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Corriere di Gela | Acqua, impariamo dai Maltesi
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notizia del 09/12/2003 messa in rete alle 09:07:52
Acqua, impariamo dai Maltesi

Nel diciannovesimo secolo (e parte del secolo scorso) i cittadini di Gela non disponevano di acqua corrente nelle abitazioni; non esisteva l’energia elettrica, e i servizi postali del Regno d’Italia, non ancora interessati dalla meccanizzazione, riuscivano a trasferire una missiva da Torino alla Sicilia in appena due giorni, né più né meno come oggi con la posta ‘prioritaria’.
Va di moda dire che siamo nel terzo millennio, ma la definizione è unicamente temporale, perché per ciò che concerne i servizi Gela credo non sia ancora entrata nel ventesimo secolo.
La città non dispone di uffici dell’Enel, né della Telecom o di altre società di telefonia: occorre affidarsi ai ‘centri chiamata’ (per gli anglofili, ‘call centers’), i cui servizi sono di qualità assolutamente scadente, dal momento che raramente ci si riesce a spiegare con un’interlocutore che spesso non riesce a capire il problema lamentato.
Dei servizi postali c’è poco da dire: possiamo capire che i lavori di ristrutturazione dell’Ufficio Postale principale abbiano portato alla necessità di utilizzare un prefabbricato provvisorio, ma non possiamo proprio capire perché il personale sia stato diminuito e i servizi debbano essere resi creando difficoltà ai cittadini, che iniziano alle 19 a fare la fila per le 8 del giorno successivo. File notturne e vergognose anche per i tecnici che si recano all’Ufficio Tecnico Erariale di Caltanissetta a presentare pratiche di accatastamento: la coda inizia a mezzanotte per la mattina successiva. Sono situazioni che meriterebbero una vera e propria rivoluzione popolare, ma i cittadini sudditi si lamentano e non agiscono.
Ma l’apice del disservizio a Gela sta nella distribuzione idrica. E ci sono cose che non capisco e che gradirei che fossero bene spiegate a me e ai cittadini. Molti di noi sono stati, per vacanza o affari, a Malta: è di fronte a noi, in pieno Canale di Sicilia, uno scoglio nel Mediterraneo dove non si troverebbe una sorgente neanche con la bacchetta da rabdomante. Ho un amore viscerale per i maltesi, che reputo una popolazione a noi affine, ma molto più sveglia, intraprendente e, soprattutto, pratica. Infatti, in mancanza di acqua e avendo necessità di grandi quantità idriche per sviluppare il turismo (che ormai è presente dodici mesi all’anno), cosa hanno fatto i maltesi? Nulla di più semplice: hanno costruito una serie di potentissimi dissalatori tutti intorno all’isola, assicurando l’acqua per loro, per i due milioni di turisti all’anno e anche per imbottigliare la loro acqua ‘minerale’(oltre che per approvvigionare le crescenti attività industriali). Gela dispone di un dissalatore con vari moduli; il nuovo modulo, potentissimo, è in funzione da pochi mesi, e doveva risolvere i problemi di Gela e della fascia verso Agrigento una volta per tutte. Ma non è così, perché vi sono sempre guasti agli impianti, e perché la rete idrica è ormai ridotta ad un vero e proprio colabrodo.
La crescita economica di Gela deve necessariamente fare i conti con una distribuzione idrica che sia efficiente e continua: l’acqua è necessaria per l’agricoltura, per l’industria, per gli usi civili; non è pensabile lo sviluppo del turismo senza una efficiente distribuzione idrica. Oltretutto, la poca acqua che esce dalle condutture non è neanche potabile e non potrebbe essere utilizzata dai cittadini, che però la pagano per potabile. Ma questo è un altro discorso, su cui torneremo a trattare.
Intanto, è necessario che si inizi una grande battaglia cittadina sulla qualità dei servizi. Altrimenti parole come industria, turismo, sviluppo, saranno solo parole gettate al vento. Come sempre.


Autore : Giulio Cordaro

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