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notizia del 01/10/2007 messa in rete alle 10:00:02
La politica italiana e le sue disfunzioni
Cosa è stato fatto a Gela, dopo la trasmissione sul disastro ambientale denunciato dalla Rai il 24 Luglio? E’ venuto a Gela, per rendersi conto della situazione, il presidente Prodi, invitato dal sindaco Crocetta? Si sono mossi gli onorevoli eletti con i voti dei gelesi alla Regione e in Parlamento? No, no e no. E niente è stato fatto.
A proposito di disfunzioni nella politica italiana, “Famiglia Cristiana” ha pubblicato una vera polemica senza mezze misure che ha fatto trattenere il fiato a tanti: “I mass media – si legge – ci parlano continuamente o in modo impietoso dei privilegi politici, dei conti della politica, molti dei quali non vengono nemmeno resi pubblici. Delle cattedrali del deserto costati milioni di Euro e inutilizzate, di “pizzi” che si devono pagare ai partiti o al partito del malaffare per opere pubbliche che non vengono utilizzate e che fanno lievitare paurosamente i preventivi; gli enti inutili che continuano a vivere e la creazione di nuovi enti, le assunzioni clientelari, la protezione scandalosa di fannulloni. Le enormi spese militari. La Chiesa deve ricordare ai cittadini il dovere morale di pagare le tasse ma anche agli amministratori il dovere di amministrare il fisco in funzione del bene della gente”. Il settimanale cattolico ha veramente ragione: i cittadini sono tenuti a pagare per mantenere in vita tante realtà parassitarie e per favorire il ladrocinio che distoglie i beni che dovrebbero servire al bene pubblico e che invece si disperdono in mille rivoli. Perché non si vuole dare ascolto al Presidente della Repubblica quando raccomanda al Governo di ridurre i costi della politica dimezzando il numero dei deputati e dei senatori (che sono un doppione), il loro trattamento economico, l’eliminazione dei loro privilegi e la tanto odiosa immunità parlamentare? I cittadini sono abbastanza spremuti con le imposte. Col carovita la paga non basta per poter vivere un intero mese. Il nostro è il Paese con il maggiore prelievo fiscale e fornisce i peggiori servizi pubblici. In Italia si pagano più tasse che in tutte le città d’Europa, mentre le “caste” dominanti sono le più numerose e meglio pagate del mondo… Tutto ciò è una forma di nuovo feudalesimo. Sul settimanale “L’Espresso”, col titolo “Eldorado in Parlamento”, leggiamo la realtà economica di chi lavora in Parlamento: un barbiere del Parlamento guadagna 133 mila euro lordi e cioè più di un magistrato, che ne guadagna 98 mila; un ragioniere di Montecitorio percepisce 237 mila euro annuali, maturati dopo 35 anni di servizio (quasi 20 mila euro in più di Napolitano). Gli stenografi hanno un stipendio di 253.700 euro lordi l’anno. I segretari generali del Senato e dalla Camera, incassano a fine anno 485.483 euro lodi. Diciamo infine che i dipendenti della Camera e del Senato sono in tutto 2.908 (di cui 1.850 a Montecitorio e 1.058 a Palazzo Madama). Sono numeri sconcertanti che mozzano il fiato e fanno effetto non sul Governo, ma su tutti gli italiani, se si pensa che il Paese ha un debito e un disavanzo che vietano sonni tranquilli. Una inchiesta dell’Espresso rivela che alcuni parlamentari e sindacalisti hanno acquisito a Roma tanti appartamenti (chi quattro, chi dieci, chi otto ecc.) a prezzi super scontati. Il deputato di Forza Italia Gabriella Carlucci – scrive “La Repubblica” – confessa candidamente: “Posso confermare che la vita del parlamentare è dura. A me i soldi non bastano…” E Gabriella Carlucci, infatti, è costretta a fare spot pubblicitari alla Tv per… arrivare a fine mese. Il comico genovese Beppe Grillo ha tenuto anche a Pisa, presso la Loggia di Barchi, una gigantesca e rumorosa manifestazione tuonando contro i parlamentari corrotti; i parlamentari che sono condannati in tribunale, ma che ricoprono incarichi in Parlamento, contro i professionisti della politica, contro i costi della “Casta” e i loro scandalosi privilegi. Auspicando, infine di poter stare in Parlamento solo una legislatura. Dopo il comiziaccio, Beppe Grillo ha raccolto oltre trentamila firme dai presenti. Per concludere: la classe dirigente della Prima Repubblica (anche se corrottisima) era di maggiore spessore di quella attuale. Oggi gli italiani hanno poca fiducia sugli attuali politici: li ritengono di scarsa levatura morale e intellettuale. L’Italia oggi è una Repubblica fragile. C’è una grande nostalgia dei tempi in cui la politica aveva personaggi di grande caratura e moralità. Si spera sempre in un futuro migliore dei nostri figli…
Autore : Gino Alabiso
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