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notizia del 13/07/2003 messa in rete alle 11:38:17
Vi dico la mia su Gallo & company
Era da alcuni mesi, esattamente dalla settimana successiva all’insediamento a Palazzo di città, della nuova amministrazione comunale di centrosinistra guidata da Saro Crocetta che mi ero imposto di non occuparmi delle vicende politiche ed amministrative di Gela. Lo avevo fatto a ragion veduta, perché avevo intuito che qualcosa non girava per il verso giusto o comunque per il verso da me sperato.
La battaglia politico-giudiziaria per dare alla città il sindaco che si era scelto, cioè Crocetta, aveva visto unite le varie componenti del centrosinistra e soprattutto aveva visto i due deputati regionali gelesi (il diessino Speziale ed il comunista Morinello) lavorare fianco a fianco, per il conseguimento di un risultato che avrebbe cambiato il corso della storia politico-amministrativa non solo della nostra città, ma anche della provincia di Caltanissetta, segnando l’inversione di quella tendenza che, negli ultimi anni, anche nelle nostre contrade aveva fatto registrare ripetuti successi elettorali per il centro-destra. Avevo sperato che quella unità di intenti che si era manifestata attorno a Crocetta potesse durare nel tempo. Ma l’illusione era durata pochi giorni, forse qualche settimana. Avevo, infatti, percepito che il dualismo fra i due parlamentari della sinistra gelese non era stato affatto superato e che il clima di collaborazione si sarebbe nuovamente guastato al primo raglio d’asino. Così, purtroppo, è stato.
Ora, siccome “quando i potenti litigano, gli umili sono nei guai” – almeno così ci dice Fedro – deliberatamente mi sono chiamato fuori. Anche perché non volevo rimanere coinvolto in quello che considero un inutile e dannoso braccio di ferro fra due politici di indubbie qualità, i quali, però, rimangono sconsideratamente prigionieri – e direi anche vittime – di antiche ruggini, risalenti al periodo della comune militanza nel disciolto Pci. Ho capito, nei pochi giorni in cui sono stato a Gela che, al di là delle posizioni di “facciata”, i due continuavano e avrebbero continuato a mollarsi calci sugli stinchi, pur stando seduti allo stesso tavolo ulivista. E questo a me non piace, perché considero la eccessiva e talvolta ingiustificata litigiosità fra i leaders delle diverse forze politiche tra le cause più gravi del degrado in cui versa la nostra città.
Avevo tenuto per me queste percezioni, anche quando taluni episodi riferiti dalla stampa quotidiana confermavano la fondatezza delle mie preoccupazioni. Nemmeno con il direttore del Corriere di Gela avevo affrontato l’argomento. Ma Rocco Cerro, che ha fiuto ed esperienza da vendere, è giunto alle mie stesse conclusioni.
Ha saggiamente atteso la chiusura della campagna elettorale, ha registrato il nuovo prestigioso successo di Filippo Collura, riconfermato a larghissima maggioranza, presidente dell’Amministrazione provinciale di Caltanissetta, ed ha sparato un editoriale al fulmicotone, paventando, forse con qualche esagerazione (voluta?), imboscate politiche ai danni di Lillo Speziale da parte del trio Morinello-Crocetta-Gallo.
Molti di voi si chiederanno che c’entrano Crocetta e Gallo in questa storia. Credo di poter dare una spiegazione ad un ragionamento che non mira affatto, come strumentalmente e demagogicamente affermato da qualcuno, ad “avvelenare il clima politico”, ma semmai voleva e vuole essere un richiamo forte rivolto ad alcuni protagonisti della politica gelese di non scherzare con il fuoco, di non rovinare e vanificare i successi faticosamente conseguiti negli ultimi mesi. Saro Crocetta, pur appartenendo ad una formazione politica diversa da quella dell’ex sindaco Franco Gallo, è stato considerato dai più un suo delfino, anche se in talune occasioni le loro strade si erano divaricate. Sono in molti a ritenere che la candidatura di Crocetta fosse stata studiata a tavolino con un anno di anticipo, mentre Gallo era ancora al timone della cosa pubblica gelese, per mettere in difficoltà Speziale. Il quale, piaccia o non piaccia, fa politica con la testa e talvolta anche senza cuore. Speziale, astutissimo, non è caduto nel trappolone che gli avevano teso, verosimilmente per addossargli la responsabilità di dividere la sinistra ed il centro sinistra e come fanno gli abili giocatori di poker ha subito detto “vedo”, spiazzando chi lo voleva spiazzare! Anzi, ha indossato immediatamente i panni del più convinto ed impegnato sponsor di Crocetta, fino a portarlo alla vittoria finale. Beninteso, sapendo benissimo che di tale vittoria in molti avrebbero poi rivendicato meriti e paternità, tentando di strumentalizzare e di mettergli contro Saro Crocetta, nel tentativo di lasciarlo, come suol dirsi, in brache di tela… Ma Speziale conosce bene il pollaio e sa che l’attuale sindaco non è facilmente condizionabile, ha una sua dirittura morale, mantiene i patti e soprattutto non si è mai prestato e non si presterà mai ad operazione di killeraggio politico e se decidesse di rompere l’alleanza lo farebbe a viso aperto, senza tatticismi, senza sotterfugi. Ipotesi poco attendibile, perché Crocetta, a differenza di altri, è consapevole che la rottura con il leader diessino lo porterebbe inevitabilmente verso il suicidio politico, mentre davanti a sé ha la prospettiva di fare il sindaco per diversi anni.
