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Corriere di Gela | Crocetta: “Ecco cosa mi resta da fare e che farò”
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notizia del 17/01/2006 messa in rete alle 11:27:46

Crocetta: “Ecco cosa mi resta da fare e che farò”

Quando i suoi collaboratori affermano che tenere il suo ritmo è un’impresa difficilissima, dobbiamo riconoscere che non hanno tutti i torti. Nei ritagli di tempo, si fa per dire, e siamo stati suoi testimoni, guarda un foglio di carta gettato tra le tante carte, libri, comunicati, schizzi, inviti ecc. e spunta con la penna due-tre numeri telefonici. Due-tre problemi pendenti e nel giro di qualche minuto è tutto risolto con buona pace per chi gli aveva chiesto di intervenire. Non si tratta naturalmente di raccomandazioni perché le odia maledettamente, ma di alcuni pro-memoria o di qualche caso urgente che andava risolto con un “colpo” di telefono. Vogliamo parlare del primo cittadino Ro-sario Crocetta (nella foto). Avevamo appuntamento in mattinata per l’intervista, ma la sua agenda di appuntamenti e incontri scoppiava e ci ha rinviati al pomeriggio. Stessa scena. Ci accorgiamo che come di consueto diverse persone attendono di parlargli. Ma vengono bloccate dal servizio d’ordine all’ingresso.
“Sindaco, ce la fa a tenere questo ritmo?” Gli chiediamo. Lui ci sorride sfoggiando tutti i suoi trentadue denti nuovi smaglianti come per dir-ci: è da quasi tre anni che lavoro e vado avanti meravigliosamente. Eravamo venuti a trovarlo per porgli alcune domande provocatorie e altre riguardanti l’arte, gusti, l’economia che cambia e l’alternativa all’attuale sistema industriale. Purtroppo ci ha inchiodati su una rassegna di cose fatte, altre in itinere e il suo discorso ca-de subito sul fatto che la sua amministrazione si è caratterizzata per avere dato una svolta ai grandi lavori della città. “Sono cose di cui si parlava da quindici anni – esordisce Crocetta – e stanno trovando realizzazione solo adesso. E questo non ha precedenti”. Poi passa ad elencare una lunga serie di opere realizzate: la strada di collegamento con la zona sportiva, la rete fognaria del torrente Cattano che finalmente servirà circa centocinquanta persone. “Sempre nella zona Marchitello – continua Crocetta – si stanno mettendo a punto gli allacci mentre so-no in uno stato avanzatissimo i lavori di costruzione delle case delle cooperative che hanno creato occasioni di lavoro per tanta gente, che altrimenti avrebbe emigrato all’estero o andato fuori. Sempre in quella zona abbiamo il palazzetto dello sport appaltato dalla provincia e il palazzetto del Comune di ben 4 milioni di euro i cui lavori dovrebbero finire nel giro di un anno. E questo è già un grosso segnale”.
