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notizia del 11/09/2010 messa in rete alle 23:44:04
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Abusivismo edilizio in crescita
Le costruzioni abusive a Gela non sono un ricordo di tempi andati, tutt'altro. Gli edifici, spesso anche molto grandi, realizzati in assenza di qualsiasi autorizzazione continuano a frastagliare il perimetro urbano della città. Il dato arriva dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela, nel corso di una conferenza stampa.
Dallo scorso anno, sono in totale 338 i procedimenti iscritti generati da accuse di costruzione abusiva. Sono invece 168 le sentenze e-messe nel 2009 dai giudici del Tribunale gelese, a fronte delle 104 pronunciate nei primi otto mesi del 2010. Solo lo scorso anno, i sequestri di immobili abusivi, inoltre, sono stati 192.
Numeri che sintetizzano una realtà ancora in piedi nonostante la severità dimostrata dai giudici.
«La magistratura – ha detto il Procuratore della Repubblica di Gela Lucia Lotti (nella foto) – continua a fare il suo dovere, senza trascurare l'azione della polizia municipale, dei carabinieri e della guardia di finanza, infatti tra il 2009 ed il 2010 sono stati eseguiti ben 366 sequestri». E aggiunge: «Ma la repressione non basta. Occorre superare convinzioni sociali sbagliate; non è possibile nascondere dietro presunte impossibilità economiche l'avvio di cantieri che mettono in pericolo l'incolumità di chi vi opera».
I magistrati in forza alla Procura della Repubblica di Gela sono convinti che l'incidenza, mai del tutto domata, del fenomeno si spieghi con l'esistenza di un vero e proprio mercato edilizio parallelo, gestito e controllato da gruppi vicini alla criminalità organizzata locale.
Non a caso, nelle scorse settimane si è proceduto al sequestro di molti documenti in possesso di alcune aziende locali, operanti nel settore delle costruzioni, del movimento terra e della produzione di calcestruzzo.
Gela, così, si conferma patria di un sommerso che trova terreno fertile tra i cantieri sparsi per la città.
Nel corso della conferenza stampa, Lucia Lotti non ha mancato di indicare alcune costanti riscontrate durante lo svolgimento di innumerevoli indagini in materia.
Si giunge, addirittura, alla realizzazione dello scheletro in cemento di un immobile di due piani in appena 20 giorni: i costi sono attenuati dall'utilizzo di manodopera in nero, nessun contratto e nessuna misura di sicurezza applicata.
L'informalità diventa predominante nell'intera filiera, con le imprese di costruzione che risparmiano facendo lavorare operai non contrattualizzati e quelle che forniscono le materie prime non versando l'Iva.
Tutti fattori che danneggiano, inevitabilmente, le imprese che decidono di lavorare nell'assoluta osservanza delle norme di legge, costrette ad applicare tariffe e prezzi superiori.
Autore : Rosario Cauchi
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