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notizia del 06/10/2010 messa in rete alle 12:28:51
Gulizzi (Pd), «Perchè nessuno ha commentato il mio intervento in Consiglio sulla Raffineria?»
Nella seduta monotematica dedicata alla crisi del petrolchimico, c’era stata una presa di posizione del consigliere Giacomo Gulizzi che contestava i dati di bilancio della raffineria. Il suo pensiero è stato condiviso dall’intero gruppo consiliare Pd. In sostanza Gulizzi confutava che le perdite del 2009 fossero dell’ordine di 200 milioni di euro e che gli altri 70 milioni fossero state sostenute dal socio di maggioranza. Dalla lettura dei bilanci depositati presso la camera di commercio Gulizzi ha rilevato che le perdite effettive risultavano di 32 milioni e che dal 2002 al 209 la raffineria ha accumulato utili: 22 milioni di euro nel 2006. E poi nulla si evince dal bilancio riguardo a trasferimenti di perdite della raffineria al gruppo Eni.
– Gulizzi, nel dettaglio le perdite di 32 milioni cosa riguardano?
“La perdita del 2009 è stata data principalmente da una minore produzione di energia elettrica. Infatti hanno fatturato 16 milioni di euro in meno. Quindi c’è stato un minor consumo di pet coque per la mancata produzione in più di energia elettrica, per il maggior costo per lo smaltimento di pet coque che non bruciandolo e infine per una mancanza di ricavi in quanto non è stato venduto il vapore prodotto dalla centrale elettrica”.
– Lei ha sostenuto che non è vero che altrove si produce il doppio con metà di operai ed ha affermato che la centrale elettrica non ha funzionato a dovere producendo le maggiori perdite. Vuole spiegarsi meglio?
“Non lo dico io, ma la raffineria che dice di avere due caldaie fuori uso e quattro caldaie che sono ferme in quanto dovrebbero essere sottoposte a manutenzione. Inoltre è ferma la linea 3 e la linea topping 1. E’ la stessa raffineria ad affermare che si richiedono delle importanti manutenzioni che purtroppo tardano ad arrivare. Di qui il blocco della produzione della centrale termoelettrica. Quindi la maggiore perdita deriva proprio da questa anomalia. Nella loro nota integrativa si parla di molti impianti obsoleti ed io aggiungo che ciò è conseguenza di mancati in vestimenti. Infine voglio aggiungere questo. La raffineria continua ad affermare che a San Nazzaro con la metà degli operai rispetto a Gela, si produce il doppio. Non è così perché ciò equivale a dire che è il fattore umano a determinare l’aumento della produzione. Laddove ci sono impianti altamente tecnologici, e siamo in questa fattispecie, è l’impianto che la fa da padrona. La vera ragione sono i mancati investimenti promessi dal 2005 e sempre rinviati e la dismissione degli impianti La raffineria si è dovuta indebitare con l’Eni. Infatti c’è stato un aumento di capitale sociale che obbliga l’Eni a versare entro il 2016 270 milioni alla raffineria di Gela, che serve per effettuare investimenti. Ma questo è stato fatto solamente nel 2009. Quindi andando a ritroso dal 208 al 2005 questi investimenti non ci sarebbero stati mai perché la raffineria non aveva una capacità finanziaria adeguata ”.
– Dopo il suo intervento in consiglio comunale solo la raffineria si è fatta sentire e sembrerebbe che tutto sia stato chiarito. Però lei oltre a rimettere in discussione la replica della Raffineria se la prende anche con altri. Con chi?
“Mi stupisce il fatto che né le pubbliche istituzioni né i sindacati hanno commentato il mio intervento. Quando una prossima volta verrà presentato un bilancio dalla raffineria ed i sindacati in buona fede prendono per buono quanto viene detto loro, farebbero bene a mettersi a fianco, della gente esperta nella lettura dei bilanci. Mi sembra assurdo che quando si parla di licenziare oltre cinquecento persone e che ci sono perdite di 200 milioni i sindacati se la siano bevuta. Bastava farsi coadiuvare da persone competenti che dall’esame dei bilanci, li avrebbero messi in guardia. E’ probabile che la raffineria abbia intenzione di procedere ad altre dismissioni optando ad andarsene in un altro sito. Consiglio quindi ai sindacati di prendere visione dei bilanci e commentare quel che viene fuori. Non è giusto che agli operai vengano propinati dei dati non veri. Loro, i sindacati, non possono far finta che non è successo nulla”.
Gulizzi alla fine della nostra conversazione afferma di non avere alcun pregiudizio verso la raffineria e secondo lui il miglior modo per affrontare i problemi è ragionare con serenità nel rispetto fra le parti. “Nell'interesse superiore di questa comunità – aggiunge infine – è possibile individuare strategie e percorsi condivisi per raggiungere l'obiettivo di continuare ad esistere e convivere, mettendo al primo posto il mantenimento delle produzioni, dell'economia, e dei livelli occupazionali, nonché un serio impegno a continuare e potenziare le opere di bonifica e recupero del territorio”.
Autore : Nello Lombardo
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