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notizia del 09/07/2012 messa in rete alle 11:37:41
Maschiate e madonne
Viva, viva la Madonna delle Grazie! La cui processione, quest’anno, ha visto una ancora maggiore partecipazione rispetto al passato. Segno, forse, di maggiore devozione. O magari segno che, in tempi di crisi e in assenza di punti di riferimento, ci si aggrappa alla speranza del soprannaturale per non andare nella più nera depressione. Chissà che dal cielo la Madonna non abbia un occhio di riguardo per difenderci dalla disoccupazione, dalla crisi economica e dalle tasse del governo Monti e dell’amministrazione Fasulo.
Non amo le processioni, non mi piacciono, non riesco a comprenderle. Hanno il sapore di una religiosità antica, mi riportano alle “fedi fatte di abitudini e paure” cantate da Guccini e dai Nomadi. Un quadro, una statua, non credo possano essere punti di riferimento religiosi. Poi, figuriamoci quando in processione vedo certi politici e relativi portaborse interessati più che altro alla passerella e all’arruffianamento verso la Chiesa (che notoriamente, al momento giusto, è una dispensatrice di consensi elettorali)
Sono laico, nel senso che ritengo che lo Stato debba garantire la libertà di tutti i cittadini senza alcun condizionamento da parte della Chiesa o di qualunque religione. Ma ho avuto e ho ottimi rapporti con vari sacerdoti, cui riconosco una insostituibile funzione nell’educazione e nella crescita morale e civile delle nuove generazioni. E’ per questo che, in sede di dichiarazione dei redditi, consiglio sempre di assegnare il 5 per mille delle tasse alla Chiesa.
So che buona parte di quelle somme sarà ben spesa. Al contrario, se assegnata allo Stato, si perderebbe probabilmente nei meandri del bilancio nazionale o sarebbe appannaggio di amici e amici degli amici dei politici di turno.
Anche se personalmente non mi piacciono, ben vangano comunque le processioni, se servono a dare un po’ di serenità e speranza nel cuore dei devoti e se servono a mantenere vive le tradizioni della fede.
Però, santo Dio (per restare in tema), è proprio necessario che per festeggiare e celebrare il santo o la Madonna di turno si debba per forza fare rumore?
Il due luglio, per la Madonna delle Grazie, giorno lavorativo, i primi colpi di mortaio, con annessi fuocherelli d’artificio, sono stati sparati alle 6,45, un orario direi un po’ troppo anticipato, che ha provocato la sveglia repentina di migliaia di persone ancora assonnate e in molti casi credo avrà provocato nei confronti della Madonna pensieri non proprio celestiali. Altro rumore senza senso (a mio avviso) è quello della “maschiata” dell’8 settembre, capace di creare lesioni ai timpani umani, di mandare nel panico uccelli e altri animali e di creare considerevole inquinamento grazie al fumo respirato dal pubblico (tra cui molti bambini) che assiste all’assurdo evento.
Ma negli ultimi tempi si è affermata anche l’abitudine, da parte di alcune parrocchie, di trasmettere per le vie cittadine, grazie a potenti altoparlanti, canti religiosi, funzioni di vario genere, e via dicendo, disturbando per ore le normali occupazioni di chi studia o lavora.
Con tutto il rispetto, credo che chiunque abbia voglia di seguire una funzione religiosa posasa e debba andare in chiesa, dove potrà partecipare e anche, in orari diversi, meditare nel silenzio del luogo. Ma che mi si debba obbligare ad ascoltare per ore canti che non ho chiesto di ascoltare, scusate ma mi sembra un’imposizione poco rispettosa dell’individualità di ciascuno.
E allora, forse, la fede ha strade diverse dal rumore per trovare la sua via: la devozione non deve per forza passare attraverso l’inquinamento acustico e ambientale. Arrivederci alla prossima “maschiata”.
Autore : Giulio Cordaro
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