Va comunque detto che a Saro Crocetta non giova la frequentazione con il suo predecessore Franco Gallo, che in città non ha lasciato un bel ricordo per il modo disinvolto con cui ha espletato la funzione di capo dell’amministrazione comunale, specie dopo avere ricevuto il secondo mandato dagli elettori. Ma i due sono amici, indipendentemente dalla politica e vanno in vacanza insieme.In tutta onestà, non si può pretendere che Crocetta rinneghi questa amicizia. Semmai, gli alleati hanno tutte le ragioni di chiedere che questa amicizia rimanga un fatto privato e non interferisca con le scelte amministrative che la Giunta municipale è chiamata ad operare.
A mettere in difficoltà il sindaco, a legittimare i ti-mori degli alleati, a suscitare le perplessità degli osservatori è lo stesso Gallo, con il suo inaspettato presenzialismo, con il suo tentativo di recuperare la perduta visibilità, giustificato da ragioni istituzionali (me mai dell’Osservatorio per la chimica non fa parte il presidente dell’Asi che è un tecnico, ma vi partecipa il direttore che è un burocrate, senza specifica competenza in materia?).
Sono molti a ritenere, compreso il collega Rocco Cerro, che Gallo voglia tornare in sella, magari con la segreta speranza di diventare, come dicono i romagnoli, il Gal masser (il Gallo massaio), ovvero il padrone del pollaio. I suoi avversari temono che per realizzare questo suo proposito si trasformi in basilisco, il leggendario serpente con la cresta nato dall’uovo deposto da una vecchia gallina, che era capace di incenerire chiunque con un semplice sguardo. In poche parole, che torni ad ordire le trame di qualche anno addietro, per vendicarsi della mancata candidatura alla Camera dei Deputati, che il suo partito prima ed il centro-sinistra dopo assegnarono proprio a Lillo Speziale, presidente del gruppo parlamentare dei Ds all’Ars e componente della Direzione nazionale del partito.
Nella replica all’editoriale di Rocco Cerro, Gallo sostiene di non avere “mai smesso di partecipare alle iniziative politiche” del centro-sinistra e del suo partito e di avere partecipato a tutte le campagne elettorali, sia quando era sindaco, sia dopo. E cita le campagne elettorali nelle quali ha profuso il massimo impegno. Nell’elenco, però, mancano quelle delle politiche e delle regionali del 2001. Così come manca la rivendicazione di un quasi capolavoro politico realizzato nella primavera del 2001, quando non denegò favori, incarichi ed ogni sorta di attenzione ai trasfughi che dal suo stesso partito e dal partito popolare aderirono alla neonata Democrazia Europea di Sergio D’Antoni, con i quali strinse un patto di ferro, assegnando loro alcuni importanti assessorati, non preoccupandosi dell’indebolimento elettorale che ne sarebbe derivato al suo partito e alla coalizione di centro sinistra che l’aveva e lo stava sostenendo nella sua funzione di primo cittadino. Risultato: Speziale, suo compagno di partito, venne battuto dal forzista Giacomo Ventura che conquistò il seggio alla Camera, mentre Montagnino tornò al Senato per la seconda volta, ma solo grazie ai resti.
Con un simile precedente riesce difficile immaginare Gallo impegnato a “cercare e trovare le ragioni della politica che unisce nel superiore interesse della città”. Così come bisogna essere degli allocchi per credere che l’ultimo documento, diffuso dalla cosiddetta minoranza interna dei Ds di Gela rientrasse in una normale dialettica politica e mirasse a suscitare una serena e proficua discussione in seno al partito e al centro-sinistra.
Kant diceva che “tutto ciò che è stato scritto dagli uomini sulle donne deve essere ritenuto sospetto, dal momento che essi sono ad un tempo giudici e parti in causa”. Franco Gallo, con gli altri firmatari del documento, si è voluto ergere a giudice, pur essendo parte in causa. Per cui la sua iniziativa, anche per il modo con cui è stata portata avanti, giustifica i nostri sospetti, compreso quello che si tentino ancora imboscate e si ordiscano congiure.
Ognuno è libero di comportarsi come meglio crede, ma ci vuole anche un tantino di pudore nel negare l’evidenza! A meno che Gallo, al quale nessuno nega intelligenza e cultura, ci consideri tutti degli autentici coglioni. Sarebbe l’ennesimo peccato di superbia, di cui potrebbe pentirsi amaramente.
Autore : Elio Cultraro
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