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notizia del 11/11/2012 messa in rete alle 00:00:56
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Andiamo a lezioni nel Ragusano per porto, aeroporto e Fiera Emaia
Come ogni anno la città di Vittoria ha rinnovato il tradizionale appuntamento con la Fiera Emaia Campionaria Nazionale, legata alla festa di San Martino. Giunta alla 46° edizione, la novembrina delle quattro edizioni di Fiera Emaia che si svolgono durante l’anno, ha aperto i battenti dal 3 all’11 novembre ed è quella che meglio rappresenta la vivacità e l’intraprendenza della città ipparina. La cittadella fieristica con i suoi 38.000 mq, ricavati in maniera permanente dall’ex campo di concentramento, si è riproposta in salute più che mai nel segno della tradizione e dell’innovazione. Presenti trecento espositori appartenenti al mondo della nautica, dell’auto, della meccanica agricola, dell'enogastronomia,
dell’arredamento casa e giardino, senza trascurare l’abbigliamento e il fitness. La Campionaria costituisce il fiore all’occhiello dell’economia della provincia di Ragusa, diventando una delle più importanti fiere del meridione e principale polo di attrazione per l’imprenditoria siciliana, a fronte di colossi fieristici come la Fiera del Mediterraneo di Palermo e quella di Messina, orma da tempo defunte.
«Il segreto della longevità di questa manifestazione divenuta Polo fieristico del Mediterraneo – ha dichiarato Angelo Fraschilla (nel riquadro accanto al titolo), direttore della Fiera Emaia – è l’applicazione di nuove metodologie di marketing che hanno consentito la crescita in termini numerici sia degli espositori che dei visitatori. Un’altra strategia è l’ingresso gratuito e la disponibilità di un ampio parcheggio. Le novità di quest’anno – ha continuato il direttore - riguardano la messa a disposizione di un bus navetta e di un trenino che parte dalla stazione per permettere lo spostamento dei visitatori, e la creazione di un punto ristoro all’interno della fiera, per evitare che la gente stazioni fuori l’area fieristica».
Quest’anno il comune di Vittoria ha firmato un protocollo di intesa con la fiera di Malta per l’internazionalizzazione dell’evento verso il sud del bacino del mediterraneo.
«Un’ulteriore protocollo di intesa – ha commentato Angelo Fraschilla – è stato siglato con il comune di Niscemi e quello di Gela, per consentire ad un numero consistente di imprenditori di esporre all’interno dello spazio fieristico, questo rappresenta un’occasione di sviluppo e promozione per le imprese presenti nel territorio».
La Fiera Emaia, attrae ogni anno migliaia e migliaia di visitatori provenienti da ogni parte della Sicilia orientale, riuscendo a creare una fidelizzazione in modo particolare con i cittadini gelesi che, ad ogni appuntamento con l’evento fieristico, accorrono in massa, colmando quel vuoto di intrattenimento e di svago che regna nella nostra città. In realtà la Fiera Emaia rappresenta una delle tante occasioni per riflettere su quanto Vittoria, con la sua provincia, e Gela siano vicine geograficamente ma distanti per vitalità culturale ed economica. La Fiera campionaria di Gela, organizzata e gestita dal Consorzio Eracleo, nata alla fine degli anni ’90 ha avuto la durata di un lustro. Situata in uno spazio forzato, che all’inizio era quello della stazione centrale e poi parte dell’area appartenente all’Asi, ha incontrato come principale difficoltà quella di una totale mancanza di uno spazio attrezzato che, come ha asserito l’Arch. Emanuele Tuccio ex componente del Consozio Eracleo richiedeva in ogni edizione l’acquisizione delle autorizzazioni principali. Inoltre tale esperienza, nonostante il sogno di qualche imprenditore e qualche professionista, non ha mai portato alla nascita di un vero e proprio Ente Fiera.
A tale evento fieristico si sono succeduti alcuni appuntamenti con Gela Expò, organizzati da Medifieri, ma non vi è stata mai una continuità da far diventare la manifestazione una preziosa vetrina capace di far brillare le esperienze produttive degli imprenditori del sud. Del resto la nostra città è abituata a stare a guardare la provincia iblea tracciare il sentiero di sviluppo a cominciare dalla creazione del porto turistico a Marina di Ragusa, inaugurato nel 2009, che con i suoi mille posti barca rappresenta una realizzazione di project financing, segno della fiducia e dell’attenzione degli investitori privati per le prospettive di sviluppo del territorio ragusano. E pensare che a Gela nell’87 l’on. Salvatore Placenti aveva dichiarato di poter stanziare 150 miliardi di lire per la realizzazione del porto commerciale, a ciò però non è mai seguito un vero e proprio progetto esecutivo. È notizia inoltre di questi giorni che la Banca Agricola popolare di Ragusa abbia concesso la fideiussione necessaria alla convenzione con l’Enav per garantire i servizi della torre di controllo dell’aeroporto di Comiso.
Sembra che adesso non ci siano più intoppi per accelerare l’iter di apertura del Magliocco. A Gela non esistono infrastrutture e viene chiamato Porto Rifugio un attracco solo per piccole imbarcazioni, dato che il suo pescaggio non supera nemmeno i 2 metri. Il progetto per la costruzione del porto commerciale di Gela, è stato abbandonato e i relativi fondi strutturali per il finanziamento di infrastrutture di trasporto e dei porti marittimi sono stati utilizzati per ammodernare l’autostrada Palermo-Messina e la strada Gela-Catania. Oltre alla mancanza di apertura verso gli investimenti privati, ciò che manca, sia per una crescita economica che per quella culturale è il lavoro sinergico, il mettere a disposizione la propria competenza per raggiungere un obiettivo comune. Questa è la strategia che, come ha asserito Angelo Fraschilla, è stata applicata per la crescita della Fiera Emaia e che dovrebbe essere applicata in ogni settore. Del resto anche dal punto di vista culturale la provincia di Ragusa è diventata per noi gelesi un punto di riferimento. Dal cinema multisala al teatro, dal jazz festival alle mostre organizzate all’ Ex centrale antica Enel trasformata in sala espositiva permanente Mazzone, che ha ospitato le opere dei migliori artisti contemporanei, non è raro trovare nella vicina città iblea nostri concittadini che cercano un appagamento culturale che a Gela non è sempre facile trovare.
Autore : Filippa Antinoro
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