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notizia del 11/09/2010 messa in rete alle 23:53:16
Dopo condanne e sequestri, la mafia gelese non molla Genova
Caci, La Rosa, Emmanuello, Fiandaca, cognomi tipici dell'area nissena, collegati ad appartenenze criminali scoperte nel corso degli anni dalla magistratura, “oggi-secondo l'associazione “Casa della Legalità e della Cultura”-dominano nei vicoli genovesi, zona prescelta allo scopo di continuare a gestire ricchi business, dallo spaccio di stupefacenti alla prostituzione”.
Sentenze e confische non hanno ridotto l'incidenza dei gruppi gelesi e riesini, sempre in prima fila nell'amministrazione dei mercati paralleli.
Il caso eclatante è quello del gelese Rosario Caci, presente nella zona ricompresa tra Liguria e Piemonte dai primi anni '80, condannato per traffico di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione e associazione a delinquere di stampo mafioso, e destinatario di un provvedimento di confisca, risalente al 2005, di tre bassi ed un appartamento nel pieno centro storico del capoluogo ligure.
Le decisioni emesse ai suoi danni nel corso del tempo, per ultima quella che ha disposto la confisca degli immobili genovesi, lo descrivono come “rappresentante in Liguria degli interessi del clan Emmanuello di Gela ed appartenente ad un'organizzazione dedita allo spaccio di eroina, prima come semplice venditore al dettaglio e poi come responsabile delle riscossioni finanziarie”.
L'intervento della magistratura, però, non gli impedì di rioccupare i beni confiscati: dopo una lunga trattativa, Caci ottenne la possibilità di soggiornare all'interno di un albergo cittadino a spese del comune di Genova, per poi trasferirsi in un alloggio popolare. Al momento, insieme alla moglie, si trova nuovamente ristretto in una cella del carcere di “Marassi”: le accuse, questa volta, vanno dall'usura allo sfruttamento della prostituzione.
Intanto, un cascinale di sua proprietà, ricavato a Bosco Marengo in provincia di Alessandria, è da poco passato alla gestione di “Libera”, organizzazione assai attiva nel contrasto alle mafie.
“Rosario Caci – aggiungono gli esponenti dell'associazione “Casa della Legalità e della Cultura” – non è il solo a spadroneggiare nei vicoli genovesi, a lui si sommano le famiglie La Rosa e Fiandaca, senza trascurare l'autorità dimostrata da Salvatore Cacciatore e Gaetano La Iacona”.
Le denunce, confermate da molte sentenze definitive, confermano che a Genova la mafia, gelese e non solo, è un'entità da non sottovalutare, tutt'altro.
Autore : Rosario Cauchi
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