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notizia del 22/08/2009 messa in rete alle 12:53:55
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Il Pd verso il congresso
Dove va il Pd di Gela? E’ la domanda che tutti si pongono ma che non viene fuori con chiarezza nonostante i comunicati, qualche incontro estivo pubblico e qualche altro a carattere privato. Due le anime nazionali: quella di Bersani e quella di Franceschini, i quali puntano alla costruzione di un partito con caratteristiche diverse. Ci sarebbe anche la mozione Marino, ma è marginale, seppure fondata su buoni propositi.
E’ Bernardo Mattarella, figlio del presidente Dc della Regione siciliana Piersanti Mattarella, assassinato dalla mafia nel 1980, parlamentare regionale del Pd da due legislature, il candidato della mozione Bersani per la segreteria siciliana del partito. E’ stato scelto lui a rappresentare in Sicilia la posizione politica di Bersani, pur provenendo dalla ex Margherita, ma comunque, in fatto di progettualità e strategia politica, vicino all’ex Pds. Mattarella, come del resto Bersani, ha in mente la costruzione del partito che abbia come scelta prioritaria quella di impegnare le migliori risorse e tutte le energie nuove, nel sud nel centro e nel nord. Portatore di un disegno siciliano (la sua mozione regionale programmatica e congressuale – ndr) alternativo al berlusconismo, si è impegnato a costruire un progetto politico economico e sociale alternativo al PdL siciliano, coinvolgendo tutte le forze politiche del centrosinistra dentro e fuori l’Ars.
Questo per quel che riguarda la posizione congressuale in Sicilia.
Nella nostra città riesce difficile capire quali siano gli schieramenti dei nostri politici di estrazione diessina. Tutti dicono di essere con Bersani, ma con quelle contraddizioni di fondo che sottendono solo posizioni di potere. Purtroppo dobbiamo constatare che nel nostro territorio l’anima dello scontro congressuale sembrerebbe configurarsi in una becera querelle tra quadri vecchi e quadri giovani e scelte opportunistiche basate non su progetti che puntano a unificare il partito, ma a dividerlo. Certo, c’è chi crede nel cambiamento, comportandosi poi di conseguenza ma c’è anche chi ne parla o lo invoca, e basta e tutto finisce lì.
Era risaputo che l’ex sindaco Crocetta aveva come referente Walter Veltroni e successivamente Franceschini. Adesso sembrerebbe sulle posizioni di Peppe Lumia, che si candida al di fuori dello schema nazionale.
Anche l’on. Miguel Donegani ha sposato , e non da ora, la linea Bersani e si è uniformato alle indicazioni del leader nazionale, sostenendo Bernardo Mattarella.
Per Donegani occorre smetterla con tentativi isolati, frutto di iniziative personali. E’ necessario costruire un partito con una struttura lineare che agisca come un tutt’uno, senza guardare al passato, smettendo di dividersi tra ex democristiani ed ex comunisti.
E l’on Speziale come la pensa? Anche lui è sulla linea Bersani, ma in Sicilia sosterrebbe Lumia anziché Mattarella. Se questa è la situazione nella nostra provincia, lo stesso frazionismo si registra anche nelle altre province. Di qui lo scetticismo del cronista. Il congresso siciliano del Pd di settembre può rivelarsi un congresso bluff. Potrebbe esserci un animato dibattito, ma non si esclude che si possa arrivare ancora una volta a scissioni di recente memoria. Un vero congresso dovrebbe essere caratterizzato dal coraggio di chiudere una volta per tutte col passato. La verità è che nessuno dei cosiddetti leader ex Margherita ed ex Pds nel nostro territorio come nel resto della Sicilia abbiano voglia di mettersi in discussione mettendo al tempo stesso in discussione una intera vita dedicata alle cause perse ed a quelle vinte. Quindi, un congresso che non servirà a niente. E’ nostra impressione che tutti gireranno attorno al problema dei problemi senza affrontarlo: l’identità del partito. Per capirci di più abbiamo chiesto di spiegarci la situazione al capogruppo consiliare del Pd Totò D’Arma. Personalità di mediazione, ha puntato sempre, rinunciando spesso a posizioni che lo avrebbero promosso ai vertici della politica, alla costruzione di un partito unitario fuori da ogni settarismo preferendo sempre discutere ed accordarsi sulle cose che uniscono, anziché su quelle che dividono. Anche Totò D’Arma, che ha aderito alla ReD, è sulle posizioni di Bersani e sostiene coerentemente la candidatura di Mattarella al congresso di settembre.
“Occorre ripristinare il concetto dell’appartenenza con progetti chiari per una società in evoluzione – afferma D’Arma – vogliamo ridisegnare un partito assieme a Bersani che sappia costruire un progetto per l’Italia legato alle peculiarità del territorio, senza naturalmente ritornare all’Italia degli staterelli”.
Per Totò D’Arma quando in Sicilia si parla di autonomismo tanto a sinistra quanto a destra, è pretestuoso e si tratta di un falso problema perché si tratta di un disegno subdolo che punta su un’Italia dove si creano nicchie di autonomismo avulse dal contesto dell’unità nazionale.
“Se dobbiamo batterci per un autonomismo siciliano – continua D’Arma – occorre aprire un confronto con tutte quelle forze politiche che puntano su questa nuova visione della politica. Se è una cosa seria è chiaro che dovrà aprirsi una discussione sull’autonomia, altrimenti diventa una mossa opportunistica. Allora facciamo una grande battaglia per l’autonomia reale in una logica complessiva nazionale. Dobbiamo fare in modo di unire le realtà territoriali, la piccola imprenditoria del nord col sud (lavoratori autonomi, precariato), aprendo un confronto sulle grandi infrastrutture. Occorre creare un partito che possa rappresentare tutti in maniera unitaria a Gela, Palermo e Roma.
Allora se differenze devono esistere devono vertere sui contenuti, sulle scelte di fondo per la rinascita delle nostre realtà e non per calcoli personali. Occorre lavorare per rilanciare un forte centro sinistra per unificare l’Italia anziché dividerla”.
Prevarrà questa linea o quella di Franceschini o Marino. Per ora di certo c’è che tutti si nascondono e preferiscono non uscire allo scoperto. A memoria d’uomo non assistiamo da almeno due anni a confronti democratici dei nostri parlamentari i quali preferiscono parlare dal pulpito anziché scegliere la linea del confronto e del dibattito pubblico. Probabilmente qualche settimana prima del congresso verremo a sapere che sono prevalsi i soliti tatticismi per interessi di bottega anziché per il bene della nostra terra.
Autore : Nello Lombardo
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