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notizia del 11/03/2013 messa in rete alle 10:32:18
Che fine ha fatto l’incontro risolutore sindaco-AJ Mobilità?
Giulio Andreotti sosteneva che “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”. E non posso fare a meno di pensar male, dal momento che si sono perse le tracce dell’incontro, programmato per il 22 febbraio scorso, tra il Sindaco e la AJ Mobilità, e preceduto dal gran “boato” mediatico secondo cui, finalmente, la città di Gela si sarebbe liberata del concessionario delle aree di sosta. L’incontro, a quanto pare, è stato rimandato due volte, deve ancora svolgersi, e la AJ continua a gestire illegittimamente aree di sosta e parcheggi in numero spropositato in tuttao il territorio.
Ma c’è un’altra moda che da qualche tempo imperversa in città: quella dei “diversabili” (così li chiama l’ordinanza del Comando di Polizia Municipale di Gela), che vengono utilizzati come scusa per l’adozione di provvedimenti che con loro non hanno proprio a che fare o, magari, come scusa per atteggiamenti “politicamente corretti”, perché questa è la moda. Con la scusa dei diversamente abili, infatti, l’ordinanza della Polizia Municipale n. 123 del 22 febbraio scorso, richiesta però dai commercianti, inibisce sia la sosta che la fermata per il lungo tratto della Via Navarra che va dalla Via Catalano alla Via Picceri. Tutto questo ovviamente senza sentire i residenti della zona, senza sentire il comitato di quartiere, senza sentire neanche i rappresentanti dei diversamente abili, ma solo su richiesta di un gruppo di commercianti, ovviamente interessati (giustamente) alle loro attività; una ordinanza “diversamente corretta”, emanata senza un minimo di concertazione.
L’altro caso di utilizzo, non richiesto, dei “diversamente abili” riguarda il bando per la concessione di dieci licenze di autonoleggio da rimessa, con cui si obbligano i richiedenti ad attrezzare la vettura con “seggiolini girevoli per l’incarrozzamento dei diversamente abili”: uno scherzo che per la modifica del seggiolino richiederà una spesa di quasi duemila euro ogni vettura. Non tenendo conto che i disabili, per le loro attività, vengono solitamente accompagnati dai parenti (le cui auto non hanno seggiolini girevoli), che i disabili che utilizzano l’autonoleggio da rimessa in pratica sono inesistenti, e che comunque anche senza seggiolino girevole i disabili possono comunque accedere agevolmente alle vetture. Ma, come detto, a Gela vige il “politicamente corretto”, e si adottano provvedimenti “politicamente inutili”.
E a proposito di inutilità, non c’è nulla di più inutile della mozione deliberata dalla Giunta comunale di Caltanissetta in merito al disegno di legge del governo Crocetta sull’istituzione dei Liberi Consorzi di Comuni e sulla contestuale abolizione delle province. Gli amministratori nisseni sono d’accordo sulla rimodulazione delle funzioni…bla bla bla… ma iniziano a preoccuparsi e chiedono che “si mantenga l’attuale architettura territoriale delle nove province siciliane”: in pratica, vorrebbero evitare che il comprensorio di Gela si staccasse finalmente da Caltanissetta andando per la sua libera strada. Ma l’apice viene raggiunto con l’affermazione che il ddl sarebbe un tentativo di svuotamento di funzioni e significati, “da millenni concretate nella centralità territoriale e nobili origini storiche…”.
Non vorrei essere tacciato di campanilismo, ma questi millenni di storia nissena proprio non li ricordo. Per la verità quando la Gela di Gelone dominava buona parte della Sicilia, fino a Messina, e preoccupava addirittura i romani per la sua espansione, nella zona di Caltanissetta c’erano degli sparuti centri abitati piuttosto primitivi con famiglie dedite alla pastorizia e all’agricoltura. In quanto a nobili origini storiche, scusate, ma Gela non ha proprio nulla da invidiare a Caltanissetta, che tra l’altro è divenuta capoluogo di provincia solo nel 1816. La storia di Gela, rispetto a quella di Caltanissetta, è come il giorno e la notte. Nonostante quel che possano pensare i preoccupati amministratori nisseni.
Autore : Giulio Cordaro
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