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Corriere di Gela | Lacrime e sangue
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notizia del 18/12/2011 messa in rete alle 12:07:31
Lacrime e sangue

La grande manovra del governo Monti, come annunciato, prende forma in questi giorni tra misure per incassare e (poche) misure per lo sviluppo. Appoggiato da un Pdl che attende il momento buono per rientrare dalla finestra dopo essere uscito dalla porta, da un Pd quanto mai indeciso e altalenante e da un “terzo polo” in cui è sempre più preponderante la figura di Casini, specializzato nel dichiarare in modo grave le cose più ovvie, questo governo non mi piace. Certo, è formato da grandi professori universitari, tecnici, autorità nelle proprie materie, ma mi pare che sia molto lontano dalla gente e dalle esigenze della stragrande maggioranza della popolazione. In pratica, questi grandi “tecnici” non hanno forse l’idea di come vive la gente comune, i pensionati al minimo, gli operai in cassa integrazione, la “classe media” che ormai rischia di scomparire dalla scena sociale.

Stanno raschiando a piene mani nei già risicati redditi della gente, con misure che, per essere adottate, non avevano certo bisogno di luminari: reintroduzione dell’Ici sulla prima casa 8dall’anno prossimo travasata nell’Imu), rivalutazione delle rendite catastali con conseguente aumento dell’Ici sugli immobili, aumento delle addizionali Irpef, blocco dell’indicizzazione delle pensioni, e addirittura aumento dei carburanti e delle sigarette. Che fantasia! Che tecnica sublime!

E mentre aumentano in modo pauroso i suicidi di imprenditori distrutti dalle tasse e da Equitalia, non si intravedono misure decenti indirizzate allo sviluppo dell’economia e alla ripresa dei consumi.

E’ stato ampiamente dimostrato che l’economia di un Paese riprende la crescita solo allorquando si riesce a spingere i consumi, e questo si può fare solo diminuendo sensibilmente le tasse sulle imprese e sulle famiglie. Questo, in Italia, non lo si sta facendo. Ma allora, come recuperare la rotta economica? Questa manovra di Monti non potrà certo avere l’effetto di abbattere l’enorme debito pubblico accumulatosi in sessant’anni: tra un anno ci ritroveremo a dover fare altre manovre di assestamento. L’unica via da percorrere, a mio avviso, è la vendita, da parte dello Stato, di gran parte del proprio patrimonio immobiliare, valutato in 500 miliardi. Incassare, nel giro di un anno, tre o quattrocento miliardi permetterebbe di abbattere il debito, pagare meno interessi e avviare il Paese verso la crescita economica con misure indirizzate a imprese e famiglie. Ma questo i “tecnici” seduti alle loro scrivanie universitarie non lo comprendono.

A proposito di addizionali: ci auguriamo che il Comune di Gela non applichi ai cittadini aumenti, né delle addizionali comunali Irpef, né delle aliquote Ici. Sarebbe assurdo che il popolo fosse chiamato ad ulteriori sacrifici per ripianare i conti comunali dopo il “prosciugamento” operato dalla precedente amministrazione. Contro una simile eventualità l’unica via da seguire sarebbero le barricate.


Autore : Giulio Cordaro

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