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notizia del 28/02/2011 messa in rete alle 12:21:13
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Giampaolo Alario (Pd): Cerchiamo di uscire dal guado delle divisioni»
Si chiama Giampaolo Alario (nella foto), è dirigente medico specializzato in terapia del dolore e cure palliative presso l'Ospedale Vittorio Emanuele III di Gela. La scorsa estate ha rotto gli indugi candidandosi al consiglio comunale nella lista del Pd in appoggio al candidato sindaco, poi eletto, Fasulo. Poteva candidarsi in una delle altre 2 liste in orbita Pd e seguire il consiglio di qualcuno, ma non ne è pentito benché, a posteriori, una sua candidatura, ad esempio, nella lista Gela Democratica, avrebbe significato 2 consiglieri in più nella maggioranza a sostegno di Fasulo, tra cui lo stesso Alario, oggi segretario del 1° Circolo Pd Gela.
– Ha qualche rammarico per il suo risultato elettorale alle ultime amministrative come è maturata la sua elezione a segretario del 1° Circolo Pd?
«Nessun rammarico, anzi il contrario. Quella di candidarmi nella lista del Pd, una lista fortemente competitiva, è stata una mia libera scelta. A me piace la sfida e sono estremamente soddisfatto del risultato ottenuto in termini di consenso, senza l'aiuto di nessuno. A conferma, l'impegno profuso e lo spirito con cui mi sono messo in gioco è stato apprezzato ed ho accolto con entusiasmo la proposta dell’assemblea congressuale del 1° circolo del Pd Gela a ricoprire il ruolo di Segretario. Il circolo è l'unità di base di un partito e dalla base nascono quelle proposte da cui scaturiscono gli orientamenti politici che sviluppano le linee guida di un percorso politico. A maggior ragione nel caso del 1° circolo Pd Gela che ha, al suo interno, una classe dirigente in grado di guidare le dinamiche politiche della città e del partito in maniera autonoma ed autorevole».
– Quali sono allora le linee guida della sua segreteria?
«Mi piacerebbe affrontare una serie di tematiche che interessano Gela e il suo territorio, a partire dal lavoro, la sanità, l’ambiente, lo sviluppo economico, i diritti sociali. Considero il lavoro, oggi più che mai, una vera e propria dimensione sociale. Alla precarietà ed al bassissimo tasso di occupazione di donne e giovani che, specie nel Meridione, smettono persino di cercare un lavoro, si è aggiunta l’insicurezza di quanti un lavoro ce l'hanno, persino a tempo indeterminato, ma hanno perso la prospettiva di stabilità. La crisi attuale non è ciclica ma espressione di un cambiamento di indirizzo del mercato del lavoro e, pertanto, i posti di lavoro persi non si recupereranno più. Ne è un esempio Gela, il suo ampio territorio ed il prezzo pagato per una vocazione industriale che sin dagli anni '80 non riesce più a garantire una programmazione ed una progettualtà degne di questo nome. L’Eni ha il dovere di dire alla città quali sono le strategie per l’occupazione e gli investimenti di riconversione e risanamento ambientale che intende effettuare in un territorio martoriato da un numero di patologie tumorali 3 volte superiori alla media nazionale e dove si muore per cancro per 4 volte di più rispetto alla media nazionale. E' necessario più interesse per la sanità e per l’ambiente nel nostro territorio. Nella mia professione di medico, mi occupo da tantissimi anni di terapia del dolore e di cure palliative ed ho assistito un gran numero di pazienti affetti da patologia tumorale: posso testimoniare che a Gela la situazione è veramente allarmante. I gelesi non sono cittadini di serie B e devono assolutamente conoscere come è fatta l’aria che respirano. Per contro le istituzioni hanno il dovere di fare prevenzione primaria, monitorando ed eventualmente denunciando tutto ciò che è nocivo per la salute dei cittadini gelesi, così da prendere gli opportuni provvedimenti a salvaguardia della salute della nostra gente».
– Come considera l’esperienza del governo nazionale e del governo regionale?
«Esiste un problema Meridione. Nessuna politica per il sud può essere credibile ed efficace se non viene pensata come parte di un pensiero riformatore nazionale, in grado di affrontare i nodi della crisi economica, sociale e per alcuni aspetti anche democratica dell’intero paese. Solo un'Italia unita e solidale può uscire da questa crisi. Invece, nello stilare il Piano nazionale delle riforme al 2020, s'ipotizza la presenza di due sistemi economici differenti: il Nord che funziona e che ha solo bisogno di aggiustamenti, laddove il Sud è invece da rifondare. Il Pd è il partito delle riforme. Il governo nazionale, vedi in tema di istruzione, così come il governo regionale, vedi in tema di sanità, hanno partorito solo pseudo riforme. Il Pd deve distinguersi sotto questo profilo, prendendo le distanze da una politica demagogica che ha solo peggiorato le cose. L’ho detto diverse volte insieme al 1° Circolo Pd Gela, nella cui sede si sono tenute le consultazioni democratiche che hanno visto oltre 2600 persone rispondere a chiare lettere no al governo tecnico di Lombardo. Non possiamo sostenere un esecutivo immobile, paralizzato, che non adotta provvedimenti efficaci per lo sviluppo della Sicilia. Intanto, il Governatore continua a nominare dirigenti e consulenti esterni. Non ho poi gradito l’esclusione dei politici locali, dei sindacati di categoria e del sindaco di Gela, al tavolo in cui è stato stipulato un protocollo d'intesa tra Lombardo, Enimed e Raffineria di Gela. Non mi sembra si possano ravvisare in tale documento i vantaggi che apporterebbe alla città di Gela in termini di nuove prospettive».
– Il Pd è un partito nuovo o un partito vecchio? In molti ancora se lo chiedono. Cosa ne pensa al riguardo, anche e soprattutto con riferimento alla dimensione locale.
«In città, il Pd è il primo partito e deve continuare ad esserlo. Abbiamo l’occasione, con la prossima elezione del segretario cittadino che – ricordo – manca da 5 anni, di ritrovare e cementificare un'unità, in questi ultimi anni messa seriamente in discussione da inutili personalismi. Avere un segretario e una segreteria serve ad aiutare l’amministrazione comunale e il sindaco, attraverso proposte costruttive e mirate alla crescita di Gela, assicurare servizi agli anziani ed ai meno abbienti, insistere sulla zona franca urbana, incrementare la crescita della piccola e media impresa. Dev'essere il segretario della base, del partito e deve sfruttare tutte le potenzialità che ha, senza preconcetti o preclusione alcuna, evitando di farsi coinvolgere in una continua propaganda elettorale che ormai ha stancato ed ha allontanato la gente dalla politica seria, che sta tra la gente e che ne risolve i problemi. Bisogna avere il coraggio di aprire porte e finestre per fare entrare aria nuova e pulita e dire basta alla nomenclatura autoreferenziale. Solo così possiamo portare avanti il concetto di legalità e di sviluppo molto sentito nel nostro territorio. Insomma, una politica fatta con il cuore che deve dare speranza a tutte quelle persone che l’hanno persa da tempo.
Autore : Filippo Guzzardi
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