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Corriere di Gela | Gela si ribella al racket
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notizia del 17/12/2004 messa in rete alle 09:25:52

Gela si ribella al racket

Politici e commercianti in prima fila martedì 7 dicembre in Piazza Municipio, per “chiudere le porte al racket e al pizzo”, uniti per lanciare un messaggio forte contro la criminalità organizzata, evidenziando che debellare il cancro della malavita locale è possibile, poichè oltre alla ormai maturata presa di coscienza c’è nell’aria anche un forte desiderio di riscatto che porti le famiglie a vivere in pace, che permetta agli imprenditori di investire tranquillamente, ai giovani di poter costruire il loro futuro in una città libera dall’economia pulita. Prima di dare inizio alla giornata di disapprovazione, un “giro porta-a-porta” è stato annunciato da Mario Rino Bianchieri, presidente Antiusura e Antira-cket di Caltanissetta. Un atto per dimostrare che uscire fuori dal tunnel delle estorsioni è possibile, mettendo a conoscenza i fornitori dei benefici di legge attraverso la distribuzione di materiale illustrativo con il costo a carico della Confcommercio.
A dare l’input per l’organizzazione sit-in di protesta è stato l’ultimo attentato incendiario provocato ai danni della pizzeria Metropolis di Via Venezia a Gela di proprietà dei fratelli Salvatore ed Eugenio Smecca. Il fatto è avvenuto mercoledì 1 dicembre, giorno di chiusura dell’esercizio; erano appena le 13,00 quando ignoti dopo avere sfondato la vetrata d’ingresso hanno lanciato all’interno un copertone in fiamme distruggendo l’ingresso della pizzeria ed un magazzino. E’ solo uno dei tanti attentati messi in atto ai danni di commercianti, forse il più preoccupante perché compiuto in pieno giorno, in una zona trafficata dove però nessuno per paura o noncuranza sembra aver visto o sentito niente.
La manifestazione di protesta silenziosa, ha messo da parte le consuete passerelle politiche per dare spazio alla costruzione di una giusta società civile. Sul palco allestito davanti al Municipio i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Ugl, rappresentanti di Cia, Api, l’Assindustria, il Coordinamento studentesco, associazioni culturali, sportive e di volontariato, ed ancora l’ex sindaco Giovanni Scaglione e l’on. Ventura, destra e sinistra “alleati” per combattere spalla a spalla la mafia, mettendo da parte il colore politico, che è il male minore.
A parlare sono stati solo in due, il sindaco Rosario Crocetta e Gaetano Minardi, presidente della Confcommercio.
“Basta! Gela ha finalmente trovato il coraggio di alzare la testa – ha detto Minardi –. I commercianti hanno avuto la sensibilità di abbassare le serrande contro chi sta cercando di distruggere l’economia della città. Mi dispiace regsitrare la mancata adesione di qualche rappresentanza”.
Gente di ogni estrazione sociale ha ascoltato i discorsi che hanno abbandonato il consueto tono comiziale, divenuto di vera e propria esortazione a denunciare i propri strozzini.
“Oggi siamo tutti uniti senza appartenenze politiche – ha ribadito Crocetta – questo per dire che siamo una città che ha il coraggio di parlare e di fare in piazza i nomi dei mafiosi, dei clan dei Madonia, dei Rinzivillo, degli Emmanuello. Quest’anno il pizzo a Gela non si deve pagare! Perché questo è un problema di tutti, Governo e opposizione devono lavorare insieme, perché vogliamo che a Gela sia una società pulita a reggere l’economia.”
Alla manifestazione non ha aderito la Confesercenti, che si é detta stanca dei treni della legalità e definendo inutile la manifestazione che “non apporterà interventi e risultati validi per la collettività”.
Annullato il mercato settimanale per decisione della Confcommercio e dell’amministrazione comunale.
