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notizia del 14/05/2013 messa in rete alle 10:24:59
Evviva il governo Letta, anzi no! Povero “lupacchiotto”
Povero Lupo! No, non mi riferisco al grande attore Alberto Lupo, morto ormai da quasi vent’anni, né al Lupo Alberto, protagonista di memorabili cartoni animati, ma al segretario regionale del Pd Sicilia, Giuseppe Lupo. Poverino, come soffre! E’ seduto su una poltrona che scotta, certo, con il Pd diviso in correnti, correntucce e spifferi vari, ma lui ci mette del suo per complicarsi la vita. Di fronte al nuovo governo Letta esulta, sicuro che porterà il Paese fuori dalla crisi. Salvo poi, dopo qualche giorno, andare su tutte le furie perché il centrodestra “promuove” ben tre sottosegretari siciliani, mentre il Pd, a malapena, riesce ad avere un solo rappresentante. Ed ecco quindi che il “lupacchiotto”, nel giro di tre giorni, passa dall’esultanza alla disperazione, sentenziando che “il Governo mortifica il Pd siciliano”.
Ma no, lupetto, il Pd siciliano si mortifica da solo, non ha bisogno del Governo. Basta vedere quello che succede in molti comuni siciliani dove si vota per le amministrative del 9 e 10 giugno: accanto ai candidati del Pd e del centrosinistra, spuntano i candidati del “Megafono”, la lista pensata da Crocetta per “marcare” il territorio, un po’ come fanno gli animali selvatici nella foresta.
Ora, che il Megafono presenti le proprie liste in appoggio del candidato del Pd o del centrosinistra è una cosa normale, ma che presenti propri candidati a sindaco in contrapposizione non si può neanche immaginare. Altro che mortificazione: è il chiaro sintomo che il Pd siciliano è allo sfascio. Un segretario Lupo con gli attributi convocherebbe Crocetta e gli darebbe l’aut aut: o ritiri i tuoi candidati sindaci, o la tua strada non sarà più quella del Pd, ti buttiamo fuori! Ma è un problema, come dicevo, di attributi, la cui dimensione e il cui peso sono tutti da verificare.
Ma il Pd si mortifica da solo anche all’Assemblea regionale, dove approva la finanziaria per il 2013 senza accorgersi che, insieme a Crocetta, sta mettendo la parola fine all’industria petrolifera in Sicilia.
Può darsi che, alla fine, questo sia un bene e venga salutato con favore, se si va ad una veloce bonifica e riconversione dei siti, ma poiché tutto questo non sembra dietro l’angolo, ecco la frittata: il Governo elimina la franchigia sulle estrazioni di petrolio e quasi raddoppia le tasse sul greggio estratto nella Regione. Con la conseguenza che appare ora pressoché antieconomico continuare ad utilizzare i pozzi di piccola resa e, anche per quelli più fluenti, tenuto conto dei costi, la convenienza ad estrarre il greggio viene molto a diminuire. E poiché il petrolchimico di Gela lavora in buona parte il greggio siciliano, si attendono a breve le reazioni dell’Eni, che non fanno bene sperare per il futuro dei lavoratori gelesi.
Il nostro lupacchiotto si lamenta per due o tre posti di sottogoverno negati al Pd siciliano, ma evita accuratamente di guardare al di là del suo naso, al partito che dovrebbe guidare nell’interesse dei siciliani e che invece si va frantumando nelle guerre interne e nella cattiva amministrazione. Ma quando sarà che andremo a Palermo a fare una bella ululata, a lui e al suo “compagno” Crocetta?
Autore : Giulio Cordaro
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