno in proprio e non con fondi comunali).
Nella città della legalità l’osservanza delle norme deve valere per i cittadini ma, a quanto sembra, ne è esonerato il Comune, che può organizzare di tutto aggirando norme, leggi e autorizzazioni varie.
Non è un buon anno per l’assessore Donegani, che evidentemente tra i suoi collaboratori ha dei personaggi non del tutto affidabili. Prima la vergognosa vicenda del Gela Jt, nella quale si è “appiattito” (da febbraio a luglio) sulle scellerate e inconcludenti posizioni del Sindaco. Poi la festa dello scoglio abusiva. Infine, fresca fresca, la questione dei fondi alle società sportive – Gela Calcio fra tutte – stornati per gli spettacoli dell’Estate gelese: una questione che rischia di travolgere l’intera amministrazione Crocetta sotto i colpi dei partiti di tutti gli schieramenti, convinti che il consiglio comunale sia stato preso in giro e mortificato. Se ci fosse a Gela un’emittente con una trasmissione come “Striscia la notizia” dovrebbe tenere a casa un’apposita vetrinetta per contenere tutti i tapiri in arrivo.
Città della legalità: ogni volta che lo sento dire non posso fare a meno di abbozzare un sorriso amaro. La definizione è buona solo per chi vive a centinaia o migliaia di chilometri da Gela e apprende le notizie solo per via mediatica, non certo per chi ci vive.
Nella città della legalità ci sono le feste abusive, ma c’è anche un Piano Regola-tore Generale che non vede la luce perché è più conveniente concedere le licenze con varianti e accontentare tutti, c’è un Co-mandante dei Vigili Urbani indagato per abuso di potere, che utilizza gli ausiliari del traffico in servizi non di loro competenza, che manda i vigili a fare le multe con l’autovelox in un’auto priva di assicurazione, che abusivamente non ottempera alle delibere del consiglio comunale in materia di parcheggi. C’è una macchina burocratica comunale che è stata ridotta a pezzi, e non basteranno dieci anni per riportarla a livelli accettabili. C’è un sindaco che è forte con i deboli e debole con i forti: di fronte alle contestazioni politiche, quando si accorge che tira brutta aria, diventa “pecorella” e dichiara la disponibilità al dialogo, ma quando il temporale passa torna a fare il bello e cattivo tempo.
E nella città della legalità ci sono (o meglio ci sarebbero, perché credo sia una grande “bufala”) le toccatine dei vecchietti della Villa Garibaldi alle badanti dell’Est. Questa presunta “bufala”, svelata da una tv locale, ha colpito l’immaginario di molti operatori dell’informazione, ed è stata quindi riportata da televisioni e quotidiani nazionali. Tra questi il Corriere della Sera, che in un articolo di Felice Cavallaro parla della “scandalosa Gela che fa sempre parlare di sé per mafia e racket”. I soliti luoghi comuni che non si riesce ad eliminare grazie anche alla co-stante opera del Sindaco.
Ma l’inviato fa di più: per dare “colore” all’articolo riporta le dichiarazioni di Cro-cetta (e mi pare giusto perché è il Sindaco) e di Silvana Grasso, per la serie “se non è zuppa è panbagnato”.
Ora, con tutto il rispetto per Silvana Gras-so, che al Corriere della Sera ha regalato il solito divertente e pepato teatrino, credo che un inviato di un quotidiano nazionale avrebbe potuto sentire anche qualche altra persona qualificata ad inquadrare la notizia nelle sue esatte dimensioni. E invece no, ha privilegiato i luoghi comuni e il “colore”, nel quale la Grasso è insuperabile.
Perché ormai Gela è questa, lo si voglia o no: la città “scandalosa”, preda della mafia e del racket, nella quale c’è un Sindaco che, da solo, lotta per la legalità. Tutto il resto sono piccole storie di piccoli uomini.


Autore : Giulio Cordaro

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