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notizia del 01/09/2012 messa in rete alle 13:12:08
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Il Pd consacra Saro Crocetta
Di candidati alla Presidenza della Regione Siciliana, allo stato dell'arte, se ne contano almeno 10. Con pedine che fanno su e giù, a primo acchito pare come assistere ad una gara di scacchi. Poi osservi meglio ed anziché da una strategia attenta e lucida, sembrano mosse dettate dall'intuizione del momento, magari improvvisando. Una decisa tendenza a simulare e quindi a “bluffare”, invero esibita, inducono in definitiva a pensare più ad un giro di poker attorno un tavolo con tutta evidenza per ora allargato, in attesa che agli altri finiscano le fiches. In politichese è “tatticismo”, tradotto è “navigare a vista”.
Di fatto, l'assenza nel complesso di piattaforme programmatiche è manifesta, così come la frammentazione del quadro partitico, tanto da postulare la convinzione sempre più diffusa che la contesa riguardi solo ed esclusivamente la poltrona a Palazzo d'Orleans. Se andassimo a votare con lo schema attuale in campo, sarebbe difficilissimo - persino clamoroso - un esito che vedesse il candidato eletto disporre anche della maggioranza all'Ars. Del resto, nella terra del gattopardo, l'ultima esperienza dimostra come sia sempre possibile fare 4 (o 5 governi, se teniamo nel debito conto anche l'attuale giunta in carica) senza nemmeno terminare una legislatura.
La scadenza per la presentazione del listino (il cui capolista è il candidato alla presidenza) e delle liste provinciali collegate, ricade tra la mattina del 27 ed il primo pomeriggio del 28 settembre. C'è ancora quasi un mese, dunque, per capire se attorno al tavolo siedano davvero giocatori incalliti ed esperti calcolatori, oppure se il tavolo stesso sia un intero bluff, il cui trailer in anteprima è stato girato alle amministrative di Palermo con le sole 9 liste che hanno superato lo sbarramento delle decine presentatesi. All'Ars, la soglia è il 5% (regionale). Secondo i sondaggi, sono al sicuro Pds (ex Mpa), Pd, Pdl, Udc, 5 stelle, Grande Sud. A rischio le liste uniche Sel/Fed.Sin./Verdi e Pid/Noi Sud. A forte rischio, l'Idv.
Considerando solo i gruppi presenti all'Ars, Crocetta (Pd, Udc, Api), Micciché (Grande Sud, Pds, Mps, Fli) e Musumeci (Pdl, Pid) sarebbero ancora i rispettivi «candidati in pectore». In realtà, nel momento in cui scriviamo, a Palermo si svolge la direzione regionale del Pd e secondo forti indiscrezioni filtrate all'esterno il sostegno a Crocetta è ufficiale. Per l'europarlamentare è un deciso passo in avanti di cui Fava ed Orlando dovranno prendere atto. L'ipotesi di una ricomposizione della foto di Vasto (Pd,Sel,Idv) in Sicilia, senza l'Udc e con una candidatura diversa da quella di Crocetta, dopo la decisione del Partito Democratico è destinata a scemare. Un'ipotesi che Bersani vuole a livello nazionale in vista delle prossime politiche, in un contesto ed un sistema elettorale lontanissimi da quelli siciliani. A questo puntro, Sel e Idv dovranno decidere se proseguire da soli alla ricerca del 5%, oppure accettare l'alleanza con l'Udc, magari mettendo sul piatto della trattativa la vice-presidenza e/o qualche assessorato importante in giunta, ovvero ancora la Presidenza dell'Ars.
Sul fronte del centro-destra, ricomposto e spaccato nel giro di 1 settimana, ad oggi sono prevalsi i veti dei colonnelli berlusconiani. Un intervento risolutivo del cavaliere, casualmente all'ultimo momento, potrebbe mettere tutti in riga e portarli sotto l'ala dell'amato Micciché. Fli e Fini sarebbero costretti ad ingoiare il rospo, ma vedrebbero sacrificati sull'altare della riproposizione del centro-destra di 4 anni fa, proprio Musumeci e La Destra del nemico giurato Storace.
Autore : Filippo Guzzardi
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