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Corriere di Gela | Il terno a lotto di AJ Mobilità
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notizia del 15/10/2012 messa in rete alle 12:21:00
Il terno a lotto di AJ Mobilità

Ci avevano detto che Mario Monti, Presidente del Consiglio per nostra disgrazia, era un economista della Bocconi, ma non avevano spiegato che avesse anche grandi capacità di illusionista. Sì, perché l’ultima “manovra di stabilità” varata questa settimana dal governo è l’ennesima illusione (o presa per i fondelli, se volete) di una diminuzione della pressione fiscale. Il giochino è semplice: si abbassa di un punto l’aliquota Irpef fino a 28.000 euro, così che un dipendente, ad esempio con 24.000 euro di imponibile, possa risparmiare 240 euro di tasse. Poi però si stabilisce una franchigia di 250 euro sugli oneri detraibili e deducibili, così che, per esempio, se il nostro contribuente ha un’assicurazione sulla vita e paga un mutuo per la casa, perderà in un colpo solo circa 113 euro. Poi si aumenta l’Iva di un punto, così la nostra famiglia tipo, in un anno, pagherà almeno altri 200 euro in più su alimentari, abbigliamento, bollette di luce, elettricità e via dicendo. Risultato? Un costo maggiore annuo di almeno cento euro e insieme un nuovo e ulteriore effetto di contrazione dei consumi, e un ulteriore aumento della recessione.

Ecco perché ritengo che il “governo dei tecnici” abbia fallito e stia continuando a fallire: va bene il riordino dei conti pubblici, ma la “crescita” non si è vista e non si vede, e il Paese sta velocemente scivolando verso il declino economico e impensabili situazioni di povertà diffusa. Chi invece non ha fallito, e torniamo alla nostra amata Gela, è la “AJ Mobilità”, la società umbra che gestisce le strisce blu cittadine, che a Gela, grazie all’amministrazione Fasulo, ha centrato un terno al lotto. Dopo avere vinto la gara d’appalto, ha firmato un contratto differente, non ha rispettato gli impegni (né di personale da assumere, né economici), ha avuto graziosi regali dal Comune sotto forma di aumento dei parcheggi a pagamento in misura abnorme, e adesso ha addirittura la faccia tosta di chiedere l’aumento del “pedaggio” da 60 a 70 centesimi l’ora. Che succede, cari avventurieri di Spoleto? Siete così sicuri che gli appoggi che avete avuto e avete all’interno del Comune vi permetteranno di fare tutto ciò che volete? Vi ritenete immuni da ogni conseguenza, nonostante l’esposto presentato da due consiglieri comunali qualche mese fa alla Procura della Repubblica? Forse sì, anche se all’orizzonte vedo una vicenda simile all’illecito abbattimento del fabbricato della famiglia Calafiore, in nome della presunta “legalità”, per il quale il Comune è stato condannato al risarcimento, e in lontananza odo il tintinnar di manette.

Con la “AJ Mobilità” il Comune ha giocato e gioca con il denaro pubblico, il denaro dei cittadini. Ma non è l’unico caso. A Gela si rischia di forare il famigerato “patto di stabilità”: lo dice la Corte dei Conti, che ha rilevato, tra l’altro, il crescente indebitamento del Comune e l’incapacità di riscuotere le entrate, oltre a ingenti debiti “fuori bilancio”. Per quel che riguarda l’incapacità di riscuotere le entrate, la colpa viene data alla Serit Sicilia, che dovrebbe riscuoterle. Sì, ma con i tempi lunghi, anche sei o sette anni, previsti dalla normativa. Vogliamo riscuotere subito i tributi comunali a ruolo, incluse le multe relative alla circolazione stradale? E’ semplice, utilizziamo gli strumenti normativi vigenti, che permettono la regolarizzazione da parte dei cittadini mediante l’abbattimento delle sanzioni o di parte di esse. Si potrebbero incassare subito dai cinque ai sei milioni di euro.

L’hanno fatto altre amministrazioni, sia di destra (Caltanissetta) che di sinistra (Niscemi). A Gela no: il 14 luglio 2011 un manipolo di consiglieri comunali di maggioranza con i paraocchi ha bocciato l’ipotesi, non sapendo di cosa si parlasse. In aula questi signori parlavano di “condono”, termine antipatico che porta alla mente un premio per gli evasori. Ma il condono è un’altra cosa, avviene quando si rinuncia a riscuotere le imposte. In questo caso si tratta di “regolarizzazione”: tu, cittadino, paghi l’imposta dovuta, e io, Comune, ti abbuono o comunque ti diminuisco le sanzioni. Credo che, al di là di “fondamentalismi” di vecchio stampo, sarebbe bene tornare a discutere di una regolarizzazione dei tributi locali e delle multe. Sarebbe, in tempi di crisi, un po’ di ossigeno per tante famiglie e l’occasione di notevoli incassi, in tempi brevi, per le casse comunali. Avrà questo coraggio e questa intelligenza il consiglio comunale?


Autore : Giulio Cordaro

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