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notizia del 27/10/2012 messa in rete alle 12:34:01
Compiti gravosi
Il vento della cosiddetta antipolitica soffia implacabile sui pochi temerari che hanno scelto di tenere comizi in Piazza Umberto I. La rabbia, la disillusione, l’esecrazione per la classe politica hanno ormai preso il sopravvento su ogni tentativo di ragionamento pacato, così che è sufficiente presentarsi sotto il simbolo di un partito per portare a casa la propria buona dose di fischi. I primi fischi, il mese scorso, li ha sperimentati, a Piazza Roma, Rosario Crocetta, simbolo irraggiungibile dell’antimafia isterica e parolaia. Poi è toccato al comizio di Fli, a quello della sinistra della candidata Marano, a quello di Musumeci. I fischi hanno colpito tutti, senza distinzioni.
Ma mi hanno fatto riflettere i fischi che hanno quasi impedito l’intervento dell’avv. Lucio Greco, che potrà essere o meno simpatico alla folla di contestatori, ma è uno che, insieme a uno sparuto gruppo di avvocati, si è speso per difendere i cittadini contro le vergognose soperchierie di Caltaqua, riuscendo anche ad ottenere qualche significativa sentenza da parte della Magistratura. Non credo che meritasse i fischi che lo hanno accolto, e la riflessione è proprio questa: si contesta tutto e tutti, si spara nel mucchio senza rispetto per la storia e le opere di ciascuno.
Ti puoi fare in quattro per questa città, puoi impegnare tempo, fatica, la tua competenza per difendere i cittadini, ma tutto ciò non conta. Se hanno da fischiarti, col cervello in vacanza, ti fischiano lo stesso. Popolo di ingrati, di irriconoscenti! Quello stesso popolo che poi vende il suo voto per una pizza o per la promessa di un improbabile posto di lavoro (che può essere solo nei sogni) o per qualche piccolo vantaggio personale.
L’unico ad avere riscosso applausi, a Gela, è stato Beppe Grillo, che però non è cambiato da quando, sei anni fa, agli albori della sua carriera politica, è venuto in città a portare il suo “verbo”. Allora, in questa rubrica, scrissi che Grillo era indubbiamente bravo come uomo di spettacolo, ma a livello politico si limitva ad elencare le cose che non andavano senza però proporre soluzioni. Oggi Grillo è all’apice del movimento dell’antipolitica, ma nulla è cambiato. Continua a non proporre soluzioni oppure inventa soluzioni improponibili, come quella di abolire la cassa integrazione per recuperare denaro da impiegare in un sussidio da mille euro al mese per tre anni ai giovani disoccupati. Non siamo più al libro dei sogni, siamo al delirio di uno psicopatico che sta scivolando verso la follia. E follia sarà certamente quella di molti “spiriti semplici” che, trascinati dalla rabbia verso i soliti vergognosi politici di professione, lo voteranno.
Il presidente della Regione che voteremo domenica, insieme ai deputati regionali, avrà un compito assai gravoso. Partendo dalle finanze disastrate lasciate dal governo Lombardo-Pd dovrà far sì che la Sicilia risalga la china. Dovrà occuparsi della ripresa dell’agricoltura, dovrà dare risposte precise alle piccole imprese, agli artigiani, ai commercianti. Dovrà recuperare terreno per le imprese dell’edilizia, ormai ridotte al lumicino. Dovrà sviluppare il comparto turistico, archeologico, culturale. Dovrà assicurare i servizi sanitari, soprattutto alle fasce deboli della popolazione. Dovrà riuscire a spendere i fondi europei. Dovrà “inventare” meccanismi economici che favoriscano l’occupazione dei nostri giovani. Per fare tutto ciò servono, oltre che onestà, grandi capacità e competenze.
Andando a votare, domenica, lasciamo perdere le promesse a cui ormai non è il caso di credere. Pensiamo che, in una situazione di gravissima crisi, stiamo mettendo il nostro destino nelle mani di qualcuno che deve essere in grado di darci non solo impegno, ma anche risposte. Gela ha avuto, negli ultimi anni, una rappresentanza di tre deputati regionali. Forse stavolta saranno di meno, ma è necessario riflettere: chi mandiamo a Palermo a rappresentare Gela e la zona sud della provincia? Chi sarà in grado di battere i pugni sul tavolo per difendere questo territorio? Chi avrà le necessarie competenze per svolgere una fattiva azione politica? Solo dopo questa riflessione possiamo scegliere il destinatario del nostro voto. Il resto, lo sparare nel mucchio, il votare per rabbia, non porterà di certo allo sviluppo del nostro territorio.
Autore : Giulio Cordaro
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