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notizia del 22/08/2009 messa in rete alle 12:50:45
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La Commissione speciale d’inchiesta critica duramente la giunta Crocetta
L'approvazione di una delibera del Consiglio Comunale, risalente allo scorso 19 febbraio, non aveva mancato, già allora, di suscitare vive contestazioni e veementi affronti incrociati: le svariate prese di posizione, estrinsecatesi mediante esposti e determine dirigenziali, dell'ex burocrate del settore Ecologia, dott. Roberto Sciascia, concernenti decisioni e procedure amministrative, a suo avviso assai lontane dai parametri della trasparenza, avevano, infatti, costretto il civico consesso ad una decisione “estrema”, ossia l'istituzione di una speciale commissione d'inchiesta, la cui guida venne affidata all'attuale Presidente dell'assemblea civica, Giuseppe Di Dio.
Compito esclusivo della stessa era quello di porre ordine innanzi ad eventuali “confusioni” gestionali e, qualora possibile, disvelare possibili violazioni perpetrate a danno della macchina comunale.
A tal fine, lo speciale organo, sotto la supervisione dello stesso Giuseppe Di Dio, ha potuto contare sull'apporto di altri componenti, tutti provenienti dagli scranni della massima istituzione civica locale: Giacomo Gulizzi del Pd, Paolo Cafà di DeS, l'indipendente Fabio Collorà, Lucio Greco del Pdl, Salvatore Gallo dell'Udc e Carmelo Susino dell'Mpa.
I lavori, iniziati il 17 marzo, si sono recentemente conclusi con il solenne atto finale: la stesura di una relazione riassuntiva dell'intero ciclo di attività, peraltro prolungatosi oltre il termine originariamente statuito.
Il relativo testo consta di giudizi e ragionamenti, dedotti dalle dichiarazioni rese, innanzi all' “entità investigativa”, da dirigenti comunali e componenti di organi direttamente interessati alle materie oggetto di analisi (gare d'appalto, impianto trattamento inerti, gestione del servizio di raccolta rifiuti), fra questi lo stesso ingegnere, Roberto Sciascia, e l'amministratore dell'Ato rifiuti Cl2, Francesco Liardo. Primo interrogativo emerso nel corso dell'attività: come giustificare l'adozione, da parte dell'amministrazione comunale, di un differente modo d'agire, rispetto all'aggiudicazione dell'appalto per i lavori di manutenzione ed impianti a verde dei cimiteri di Farello e Caposoprano?
In siffatto procedimento l'impresa Agati Francesco, risultata vincitrice, perse la possibilità di avviare i lavori, dopo aver stipulato regolare contratto in data 2 agosto 2007, a seguito di un'informativa prefettizia, identificata, anche dal consulente comunale in materia legale, avv. Stefano Polizzotto, come atipica, nonostante mancasse di ogni richiamo a reati di tipo mafioso, attestando esclusivamente il rinvio a giudizio dello stesso Agati con l'accusa di turbativa d'asta: contravvenendo, così, al disposto di cui all'articolo 1 septies del d.l. n. 629/1982.
Valutazioni opposte a quelle svolte, dalla medesima amministrazione, innanzi ad un'analoga vicenda, conclusasi, però, con la definitiva assegnazione dell'appalto e la partenza dei necessari lavori.
Secondo quesito emerso: come spiegare il mancato avvio dell'impianto per il trattamento dei materiali inerti prodotti dall'attività edilizia?
Con ordinanza n.1166 del 18 dicembre 2002, il Commissario delegato per l'emergenza rifiuti e per la tutela delle acque in Sicilia, l'ex Presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, finanziava la costruzione della struttura presso il comune di Gela, per un costo totale di 2,3 miliardi delle vecchie lire: il cantiere si chiudeva entro un breve periodo, e l'opera veniva collaudata nel Maggio dello stesso anno, collocata, in un primo tempo, all'interno della discarica sub-comprensoriale di contrada “Timpazzo”, e successivamente nell'autoparco di contrada “Farello”, ove non ha mai iniziato a svolgere l'originaria funzione, ossia quella di rigenerare il materiale inerte, destinandolo a nuovi usi; il danno erariale stimato può individuarsi in 1.310.713,11 ?, comprensivo delle perdite sostenute a causa dell'esigenza di smaltire gli inerti in altre discariche.
