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notizia del 14/11/2010 messa in rete alle 12:53:24
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Intervista a tutto campo al sindaco Fasulo
Abbiamo incontrato il sindaco Angelo Fasulo, quando sono passati oramai 100 giorni dalla sua elezione a primo cittadino di Gela: occasione propizia per stilare un primo resoconto sull'attività della sua amministrazione. Non sono mancati, certo, gli ostacoli da subito. Non appena insediatosi, Fasulo è stato investito della crisi del Gela calcio, con il baratro della scomparsa definitiva del calcio professionistico gelese, a causa di impegni presi in pompa magna da altri e puntualmente disattesi. In quest'occasione, cioè immediatamente, il neo sindaco ha toccato con mano l'eredità che gli è stata lasciata, alquanto povera in termini di risorse finanziare, con le casse comunali praticamente vuote. A ciò dobbiamo aggiungere una macchina burocratica da oliare e riorganizzare dopo mesi di commissariamento; nonché un consiglio comunale con una maggioranza uscita formalmente dalle urne, alquanto risicata. Oltre a dover gestire un'alleanza che è passata alle cronache come un caso di laboratorio politico, quasi con imbarazzo Fasulo ha dovuto assistere ad una ricomposizione del gruppo Pd non fedelissima al responso elettorale e consacrata allorché s'è trattato di eleggere il Presidente del Consiglio comunale. Il tutto in attesa di un ricorso che nel suo esito ha ridisegnato la geografia politica del civico consesso. Nel frattempo, c'è un bilancio comunale approvato in pieno novembre, quindi uno strumento tecnico più che politico. Eppure in questo breve lasso tempo del mandato, tra non poche difficoltà iniziali e le solite immancabili emergenze da rincorrere, qualcosa è stato fatto. Di quanto esposto in precedenza ed altro, ne abbiamo parlato con il sindaco Fasulo, a cui abbiamo rivolto 8 domande.
– Sindaco Fasulo, lei è stato eletto a capo di una coalizione di centro-sinistra allargata al Movimento per l'Autonomia, che ha il suo riferimento a Gela nell'on. Pino Federico, Presidente della Provincia. A Palermo, il Pd appoggia un esecutivo tecnico presieduto dal numero uno del MpA, Raffaele Lombardo. Prove generali di nuove alleanze per i prossimi appuntamenti elettorali?
«E' una fase in cui il Pd sta seriamente lavorando su come costruire un'alternativa al Berlusconismo ed al centro-destra sia a livello nazionale che regionale. E ciò, in primis, guardando oltre il proprio orticello e dialogando con altri partiti con cui convergere su alcuni punti fermi condivisibili. L'intesa che ha portato alla mia elezione può essere una soluzione ed indicare la via maestra, non a caso si è guardato a Gela come ad un caso di laboratorio politico. Ma non è detto che nel frattempo maturino altre scelte, magari diverse oppure semplicemente rivolte ad allargare il fronte comune. Nel Partito Democratico avevamo intercettato alcune sofferenze all'interno dell'UdC e la spaccatura maturata in questi giorni non ci ha sorpresi né tantomeno spiazzati. Con ragionevolezza, si può affermare, più in generale, che tale divaricazione non passerà certo inosservata. Parimenti e con ovvio interesse, si guarda al movimento di Vendola».
– La decisione del Tar le consegna una maggioranza che l'ha sostenuta in campagna elettorale forte di 18 consiglieri nel civico consesso. C'è chi parla, peraltro, di una maggioranza allargata, quasi bulgara, a sua disposizione. E si vocifera, altresì, di un imminente rimpasto. Cosa ha da dire al riguardo?
«Io sono il sindaco eletto dai cittadini da cui sono direttamente legittimato ed a cui devo rispondere sul piano delle gestione amministrativa. Fa piacere ricevere qualsiasi premio, anche quello di maggioranza consegnatomi addirittura da un Tribunale Amministrativo Regionale ed è chiaro che tra il Sindaco e la sua coalizione dev'essere garantito e perpetrato un rapporto di lealtà e correttezza reciproca, così come sanzionato dal responso elettorale. Da primo cittadino, invero, non posso esimermi dal raccogliere un invito esterno alla stessa coalizione, se diretto a produrre un atto, un provvedimento o una qualsiasi scelta che rispondano all'interesse della città. Gela ha bisogno dell'aiuto di tutti, purché senza secondi fini. L'esperienza e la dialettica politica ci insegnano che l'eventualità di un rimpasto è sempre possibile. Magari accade domani. Nel momento in cui le rispondo, però, non rientra fra le priorità».
– Quali sono, allora, le priorità nella sua agenda politico-amministrativa?
