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Corriere di Gela | Deputati, che vitaccia!
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notizia del 01/04/2005 messa in rete alle 01:08:34
Deputati, che vitaccia!

Che dura vita, quella del deputato regionale, e ancor di più quella di componente della Giunta di governo! Questi poveri martiri della politica fanno una vita da cani, sempre in bilico tra il loro collegio e Palermo, capoluogo regionale e luogo dove si compiono fatti e misfatti della politica isolana. Sempre in viaggio, sempre in giro, anche nei fine settimana, che utilizzano per presenziare a convegni e congressi e per dare udienza ai noiosi cittadini questuanti, vedono poco la famiglia e i figli, hanno uno stile di vita che non si potrebbe augurare neppure al peggiore nemico. Certo, sono ben retribuiti, ma ciò che perdono della loro vita non ha prezzo.
Ma si tratta di una missione, tanto è vero che alle successive elezioni ripresentano regolarmente le loro candidature. Una missione di cui si sono eroicamente caricati per noi, per noi siciliani, per risolvere i nostri problemi, per lasciare un eterno ricordo della loro presenza (oltre che un adeguato conto in banca).
E non c’è destra o sinistra che tengano: quando si tratta di lavorare per la Sicilia mettono da parte ogni problema di schieramento e si compattano gioiosamente in un tenero abbraccio politico. E’ successo di recente con la nuova legge elettorale regionale, che di fatto, con lo sbarramento del 5% e la ripartizione dei resti su base provinciale, permette ai soli sei partiti più grossi, di destra e di sinistra, di accedere all’assemblea regionale. E’ stato un atto di grande carità nei confronti di quei piccoli partiti che avevano solo uno o due deputati: deputati che dovevano sobbarcarsi una mole di lavoro insostenibile, che avevano sulle loro spalle l’intero territorio regionale. Cancellandoli, questi “deputaticchi” vengono restituiti alle loro famiglie, e in qualche parte dell’isola alcuni bambini e alcune mogli ritroveranno il sorriso e il calore familiare.
Ma i deputati di destra e sinistra stanno varando un’altra grande riforma: quella dello Statuto siciliano. E hanno deciso che nella giunta di governo almeno un terzo di assessori debba essere composto da donne. La legge stabilisce già l’uguaglianza dei sessi, ma loro non se ne curano e istituiscono una “riserva indiana” a favore del gentil sesso, che a qualcuno potrebbe apparire discriminante o addirittura razzista. Ma loro vanno avanti, consapevoli che un giorno qualcuno capirà la grandezza delle loro decisioni. E gli assessori regionali? Ah, questi dovrebbero farli santi per quello che producono a favore dei siciliani. Pensate a quello che hanno fatto nell’ultima settimana. I deputaticchi dei partiti minori, una congrega di ingrati, irriconoscenti, delle vere e proprie bestie, invece di gioire per la nuova legge elettorale regionale che li restituisce alle proprie famiglie togliendo loro l’incombenza dei doveri regionali, hanno raccolto centomila firme per chiedere un referendum regionale che possa abrogare le nuove norme. Ma il referendum è confermativo, e non prevede il quorum, quindi sarà valido anche se voteranno poche migliaia di siciliani. E gli assessori regionali, capitanati dal prode Presidente Cuffaro, cosa fanno? Per garantire il diritto di voto ai cittadini dell’isola deliberano che il referendum si svolgerà insieme alle amministrative, così almeno il venti per cento dei siciliani andrà a votare. Questo è veramente un atto di grande carità ed immenso senso civico: se il referendum si svolgesse in una data autonoma i deputaticchi potrebbero vincerlo più fa-cilmente e rischierebbero di ritrovarsi altri cinque anni all’assemblea regionale; invece così c’è la speranza che possano ritornare alle proprie occupazioni familiari.
Ma c’è di più: gli assessori regionali pensano alle nostre tasche e alla nostra salute. Infatti hanno deciso di risparmiare sulle spese della sanità, tagliando i fondi alle strutture che si occupano di fecondazione assistita. Così le coppie siciliane che tentano di avere un figlio con questa tecnica potranno evitare questa orrenda pratica medica. Se poi sono cocciute e ingrate, potranno recarsi a praticare la fecondazione in Spagna o a Malta, con ingenti costi di viaggio, soggiorno e intervento, ma comunque non graveranno sulle tasche dei siciliani.
Che dire dunque di questa congregazione di deputati e assessori regionali? E’ sicuramente un dono di Dio alla nostra isola, anche se forse qualche malalingua pensa che Dio, quando ce li ha dati, fosse un po’ distratto. Perciò ringraziamoli di cuore per tutto quello che stanno facendo per noi. E ricordiamocene quando dovremo votarli di nuovo, l’anno prossimo.


Autore : Giulio Cordaro

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