Terzo punto interrogativo: i costi della gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti.
Si tratta di un passaggio imprescindibile dell'intero atto conclusivo approntato dalla speciale commissione, assurto, peraltro, ad oggetto di dibattito di un importante processo penale, denominato “Munda Mundis”, attualmente in corso tra le mura del Tribunale di Gela.
Con verbale di aggiudicazione del 26 ottobre 2001 la gestione del servizio veniva affidata ad un raggruppamento temporaneo di imprese, in totale otto, destinato a ricevere una somma di € 7.459.198,41, ossia € 286.679,81 mensili, a copertura di un periodo di attività di 26 mesi.
Ma due interventi amministrativi contribuivano a mutare drasticamente simili pattuizioni: una perizia di variante e suppletiva, sostenuta da determina dirigenziale n.57 del 17 giugno 2002, imponeva talune maggiorazioni agli importi già concordati, giustificate dall'introduzione di ulteriori compiti in capo all'entità appaltatrice, determinando un progressivo innalzamento del prezzo versato da parte del Comune in favore del raggruppamento temporaneo di almeno€ 62.783,63 al mese; il 21 aprile 2004, in presenza di un contratto di affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti scaduto da tre mesi (la data naturale di conclusione dello stesso era, infatti, quella del 31 gennaio 2004), un accordo scritto, sancito dal Direttore dei Lavori, ingegnere Antonio Giudice, e dal rappresentante dell'impresa capogruppo, fissava un nuovo prezzo mensile, a sostegno degli aumenti intanto registratisi per la manodopera, il carburante ed i mezzi, individuato in € 473.297,95, per una crescita del 65%, in mancanza di un qualsiasi atto amministrativo di giunta a sostegno dell'iniziativa.
Secondo le provvisorie stime rese note dall'organo d'indagine, dunque, il danno erariale derivante dalle strategie assunte dall'amministrazione comunale in materia di gestione e smaltimento dei rifiuti andrebbe calcolato in € 12.963.858,00, da sommare, inoltre, alle spese sostenute per il trasporto periodico verso la discarica autorizzata di Siculiana (€ 1.335.040,00), raggiungendo così la cifra di € 14.298.898,00.
Cifra eccessiva ed immotivata, almeno stando alle dichiarazioni rese innanzi ai componenti della commissione, dall'amministratore delegato dell'Ato rifiuti Cl2, Francesco Liardo, titolare della carica dal febbraio del 2006: il quale, per siffatte ragioni, ed in mancanza di adeguate motivazioni istituzionali, ha, fin dal suo insediamento, puntualmente disconosciuto i canoni, così come risultanti dai più recenti interventi, apportando, a sostegno delle proprie posizioni, esempi pratici, come quello del comune di Niscemi, corrispondente ad un terzo di quello di Gela, perlomeno con richiamo all'attività di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, ove il costo sostenuto non supera i € 90.000,00 al mese.
Quali interessi, si chiedono i redattori del testo in esame, sono stati in grado di prevalere sulla tutela dei conti pubblici e sull'oculata gestione delle casse comunali? v
Come accettare l'imposizione di ulteriori oneri economici per attività e servizi già inclusi nell'originario contratto stipulato tra stazione appaltante e società appaltatrici (si consideri la voce inerente la raccolta dei rifiuti urbani pericolosi, già ricompresa nell'atto negoziale stipulato nel 2001, ma comunque indicata come nuovo onere nella perizia di variante e suppletiva)?
La principale accusa mossa dai componenti dell'entità d'indagine verso l'operato dell'amministrazione Crocetta, nei settori presi in considerazione, è dunque quasi susseguente: “la scelta poco oculata di funzionari, privi di requisiti, chiamati dal sindaco a dirigere delicati settori della vita amministrativa comunale”; senza trascurare, inoltre, le ambiguità legate a rapporti troppo intensi instauratisi tra primo cittadino e taluni operatori della locale imprenditoria.
Autore : Rosario Cauchi
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