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notizia del 29/04/2004 messa in rete alle 09:28:51
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Un anno fa, la scomparsa di Paolo La Rosa
Un anno fa, e precisamente il 25 aprile 2003, Paolo La Rosa se ne andava da questo mondo. Ad un anno di distanza lo vogliamo ricordare con commozione per l’eredità lasciata ai compagni che l’hanno condiviso e che lui ha riversato tutte le sue energie di uomo, di comunista, di organizzatore sindacale e politico, di capo popolo.
Paolo è stato un valoroso combattente per i diritti della povera gente, per la libertà e la democrazia. E’ stato un uomo che credeva, un uomo che dava senso al suo essere dirigente democratico del movimento contadino e operaio, che si batteva per il riscatto ideale e sociale della sua gente, sempre proteso a rivendicare diritti civili, di civiltà e di benessere soprattutto per le classi meno abbienti.
Paolo La Rosa venne a Gela dalla nativa Mazzarino nel 1952 per dirigere la Camera del Lavoro. Aveva ancora 27 anni e tanti anni di battaglie politiche e sindacali alle spalle. A Mazzarino, fin dal dopoguerra, aveva fatto gavetta all’interno del partito comunista. Fu capo strada, capo cellula, capo rione, dirigente dei braccianti e della Federterra. Erano gli anni della lotta al latifondo, gli anni della “rivolta dei lupi affamati” che, senza la presenza di un forte partito di massa come il Pci che riuscì ad incanalare il malcontento, non si ebbero vittime.
Erano anche gli anni del decreto Gullo sulla mezzadria agricola, gli anni della occupazione dei feudi e della conquista del lavoro, che sfociarono con l’eccidio di Portella della Ginestra. Fu in quegli anni, a causa di uno sciopero realizzato a Mazzarino al grido di “Pane e lavoro” che, nella notte tra l’1 e il 2 febbraio del 1948, Paolo La Rosa fu arrestato e portato in carcere assieme ad altri 23 valorosi dirigenti comunisti, tra i quali Totò La Marca e Filippo Siciliano.
Dopo il carcere Paolo andò a dirigere la Camera del lavoro di Mazzarino e riprese le lotte per la occupazione delle terre incolte. Nel 1952 viene mandato a Gela a dirigere la Camera del Lavoro e nel maggio dello stesso anno venne eletto consigliere comunale, seggio che mantenne interrottamente per ben 37 anni!
Dal 1952 al 1953 si organizzarono nella nostra città le manifestazioni per l’occupazione delle terre incolte; si ebbero le manifestazioni di Ficari, Gibilscemi, Manfria, Roccazzelle e Castelluccio: lunghissime colonne di carri agricoli si snodavano lungo le arterie della Piana di Gela, carichi di manifestanti e di bandiere rosse. Il 31 marzo del 1953, per una manifestazione in Piazza Umberto I° contro la cosiddetta “legge truffa” fu nuovamente arrestato assieme ad Emanuele Carfì, Carmelo Polara, Nicola Pellegrino, Vincenzo ed Aurelio Caiola.
Negli anni del petrolio Paolo La Rosa dirige i petrolieri del Filcep-Cgil e si mette alla testa del movimento affinchè il greggio estratto dal sottosuolo gelese venisse sfruttato nella nostra città da uno stabilimento petrolchimico.
Paolo divenne amico di Enrico Mattei tanto che, il 19 giugno del 1960, in occasione della posa della prima pietra dello stabilimento petrolchimico, Mattei l’ha voluto in prima fila assieme ai dirigenti regionali del partito come Guido Faletra, Pio La Torre, Pompeo Colajanni e Mommo Li Causi. Ma Mattei muore due anni dopo nel cielo di Bescapè e molti progetti e sogni rimangono nel cassetto.
Il 28 dicembre del 1966 Paolo La Rosa viene eletto sindaco di Gela ma l’esperienza non dura troppo. Paolo non s’arrende e continua le sue battaglie dai banchi dell’opposizione per altri 15 anni. Nel contempo dirige l’Alleanza contadini che poi prende il nome di Confcoltivatori e viene eletto componente dell’Usl 17, del Distretto scolastico e del Consorzio di bonifica della Piana del Gela.
Paolo La rosa fu soprattutto un protagonista di tante lotte e di tante passioni ideali che hanno fatto crescere centinaia di giovani intellettuali e dirigenti politici e sindacali. Paolo fu uno del popolo, sempre generoso, cordiale e rispettoso delle idee altrui.
Autore : Emanuele Zuppardo
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