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Corriere di Gela | Traffico a Caposoprano. Una bolgia
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notizia del 07/06/2004 messa in rete alle 09:40:33
Traffico a Caposoprano. Una bolgia

Non è certamente una novità, ma transitare in Via Palazzi, nel tratto dall’Ospedale alla Via Licata, nelle ore di punta, è di sicuro un problema. Le auto vengono sorpassate da sinistra, da destra, e se si potesse anche da sopra, da parte di una miriade di motorini che tagliano la strada incuranti di qualunque regola della circolazione stradale: la strada è loro, soltanto loro, e le auto sono quasi delle intruse in quel tratto.
Nulla finora hanno prodotto le proteste di commercianti e residenti: non si riesce a trovare una decente soluzione al problema. Ma c’è di più: nessun giovane centauro usa il casco, a dispetto delle campagne di sensibilizzazione che ogni tanto vengono promosse sull’argomento nelle scuole. Né tantomeno ai vigili urbani o alle forze dell’ordine interessa più di tanto questo tipo di violazione: sì, ogni tanto viene elevata qualche multa, ma mai, fino ad ora, è stata fatta un’operazione decisa di “convincimento”. A questo punto, verrebbe forse più facile multare i pochi, pochissimi scemi che il casco, invece, lo indossano: violano gli usi consolidati della città.
L’amministrazione comunale aveva promesso di risolvere il problema dei parcheggi al servizio del centro storico, puntando molto sul nuovo parcheggio da realizzare nell’area dell’ex arena Stella del Mare. Ma nel frattempo, il piccolo parcheggio sottostante al Municipio è quasi sempre pieno a tappo, e recarsi al centro storico significa andare a parcheggiare in prossimità del Lungomare e sobbarcarsi la salita di una lunga scala a prova di coronarie.
Ho parlato di due problemi vergognosi per la circolazione stradale. Ma a proposito di vergogna, il termine mi riporta alla vergogna della presenza mafiosa a Gela, e a due argomenti degli ultimi giorni.
Il primo riguarda il Conapro, espulso dal processo produttivo al petrolchimico, a cui il Tar ha consentito di conoscere i motivi della mancata attestazione antimafia, riconoscendo implicitamente la vergognosa carenza di una normativa antimafia che lascia i cittadini all’oscuro dei motivi di un eventuale diniego. La normativa antimafia, così com’è, va sicuramente modificata: un diniego di attestazione antimafia deve essere esplicitamente motivato, anche e soprattutto per i criteri di trasparenza che devono assolutamente essere osservati
Il secondo argomento riguarda l’accorato appello (Vergognati!) rivolto dal Sindaco al deputato Giacomo Ventura perché quest’ultimo, che di professione fa l’avvocato, è stato difensore di imputati di reati mafiosi.
Una volta tanto sono d’accordo col Sindaco. Ha ragione, la mafia deve essere isolata, emarginata.
Si vergognino quindi i salumieri che vendono mortadella ai mafiosi, i commercianti che vendono abbigliamento ai mafiosi, i barbieri che tagliano i capelli ai mafiosi, i meccanici che riparano le auto ai mafiosi.
Ma, se fossi Sindaco, farei di più: si potrebbe emettere un’ordinanza per stabilire che ogni cittadino gelese, per usufruire di servizi professionali, artigianali o commerciali, debba produrre copia dell’attestazione antimafia. Saremmo tutti più tranquilli, e la Prefettura potrebbe assumere qualche decina di disoccupati per produrre le migliaia di attestazioni.
Ecco come risolvere, anche se in parte, il problema della disoccupazione!


Autore : Giulio Cordaro

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