«Prima di partire per questa avventura, la cosa che ci siamo riproposti è rendere Gela davvero una città normale, migliorando innanzitutto la qualità della vita e l'arredamento urbano. Significa battersi per nuove infrastrutture, opere pubbliche e spazi ricreativi, senza però dimenticare l'ordinaria e, soprattutto, corretta manutenzione di quanto già esistente. Sappiamo che Gela vive uno stato di grazia sportivo e vogliamo supportarlo dialogando con i privati che intendono investire su questo importante veicolo d'immagine della città. Di concerto con l'Ato CL2, stiamo puntando sulla raccolta differenziata che già altrove ci invidiano, fino a farla diventare, preferibilmente, un autentico fiore all'occhiello. Sotto questo profilo, un fondamentale aiuto al corredo urbano ed al problema dei rifiuti, tenendo d'occhio l'impatto ambientale, lo fornirà l'impianto di compostaggio di cui c'è stata già la posa della prima pietra nel consorzio Asi. In ordine all'abusivismo ambulante ci stiamo già lavorando e per quanto concerne l'abusivismo edilizio una grossa mano ce la darà il Prg. Avevamo messo nel conto che avremmo dovuto da subito rincorrere le emergenze, più o meno inaspettate, come quelle che affiorano, puntuali, quando piove a dirotto per diverse ore. E sappiamo che molto di quanto fatto in questi mesi vedrà i propri frutti più avanti. C'è tanto lavoro che ci aspetta, ma che non ci spaventa, perché c'è altrettanto entusiasmo».
– Il cuore del bilancio comunale ed il motore della macchina comunale sono le entrate e le uscite. La domanda, pertanto, è d'obbligo: in che condizioni versa il gettito delle finanze del Comune?
«La situazione economica è estremamente difficile. Nell'anno in corso la possibilità di spesa è vicina allo zero, perché con le spese effettuate prima delle elezioni si rischia di sforare il patto di stabilità, mentre l'indebitamento generale dell'ente è notevole. Se poi si aggiunge che i trasferimenti nazionali sono stati ridotti si capisce bene quale grave situazione affronta il comune. In ogni caso, credo che non ci sia nulla di irrimediabile: dobbiamo solo ridurre le spese e lavorare alle entrate».
– Molti sindaci si lamentano dei tagli previsti dal governo centrale. Anche lei si unisce al coro? E se è così, in che misura le riduzioni influenzano le disponibilità comunali?
«I comuni sono tutti in difficoltà economica. Sommare alle difficoltà create dal patto di stabilità, quelle che riguardano i tagli spese in alcuni settori e la riduzione dei trasferimenti da parte del governo centrale, lasciando immutate le competenze, anzi, aumentandole, è veramente insensato. I servizi di competenza comunale sono tutti essenziali e non è possibile pagare i debiti, fornire servizi sempre più costosi, intervenire su una povertà dilagante, con risorse che si riducono sempre più ogni giorno».
–Dopo questi primi cento giorni, ci crede ancora nella “rivoluzione culturale” su cui ha tanto insistito nel rapportarsi con gli elettori in procinto di recarsi alle urne?
«Oggi sono sicuro che è possibile cambiare Gela proponendo una “rivoluzione culturale” nei rapporti tra cittadini ed amministrazione ed in ogni attività. Quello che noi abbiamo proposto durante le elezioni è stato scelto dagli elettori e quello che stiamo facendo nell'amministrazione quotidiana è condiviso dai cittadini, nelle scuole, nel settore dei servizi sociali, nelle forniture dei servizi. Credo che Gela sia pronta per una svolta e pur se attraversiamo un momento economicamente difficile la risposta è stata immediata e decisa. Noi andiamo avanti».
– Fino a qualche mese fa lei era consigliere provinciale. Da giovane è stato anche consigliere comunale. In sostanza, ruoli più istituzionali che di gestione di governo. Ora lei da sindaco ha una responsabilità diretta verso cittadini. Quali sono le differenze più evidenti, anche nei rapporti con la famiglia e la vita privata, nonché le difficoltà, se ci sono state, nel cimentarsi in questo ruolo, sia sotto il profilo dell'attitudine mentale che da un punto di vista prettamente pratico?
«Fare il sindaco di una grande città è cosa diversa dalla partecipazione al consiglio comunale e provinciale. E' ovviamente un compito molto più impegnativo, ma anche più coinvolgente ed interessante, giacché si può fare molto di più per la comunità dove si vive. Ad oggi credo di riuscire a conciliare l'impegno amministrativo con la famiglia e con l'attività professionale, ovviamente con grandi sacrifici personali. Ma posso aggiungere che riesco anche ad incontrare regolarmente i miei amici ed a praticare un po' di sport che fa sempre bene».
– Sindaco, siamo alla fine dell'intervista, ma più che una domanda, preferiamo rivolgerle un invito: a margine di questi primi cento giorni, che voto dà a se stesso ed alla sua giunta?
«Mi sento soddisfatto di quello che stiamo facendo, l'impegno è massimo. I primi risultati cominciano ad arrivare, altri sono certo arriveranno ed i programmi della giunta sono ambiziosi. Il voto spetta ai cittadini di Gela, anche se siamo solo all'inizio di un mandato che dura cinque anni».
Autore : Filippo Guzzardi
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