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notizia del 11/03/2004 messa in rete alle 09:46:57
Ma siamo davvero tutti (o quasi ) mafiosi?
Basta, non è possibile vivere in Sicilia! Non capisco per quale motivo albanesi, tunisini ed extracomunitari di ogni sorta continuino a lasciare le loro ridenti contrade per cercare miglior sorte nella nostra vergognosa isola. Da parte mia, sto preparando alcune domande ad ambasciate straniere per ottenere il visto di emigrazione. Il perché è presto detto: è il risultato della presentazione della nona “giornata della memoria” (un eufemismo, perché in realtà si tratta di venti giorni di manifestazioni antiracket, antimafia e antitutto), durante la quale è stato affermato che in Sicilia la mafia controlla l’80% degli appalti.
Non so in base a quali dati si possa fare una simile affermazione: è un’inchiesta della Doxa o della Demoskopea? Sono dati forniti dall’Istat nel suo ultimo bollettino mensile? E poi, pensate, la mafia controllerebbe non il 20 o il 30% degli appalti, che in sé sarebbe già una percentuale più che considerevole, ma ben l’80%, ossia quattro appalti su cinque.
Ora, pur con tutto il “rispetto” per Cosa Nostra, credo proprio che si tratti di una “pallonata” senza eguali. Anche perché, se così fosse, dovrebbero essere corrotti o concussi, o “affiliati” quasi tutti i funzionari comunali, provinciali e regionali che soprassiedono agli appalti, e con loro i funzionari degli altri Enti che gestiscono gare. E sarebbero “affiliate” anche le forze dell’ordine, che non riuscirebbero a fare luce su un così enorme giro di gare truccate, un giro così ben nascosto a tutti ma così ben visibile a qualcuno? O le forze dell’ordine sono solo incapaci?
Oltretutto, se così fosse, ossia se la mafia controllasse quasi tutti gli appalti, vorrebbe dire che quasi tutti gli imprenditori sono mafiosi o “avvicinati”. Altro che imprenditoria sana! L’imprenditoria siciliana sarebbe quasi tutta malata, corrotta, mafiosa!
In verità l’affermazione di cui sto parlando è stata solo una trovata, l’ennesima, per attirare l’attenzione dei mezzi di informazione. Con una vergognosa aggravante, però: quella di sparare nel mucchio e tacciare tutti o quasi tutti di mafiosità. E credo che questo non sia il modo migliore di combattere veramente la mafia, ma serva solo a produrre benefici per quanti dell’antimafia stanno facendo una professione (ammettendo che la gente possa essere così credulona da cadere in simili trappole).
Attendo di conoscere nei dettagli i criteri seguiti e i dati raccolti per giungere a questa percentuale “bulgara” di gare truccate e assegnate alla mafia. Se avrò prove concrete, comincerò a fare i bagagli per emigrare in posti più tranquilli (ma credo proprio che resterò a Gela ancora per lungo tempo…).
Autore : Giulio Cordaro
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