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notizia del 19/03/2006 messa in rete alle 12:33:30
Elezioni, senza preferenze non c’é anima
C’è una grande novità nel modo in cui voteremo quest’anno per il rinnovo del Parlamento. Non mi riferisco al rinnovato sistema proporzionale: non ho mai fatto mistero di essere un sostenitore del proporzionale, che reputo il più democratico dei sistemi, e di pensare che gli italiani si siano fatti prendere per i fondelli dalle sirene di Segni e dei suoi amici quando, col referendum, hanno scelto il maggioritario senza neanche capire cosa fosse.
No, la novità di quest’anno è che, grazie ad una legge becera, illiberale ed antidemocratica, i cittadini non potranno votare, tra i candidati, quello che ritengono più valido, più capace, o magari più amico, perché è stato abolito il voto di preferenza.
Quindi sono i partiti, o meglio i dirigenti dei partiti, a scegliere chi dovrà diventare deputato o senatore, e naturalmente hanno scelto quelli che godono di migliori “agganci” al vertice, relegando agli ultimi posti delle liste quelli tra gli uscenti che magari hanno talvolta pensato con la propria testa e contestato i direttivi, e quelli tra gli aspiranti che non stanno nelle grazie dei capi.
E allora anche la campagna elettorale cambia: è più difficile sostenere un candidato che, per esempio, è all’ultimo posto in lista e non ha alcuna speranza di farcela.
Così si possono sentire discorsi come quello di qualche giorno fa in un negozio. Il portaborse di un candidato chiede ad una signora di votarlo.
“Lo farei volentieri – risponde la signora – perché è una persona capace e che stimo. Ma nella lista in che posizione è?” “Al ventiseiesimo posto”.
“Su ventisei, quindi non ha alcuna possibilità di farcela. Sarebbe un voto sprecato”. “No, signora – incalza il portaborse – a noi serve fare una bella figura a Gela per avere più forza contrattuale nel partito”. “Sì, ma il mio voto servirà a fare eleggere il capolista, non il candidato gelese”. “D’accordo – insiste il portaborse – ma avrà comunque rafforzato il partito”. A questo punto la signora non resiste e chiude l’argomento: “Non vedo alcun motivo per rafforzare il suo partito, caro amico, tanto vale che rafforzi il partito che mi è più affine, visto che il candidato gelese è messo fuori gioco”.
Ecco, questo siparietto è sintomatico di come è difficile questa campagna elettorale per tutti quei candidati (e sono la maggior parte) che non sono ai primi posti delle liste.
Da quando ho compiuto i diciott’anni ho sempre votato: amministrative, politiche, referendum, non ne ho persa una, perché credo che votare, oltre che un diritto, sia un dovere. Ma confesso che quest’anno votare, senza preferenze, non è facile.
Il più ben messo tra i candidati gelesi è Morinello, e probabilmente un simile voto non andrà sprecato (ma per votarlo si deve dimenticare che è comunista e dello stesso partito del Sindaco).
Nei ds Donegani è al tredicesimo posto. Potrebbe farcela, e lo meriterebbe, ma in caso di sconfitta va messo in conto che ne guadagnerebbe quel campione di ipocrisia politica di nome Violante.
Ventura, in Forza Italia, è al nono posto in lista. Anche lui, con qualche dimissione, potrebbe farcela, ma in caso di sconfitta sappiate che contribuite a mandare in Parlamento Miccichè, uno che se la tira, e quel paperino Duracell di Angelino Alfano. Si può correre il rischio?
E’ ben messo, in seconda posizione, anche Pino Federico in Nuova Sicilia, ma è difficile che scatti il secondo seggio e Bartolo Pellegrino difficilmente cederà la poltrona.
Gli altri candidati sono tutti in posizioni improponibili, se si fa eccezione per i liberali, che alla Camera presentano capolista Pellitteri e al Senato presentano capolista Sammito. Ma la possibilità che scatti il seggio non è molta, dal momento che in molte province siciliane il Pli è quasi assente.
Dunque, in Parlamento andranno da uno a due gelesi, se va bene, e l’asse del potere politico provinciale si sposta sempre più verso Caltanissetta. Non possiamo fare nulla per evitarlo, neanche subissare di preferenze (che non ci sono) i candidati gelesi. Potremo però dare la nostra risposta, ferma e decisa, alle regionali di maggio, dove avremo la possibilità di suffragare i candidati della città, di destra, di centro o di sinistra che siano, ma gelesi. Se riusciremo a trovare dentro di noi un rigurgito di orgoglio per essere cittadini di questa bella e gloriosa comunità.
Autore : Giulio Cordaro
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