Poi si intrattiene a descriverci le cose che sono in itinere e le snocciola una ad una: piazza Roma già realizzata al 30% e nella versione di come era negli anni cinquanta; il Palacossiga, il palazzo di giustizia. Su questi ultimi Crocetta si sofferma a lungo ma anche per sottolineare come questi lavori hanno segnato una svolta nel piano della legalità delle procedure. E ancora ricorda l’appalto della chiesa di Santa Lucia i cui lavori stanno per iniziare. L’attenzione poi si rivolge a Piazza Salandra facente parte del progetto “Una via tre piazze”, Vico santa Nicola, Vico Santa Lucia, una parte del Corso che va da Via Calvario fino a Via Marconi. Ad un certo punto gli chiediamo dei parcheggi di cui tanto egli aveva parlato ma che ancora non trovano una loro felice conclusione. “Martedì prossimo – incalza Crocetta –firmeremo il primo contratto riguardante il parcheggio nella zona di Caposoprano. Contestualmente a questo abbiamo avviato i lavori del parcheggio Arena, e due stralci del contratto di Villaggio Aldisio dove già sono pronte due piazze. Qui gravano quasi 4 milioni di euro di lavori. Abbiamo quasi completato i lavori del carcere mandamentale per un importo di 2 milioni 275 mila euro. Abbiamo anche contribuito a sbloccare i lavori della caserma dei carabinieri sulla Via Venezia. Abbiamo risolto il problema dell’assenza di loculi al cimitero Farello realizzandone 800 e 240 ossaie per un importo di 1 milione 490 mila euro ”. L’elenco si fa lungo e il sindaco cita ancora la scuola materna di Via Paolo Orsi, già ultimata; un parco Robinson da realizzare fra Via Tucidide e via Recanati, dove non possono essere recuperate vecchie strutture scolastiche abbandonate; l’illuminazione della Gela Manfria per 880 mila euro; la rotonda di Macchitella e quella di Caposoprano; sono state sistemate le piazze San Francesco e Umberto, aperto Porta Marina, la bretella Borsellino, realizzato le docce al lungomare. Tra le opere da avviare doveva esserci anche la piscina comunale che purtroppo per una serie di contrattempi dovuti a dei contenziosi potrà vedere luce solo fra un anno. “Abbiamo manutenzionato scuole e tutta la rete fognaria, le caditoie – continua il primo cittadino - ricorda che avevamo sempre degli allagamenti? Adesso non ce ne sono più per via degli interventi manutentivi da noi realizzati. E tutto abbiamo realizzato con nostre risorse. Chiaramente ci sono tante altre cose che vorrei realizzare e che vorrei portare avanti. Nei prossimi giorni presenteremo il piano triennale delle opere pubbliche. Adesso punteremo sulla riqualificazione della città con strade, giardini, piazze, aree giochi, impianti sportivi. Abbiamo in proposito il progetto per corso Salvatore Aldisio fino a Via Palazzi per 4 milioni di euro”.
Crocetta vorrebbe elencare le circa ottanta opere da realizzare, però poi si limita ed enunciare le più importanti: la riqualificazione di Via Settefarine per tre milioni di euro; uno studio su Piazza Umberto e piazza Municipio che puntano a riqualificare tutto il centro storico. Infine ci parla con orgoglio della rotazione effettuata tra i dirigenti, i funzionari, i comunali, eliminando anche qualche mala pianta. E’ molto prodigo di particolari. Vorrebbe ritornare a parlare del piano triennale ma lo dissuadiamo in quanto vorremmo che lui rispondesse ad alcune nostre domande di carattere politico e ad alcune nostre provocazioni. Si dichiara d’accordo ma non prima di avere un po’ polemizzato con il centro destra che aveva invitato presso il suo ufficio per illustrare il piano triennale. Una polemica che si smorza perché a conclusione della nostra intervista ci accorgiamo che alcuni consiglieri erano ad attendere nella stanza antistante in attesa che terminasse la nostra conversazione.
– Sindaco vogliamo parlare di politica adesso?
“Perché no? Ma questa è politica”.
– Lei ci ha parlato di atti amministrativi, di iniziative e di opere.
“Questa è per me la politica, ossia la risposta concreta che si può dare alla gente. Il politichese è un’altra cosa”.
– Pace fatta in casa?
“A quale casa si riferisce? Casa mia per un sindaco è tutto il centro sinistra. Poi c’è una casa più casa che è quella del partito”.
– E noi ci riferiamo ad essa. Come sono i rapporti tra sindaco e partito Pdci?
“Io non ho alcun problema col partito. C’é stata una serie di discussioni che riguardano le composizioni assessoriali.”
– Diciamo che ci sono state dimissioni di un assessore, ossia di Giovanna Cassarà, di un segretario cittadino del sul partito.
