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Corriere di Gela | Ing. Angelo Bevilacqua breve passaggio all’Ars
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notizia del 14/05/2013 messa in rete alle 10:30:52

Ing. Angelo Bevilacqua breve passaggio all’Ars

In Sicilia, il 20 aprile 1947 si votò anche per l’elezione dei 90 deputati dell’Assemblea regionale siciliana, prima consultazione regionale a suffragio universale. Nessun gelese risultò eletto; ma tre anni dopo, a seguito del decesso dell’on. Giuseppe Bongiorno, un agricoltore di Campofranco che era stato eletto con 8937 voti di preferenza, fece ingresso a Sala d’Ercole, all’età di 44 anni, l’ing. Angelo Bevilacqua (nella foto) , ex sindaco della nostra città, il quale, con 7.578 preferenze, era risultato primo dei non eletti della lista della Dc del Collegio di Caltanissetta.

Quella di Bevilacqua, però, si rivelò solo una breve esperienza parlamentare, in quanto rimase in carica per appena un anno. Infatti, nelle successive elezioni, celebratesi il 3 giugno 1951, a sbarrargli la strada del ritorno all’Ars fu un giovane ufficiale dei Carabinieri in congedo, laureato in Giurisprudenza, combattente della 2ª guerra mondiale, pluridecorato al valor militare e ferito di guerra: Antonino (detto Nino) Occhipinti, nativo di Vittoria, ma gelese d’adozione (aveva sposato la signora Melina Turco, figlia di un costruttore edile della nostra città). Candidato nella lista del Msi – partito di cui qualche anno prima era diventato vicesegretario provinciale – ottenne 13.070 voti di preferenza su 24.855 di lista (52,58%). Occhipinti, abile oratore, nei suoi comizi, sapeva infiammare le piazze e, soprattutto, l’animo dei suoi sostenitori, i quali lo osannavano. E lo fecero ancor di più, quando, il 27 settembre 1956 entrò nel 6° Governo regionale, in qualità di assessore supplente alle Foreste e Rimboschimenti. Incarico nel quale, dopo una parentesi di un anno (dal 26 novembre 1957 al 29 ottobre dell’anno successivo, durante la quale si dedicò solo alla sua funzione di parlamentare), venne riconfermato il 30 ottobre 1958, con la costituzione dell’8° Governo regionale, presieduto dal calatino Silvio Milazzo (ex democristiano, fondatore dell’Unione Siciliana Cristiano Sociale), espressione di un’inedita coalizione, di cui fecero parte socialdemocratici, repubblicani, liberali e missini, che poté contare anche sull’appoggio esterno di comunisti e socialisti (da questa esperienza fu coniato il termine dispregiativo di milazzismo), con l’estromissione della Democrazia Cristiana, avvenuta grazie a quella sorta di conventio ad excludendum cui avevano dato vita gli avversari del partito guidato, all’epoca, da Alcide De Gasperi.

Quella tormentata fase politica si concluse il 23 febbraio 1960, quando ci fu il ricompattamento delle forze politiche centriste ed alla presidenza della Regione venne eletto il democristiano Benedetto della Nicchiara.


Autore : Elio Cultraro

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