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notizia del 24/01/2003 messa in rete alle 23:36:21
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Un convegno Cgil sulla legalità per dare risposte ai cittadini
Lo avevano annunciato ad inizio d’anno e anticipando i tempi il sindacato Cgil ha indetto un convegno per dire che nella nostra città c’è grande voglia di sicurezza, diritti e legalità.
“Oggi più che mai – era scritto in documento consegnato alla stampa – il territorio ha bisogno di politiche di prevenzione e che si diffonda sempre più la cultura della legalità facendo prendere coscienza a tutti i cittadini che la battaglia per il lavoro è legata al quella per il ripristino della legalità. Avere un territorio libero è un valore aggiunto di cui tutti ne potranno beneficiare”. Per avere alcune anticipazioni sui contenuti del convegno abbiamo posto alcune domande al segretario della Cgil Scicolone.
Il perchè del convegno sulla legalità lo spiega il segretario della Cgil, Emanuele Scicolone (nella foto).
– Scicolone, mai come ora sono attuali le richieste della certezza dei diritti e della legalità. Però va detto che non è da oggi che se ne parla. Si sono fatte anche manifestazioni di piazza, giornate con presenze autorevoli di personalità istituzionali. Ma come mai questi valori sono rimasti lettera morta. Perché questo convegno? Quale il senso?
"Il senso è quello di dare tante risposte alle domande che tanti cittadini in questi anni continuano a porre alla società civile e al sindacato. Il dato è che in questi anni non abbiamo ottenuti risultati significativi sul versante della legalità e della sicurezza. Basti pensare che gli attentati, le intimidazioni continuano come nulla fosse. Siamo di fronte ad un degrado irreversibile o c’è una via d’uscita come noi crediamo? Noi abbiamo individuato un percorso e nel convegno ne tracceremo il percorso. E’ necessaria una forte unità ed un lavoro di sinergia tra tutte le forze politiche e sociali che operano nel territorio collaborando con le forze dell’ordine per dare una risposta forte a questo fenomeno diventato insostenibile".
– Non pensa che ci sia un certo sfilacciamento tra società civile e classe dirigente?
"Concordo con lei. E’ sempre più evidente che il cittadino non crede alla istituzioni e il distacco si va facendo sempre più marcato. E’ questo un dato preoccupante. Fatto ancor più grave: la classe politica non aiuta ad accorciare tale distacco. I comportamenti passati e recenti ci dimostrano come siano di esempio negativo per i cittadini. Credo che bisogna partire da qui. La situazione di degrado che ha raggiunto la nostra città non possiamo addebitarla a chissà chi. Ma a questa classe dirigente che ha governato e che ora governa su Gela. Se non vinceremo la battaglia della legalità saremo tutti sconfitti".
– Perchè questa iniziativa non rimanga un fatto interno alla Cgil o una semplice esercitazione mentale di una giornata, cosa farete?
"Noi riteniamo che questo fenomeno vada affrontato su due terreni: repressione ed educazione alla legalità. Bisogna partire dai giovani verso i quali noi ci indirizziamo. Riteniamo che a Gela debba essere assunta la decisione che nelle scuole di ogni ordine e grado si debba inserire una nuova materia per un’ora la settimana ossia l’educazione alla legalità. Sbagliano coloro che affermano esserci a Gela quattro ragazzini straccioni dediti a fare taglieggiamenti per pagare gli avvocati. Qui c’è la mafia, c’è la criminalità che è dentro una organizzazione generale in Sicilia. Il nostro territorio è fortemente controllato e per il semplice fatto che no ci siano più i morti ammazzati la mafia se ne sia andata. Anzi dobbiamo registrare un salto di qualità perché dopo avere di fatto controllato il territorio stanno alzando il tiro verso quei presidi di democrazia che contrastano: ossia i movimenti, le scuole, le associazioni. Da lì viene il risveglio delle coscienze. Io credo che ci siano le condizioni per vincere questa battaglia".
– Il sindacato cosa dice alle forze politiche pur nel rispetto dei ruoli?
"Le nostre proposte le faremo al convegno. Voglio semplicemente dire che dovremmo fare prevalere assunzione di responsabilità. Ci sono in giro tanti protocolli sottoscritti che rimangono scritti e non applicati. Ora dovremmo tutti assumerci le proprie responsabilità ciascuno per il proprio ruolo per avviare e ridare fiducia ai cittadini che le cose possono cambiare. E’ vero che il pesce puzza dalla testa. E la classe dirigente deve interrogarsi e coerente. Non predicare semplicemente".
– Come mai la Cgil ha invitato il vescovo?
"Intanto do atto che le parrocchie costituiscono un presidio importante in quanto svolgono un’attività insostituibile. Il vescovo lo abbiamo invitato perché la chiesa va coinvolta in maniera diretta in un progetto dove sarà attore principale. Non possiamo disconoscere che la Chiesa ha un ruolo fondamentale nella guerra alla mafia. Lo abbiamo sentito dalla voce del vescovo che invita alla coerenza i credenti per lottare contro la mafia che ha definito il Sinodo ‘la nuova forma di schiavitù delle coscienze e del territorio’. Sono contento anche come cattolico di avere la presenza del vescovo che so persona sensibile e sono certo che il convegno ne sarà arricchito per questa partecipazione".
Autore : Nello Lombardo
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