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Corriere di Gela | Il Pignatelli declassato a porto di mare
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notizia del 07/02/2007 messa in rete alle 11:46:59
Il Pignatelli declassato a porto di mare

Strano destino, quello del Convitto Pignatelli, per decenni prestigiosa sede del Liceo Ginnasio Eschilo e luogo dove hanno studiato per larga parte le menti più preziose della Gela del secolo scorso.
Strano destino perché sull’utilizzazione dell’edificio si sentono da tempo le “sparate” più disparate. L’amministrazione comunale lo aveva destinato a sede della istituenda Accademia di Belle Arti (rimasta nel libro dei sogni), poi doveva diventare sede dei corsi universitari distaccati in città (se mai continueranno ad effettuarsi). Oggi è sede provvisoria dell’Ufficio del Lavoro, finalmente libero da topi, cicale e scarafaggi, ma non basta: tre assessori stanno meditando di trasferirvi l’Informagiovani e, dulcis in fundo, il Sindaco pensa di infilare lì dentro anche i reperti archeologici sequestrati in questi giorni dalle forze dell’ordine a tombaroli e trafficanti.
Locali dunque buoni per ogni uso, a patto che coloro che amministrano si mettano d’accordo su cosa farne davvero, per evitare il rischio di snaturare l’edificio, che è parte importante del patrimonio storico e architettonico della città. E a proposito dei reperti archeologici sequestrati, apprendiamo che il Sindaco ha annunciato che il Comune si costituirà parte civile nei processi contro gli arrestati. Non avevamo dubbi: il Comune è parte civile contro gli estorsori, è parte civile contro gli imputati di reati ambientali, non potevano mancare i tombaroli. Sarà l’occasione per affidare qualche incarico legale, che in tempi di campagna elettorale non fa mai male, e per “comunicare” al popolo che l’amministrazione è sensibile ai problemi dell’archeologia: negli ultimi quattro anni se ne è disinteressata alla grande ma, ripetiamo, le elezioni sono alle porte e occorre dare un segnale.
Io credo che, in molti casi, dovrebbero essere i cittadini ad alzare la testa, denunciare il Comune per le carenze burocratiche e costituirsi parte civile nei confronti di dirigenti ed amministratori. Mi giunge notizia di un cittadino che da sei mesi attende, da parte di un dirigente dell’ufficio urbanistica, una firma per iniziare i lavori di edilizia regolarmente approvati a suo tempo. E mi si dice che questo non è un caso limite, ma uno dei tanti casi di ordinaria disamministrazione. Ma il massimo dell’inefficienza viene dall’assessorato allo sviluppo economico, ormai ridotto ai minimi termini e non più in grado di assolvere, neanche in minima parte alle sue funzioni. Lo scorso venerdì mattina gli uffici di Via Parioli erano privi di personale addetto. Proprio così, non c’era nessun funzionario e nessun impiegato in grado di ricevere il pubblico e fornire i servizi necessari. Mi è stato detto che tutti erano in “permesso 104”, ossia quella norma che concede ai dipendenti tre giorni al mese per accudire familiari bisognosi di assistenza. La norma è legittima, rientra tra i diritti dei lavoratori, ma forse un minimo di programmazione avrebbe potuto scongiurare la totale assenza di personale al servizio del pubblico. Nota finale: non ho potuto lamentarmi con la dirigente perché era in riunione e non poteva essere disturbata.
Ecco dunque, ancora una volta, il principio che impera a Gela, quello dei “vizi privati e pubbliche virtù”: ai proclami dell’amministrazione della legalità, neoambientalista e paladina dell’archeologia, fa da contrappeso una macchina burocratica assolutamente inefficiente e priva di un corretto rapporto col cittadino. Ma questo, probabilmente, all’amministrazione comunale interessa poco: la campagna elettorale è già iniziata…


Autore : Giulio Cordaro

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