“Sarebbe necessario che lei si leggesse le cronache che sono state scritte sulle amministrazioni precedenti. Questa in assoluto è stata l’amministrazione più stabile del dopoguerra. Lei pensa che una discussione su un assessore pregiudica i rapporti all’interno di un partito? Io penso che questi problemi si chiariranno. Il partito deve scegliere un assessore e lo sceglierà e lo indicherà”
– Sindaco, a proposito di nuovo incarico da assegnare, i socialisti vorrebbero i lavori pubblici, lei che dice?
“Non capisco. E sulla base di quale aspettativa? Di quale intesa? Non ne abbiamo mai parlato né nessuno mi ha chiesto nulla in proposito. Intanto io considero i lavori pubblici uno degli elementi centrali dell’azione amministrativa avviata dal sindaco ed è già stata motivo di scontro. Non penso che ci possa essere un partito che possa dire: io voglio questa delega. Le deleghe si discutono tutte insieme e sulla base degli equilibri dell’alleanza”.
– Sia più chiaro. L’assegnerà questa delega?
“Sinceramente non credo perché è una delega difficile. Pensi che negli anni passati non la voleva nessuno. C’era il terrore. Adesso è una delega che vogliono tutti perché c’è un peso dell’intervento del sindaco che è talmente forte, di controllo e fatta di regole rigide, che tutti si sentono garantiti. Io ritengo che è un settore troppo a rischio per poterlo facilmente assegnare ad un partito o ad un altro. Faceva parte del patti elettorali del Pdci. Non credo che sarebbe corretto anche nei confronti del mio partito”.
– Si ricandiderà?
“E’ naturale”.
– Se dovessero assegnarle a livello ministeriale, in caso di vittoria del centro sinistra, un incarico rinuncerebbe alla sindacatura?
“Intanto alle regionali mi sono autocensurato per il bene della città. Avevo una proposta di candidatura alle politiche come parlamentare sempre per fare il sindaco, è evidente che io ho scelto di portare un’opera di servizio per questa città fino in fondo. Una carica di governo non è incompatibile con la carica di sindaco, anzi sarebbe il modo migliore per dare uno sbocco finalmente a questa città e farla uscire dall’isolamento che ha avuto negli anni passati. Sarebbe dai tempi di Aldisio che questo non si verifica. Sarebbe un’opportunità se potessimo avere un sindaco che avesse anche cariche di governo nazionale. Significherebbe che in questa città finalmente finirebbero i problemi di finanziamento delle opere. Potremmo dare prospettive immense e anche per il territorio limitrofo. Comunque se questa opportunità dovesse esserci, la valuteremo. La via sopra ogni cosa è l’amore per la città. Io amo questa città al di sopra di ogni altra cosa”. – Ha un sogno nel cassetto?
“Certo che ce l’ho. Vivere in una città essenzialmente libera, dove tutti lavorano per il bene collettivo al di là delle appartenenze, dove si fanno meno polemiche e più incontri, dove mettiamo finalmente ordine con un progetto di riqualificazione urbana a dimensione umana e che si possa lavorare con libertà. Questo è il mio sogno e la mia città ideale. Siamo comunque sulla buona via, nel senso che in questa città diminuiscono gli attentati incendiari, i crimini, aumentano gli interventi delle forze dell’ordine e della magistratura nel campo della repressione e della prevenzione la condizione di vivibilità con gli interventi di qualificazione. La città che io sogno è una città bella, pulita e sicura. Il più grosso rammarico che ho è il mancato funzionamento dell’Ato”.
– Ha mai pensato ad un grosso convegno in cui coinvolgere forse politiche, culturali, sociali e sindacali, società civile per organizzare assieme un’alterativa economica a quella attuale?
“Certo ma anche con la presenza di grandi economisti e personalità di rilievo. E’ chiaro che oggi la vicenda elettorale sposta tutto su altri argomenti. Dopo le elezioni ne riparleremo. Penseremo alla diversificazione dello sviluppo”.


Autore : Nello Lombardo

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