Lungo il corso principale della città, un insolito silenzio ha dato dimostrazione della folta adesione all’iniziativa, molti dei negozi chiusi portavano sulle saracinesche un cartello con scritto: “Vogliamo lavorare in pace”. Per i commercianti è stato un modo di gettare a terra la maschera dell’ipocrisia, per testimoniare il loro disagio, confermando la fertilità sottomissiva del racket.
“Sono soddisfatto – ha detto il ristoratore Rocco Pardo – perché molti commercianti hanno aderito, naturalmente la manifestazione non finisce qui, si stanno attivando importanti canali per debellare la criminalità”. Grazia Marchese, commerciante: “Speriamo che Gela cambi davvero, ho chiuso la mia attività oggi e sono qui per essere solidale e per protestare”.
Hanno detto:
Filippo Collura (Presidente della Provincia). “Per debellare il fenomeno mafioso bisogna contribuire anche con interventi economici e far fronte unico, affinché la mafia capisca che non c’è spazio per la malavita. Questa giornata serve per far capire ai cittadini che lo Stato è presente, solo sentendosi sostenuto il commerciante, può capire che si può denunciare ed oggi la presenza della politica di destra e di sinistra ha dimostrato questo”.
Pino Federico (Presidente del Consiglio comunale). “Non c’è lotta al crimine se non c’è sviluppo, ognuno deve fare la sua parte, è da sottolineare l’impegno di tutta la politica. Naturalmente il discorso sulla giornata non deve e non può essere a sé stante, bisogna lavorare nelle scuole anche con i bambini, il problema è sociale ed è giusto che si attivi un’equipe socio-pedagogica perché il male và sradicato alla radice, prima che sia troppo tardi.”
Salvatore D’Arma (Presidente Confagricoltura): “Il momento è significativo, la città ha risposto bene, è stata presente non solo la classe politica, c’erano agricoltori, commercianti, casalinghe, studenti, ristoratori che hanno mostrato di voler combattere. Ciò dimostra l’incompatibilità tra mondo commerciale, quindi produttivo e mondo mafioso. Come ha già detto il sindaco, non è una città che ha più problemi delle altre, ma è una città che si sta attrezzando a combattere il fenomeno dell’estorsione e per il bene della società con l’attuazione di tanti progetti, come il fondo di solidarietà che permetterà di andare incontro a chi è stato ingiustamente colpito dalla mafia.”
Emanuele Scicolone (Segretario Cgil). “Questa giornata è come piantare un albero, dobbiamo continuare ad irrigarlo con le nostre forze e le nostre qualità per irrobustirlo nella coerenza delle leggi e dei comportamenti indetti in attesa che dia buoni frutti. Un passo avanti a Gela è già stato fatto e la dimostrazione ci è stata data dalla pulizia che è stata apportata all’interno del Petrolchimico grazie accurati controlli, ora bisogna continuare su questa via perché la città prosegua il suo cammino di crescita.”
Alessandro Barone (Presidente Giovani Imprenditori). “Con questa manifestazione vogliamo lanciare un segnale forte, è un modo per reagire ai fatti spiacevoli che avvengono nella nostra città. La gente è stanca di pagare il pizzo del condono, si è sviluppata una sorta di terrorismo fiscale a cui non si vuole più sottostare. La speranza è naturalmente che l’Associazione Antira-cket decolli al più presto e che si realizzi il fondo di solidarietà per poter aiutare le vittime della mafia.”
Graziella Condello (Delegata Airc e cordinatrice “Donne e Libertà”). “La lotta alla mafia deve proseguire su due frangenti, da una parte le forze dell’ordine e dall’altra i cittadini. C’è bisogno di maggiore occupazione, di sradicare la cultura mafiosa attraverso la trasmissione dei giusti valori etici e civili rendendo più solido il rapporto tra scuola e famiglia per la formazione di modelli rispettosi verso le regole oggi e nei confronti della legge domani.”


Autore : Lorena Scimé

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