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Corriere di Gela | Predicatore di legalità
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notizia del 11/03/2004 messa in rete alle 09:50:10
Predicatore di legalità

Dopo averlo sentito ed ascoltato viene voglia di dare un taglio netto alle abitudini banali, ad un modo di vivere che appare improvvisamente vuoto e senza obiettivi, senza interessi veri, quasi senza mordente.
Si, bisogna dirlo Don Ciotti è un buon comunicatore, uno che sa parlare alle folle, uno che coinvolge, che catalizza l’attenzione, più con i suoi silenzi eloquenti, con lo sguardo profondo e mirato, con il tono di voce pacato e a tratti vibrante e sostenuto.
Don Ciotti è riuscito a parlare agli studenti che hanno affollato l’aula Magna dell’Istituto Tecnico Commerciale “Sturzo” raccontando fatti del passato e del presente. Ha ricordato il giovane sindacalista Rizzotto che voleva creare le cooperative di lavoro nelle terre dei mafiosi già nel 1948, e che fu ucciso; di Pio La Torre che lo ha sostituito nel suo progetto, anche lui ucciso; di Carlo Alberto Dalla Chiesa, di Falcone, di Borsellino, della giovane Rita Atria e del suo gesto estremo dopo la strage in cui perì il giudice Borsellino. Ha ricordato persone che si sono spese per gli ideali di giustizia e di legalità ma ha dichiarato che l’impegno della sconfitta della mafia non è l’impegno solo ed esclusivamente delle forze dell’ordine, istituzionali e politiche, ma è l’impegno di ciascuno di noi che può e deve combattere la mafia con il rispetto delle piccole regole che disciplinano la vita quotidiana.
“Rita Atria – sottolinea don Ciotti – nell’ultima pagina del suo diario lascia un testamento: la lotta alla mafia comincia con la lotta alla mafia che c’è dentro di noi. Perché, dunque, ci sia un cambiamento reale e radicale, è necessario che ci sia l’impegno di tutti, il senso di responsabilità di tutti già nelle azioni della vita di tutti i giorni, senza deleghe e rassegnazioni. Bisogna credere fortemente nella possibilità del cambiamento, del rinnovamento, della rinascita. Solo così si può scardinare e financo annullare la illegalità che condiziona la vita sociale, economica e politica della Sicilia”.


Autore : Graziana Cannadoro

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