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notizia del 01/03/2010 messa in rete alle 13:19:40
Sviluppo? No, grazie!
“Bisogna garantire a questa città tutte le possibilità per uno sviluppo necessario a renderla un grande centro di riferimento per l'economia dell'area”; affermazioni simili a questa, onnipresenti soprattutto nei periodi di campagna elettorale, certamente non tarderanno ad essere esplicitate neanche nell'ennesima “data cruciale” per Gela.
La primavera si avvicina a passi sempre più lunghi, i partiti politici fremono, il palazzo di città, dopo l'esperienza commissariale, attende nuovi inquilini.
A differenza delle ultime tornate elettorali, tutte imperniate sull'impegno antimafia dell'ex primo cittadino, Rosario Crocetta, quella che verrà sembra proprio caratterizzarsi per il tentativo di strutturare un possibile piano a lunga scadenza finalizzato ad affermare, definitivamente, il primato economico gelese, perlomeno in provincia.
Si parla tanto, non a caso, di una decima entità amministrativa in Sicilia: quella, appunto, facente capo alla città dell'antimafia.
I progetti e le parole, però, non sempre trovano riscontro nella cruda realtà: partiti, o quello che rimane delle loro fondamenta; singole personalità istituzionali, sempre più confuse con itineranti pacchetti di voti, indifferenti ad ogni velleità ideologica; rappresentanti di categorie, sindacali, produttive; tutti appaiono impegnati a tracciare un indeterminato futuro gelese, denso di propositi ma, al contempo, assai avaro di raccordi con un presente decisamente indefettibile.
Solo lunedì, mentre i lavoratori dell'indotto Eni cercano ancora, a fatica, di comprendere le future sorti dei rispettivi destini, dipendenti, come ovvio, dalle scelte industriali del gigante multinazionale, il paventato Consiglio Comunale monotematico si spegneva per assenza del numero legale: troppo importante la tessitura delle future trame elettorali per accorgersi che un fondamentale “bacino elettorale” (nuova manifestazione del lavoro gelese) rischia di tracimare, producendo, così, esclusivamente macerie. Questa volta, almeno, l'anticipato rompete le righe non è giunto a causa della passione calcistica di molti rappresentanti del popolo: si sa, quando la Champions League chiama è difficile resistergli.
Ci riferiamo allo stesso consesso civico che, al pari delle rappresentanze datoriali e del lavoro, si occupa tanto della collocazione del mercato settimanale, senza riuscire ad individuare “piccoli” segnali di dissesto sociale, indotti, come da decenni, dal crimine organizzato o, comunque, da individui sempre più convinti di poter tranquillamente risolvere le “questioni” facendo leva sulla mera violenza, materiale o anche psichica.
Mentre si pondera il futuro economico-industriale della città, il normale sabato sera gelese si colora di un acceso rosso fuoco, accompagnato dall'acre essenza di materiale arso dalle fiamme: la stazione di servizio “Esso” gestita da Giovanni Lorefice e Angelo Bennici, collocata proprio sull'arteria stradale che si estende fino a Catania, ha rischiato la definitiva scomparsa, indipendente, però, da un qualsiasi “dissesto economico”.
Chi vuole essere pagato o non ritiene più sufficiente ciò che ha già ottenuto, ha voluto informare i propri interlocutori; tutto questo, a quanto pare, salvo alcune stringate dichiarazioni rilasciate dal presidente dell'associazione antiracket, Renzo Caponetti, non sembra preoccupare più di tanto: era già successo nella stessa attività commerciale lo scorso 26 Agosto; cose loro insomma, chissà che c'è dietro.
Solo due giorni prima il furgone-frigorifero appartenente ad Agatino Falsaperla, commerciante nel settore ittico, si era improvvisamente “illuminato”, certamente non per un fenomeno legato alla tanto temuta “autocombustione”, bensì a causa di benzina innescata da un accendino: altro “regolamento di conti”; al sorgere del sole, però, reazioni pari allo zero assoluto.
Anche la settimana ancora in corso ha avuto la sua necessaria inaugurazione; sempre la strada statale 117 bis, nuovamente una stazione di servizio, ancora una porta forzata: l'incasso delle macchine da gioco sottratto; anche in quest'occasione un atto da interpretare, mero furto oppure avviso a breve scadenza?
Prese di posizione?
Ma si tratta di un semplice furto, se ne verificano a centinaia ogni giorno, in qualsiasi città d'Italia, perché preoccuparsi, ci sono le nuove liste da completare e il tempo a disposizione inizia a scarseggiare.
Il divario tra istituzioni civiche e cittadinanza si rafforza ancor più: ma anche questa volta, ne possiamo essere certi, l'agognato sviluppo si riproporrà dal palco allestito per l'occasione in piazza Umberto I.
Autore : Rosario Cauchi
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