|
notizia del 05/12/2008 messa in rete alle 23:34:00
Per un nuova politica ambientale la Provincia pronta a scendere in campo
Gela necessita di una seria politica ambientale: è quanto emerge dagli interventi al convegno sul tema «Bonifica dei siti industriali» tenutosi Sabato 29 novembre presso la sede del Consorzio Asi ed organizzato dall’associazione “Giovani per la Sicilia” con la collaborazione dell’Asiat Sicilia. Ne è convinto il presidente della Provincia di Caltanissetta on. Pino Federico, fra gli intervenuti, che non esita a definire quella ambientale come una problematica da affrontare senza risparmiarsi ma anche senza manie di persecuzione: “non siamo contro nessuno, ma in strenua difesa di Gela”. Federico punta l’indice su quella che chiama Piana Enimed, con zone da tempo dismesse ma mai bonificate: “sono iniziate le messe in sicurezza ma sulla bonifica non ci siamo”. Recuperare, reinvestire e, quindi, diversificare l’offerta produttivo-occupazionale è l’obiettivo a cui si deve tendere altrimenti, prosegue l’on. Federico, il sistema economico locale è destinato a collassare: “basta con le emergenze, occorre pianificare il recupero del territorio, partire con le bonifiche ed accelerare i tempi”. Il presidente Federico considera necessaria un’attenzione maggiore sulla questione del Pet-Coke e torna a ribadire come sui vincoli Sic e Zps sia estremamente consigliabile un’attenta riflessione in vista dello slancio economico di Gela e dell’intero comprensorio.
Sulla tempistica insiste anche l’assessore all’Ambiente e Territorio della Regione Sicilia on. Pippo Sorbello che, con il suo intervento, ha chiuso il convegno: “bisogna superare questa fase di stallo ed è possibile solo con un tavolo tecnico e di concertazione con Ministero, Regione, Enti locali e tutte le associazioni a qualsiasi titolo interessate, per avere un percorso certo”. Bonificare significa non solo eco-compatibilità, ma anche nuovi investimenti e nuova linfa economica; sul punto l’assessore regionale è categorico: “se non c’è svincolo dell’area bonificata, non ci possono essere autorizzazioni ad investire, per cui è necessario anticipare i tempi e capire chi vuole restare o andare via”; per poi ammonire la platea sul fatto che ci sono altre “realtà più povere il cui costo ambientale è paragonabile a quello italiano durante gli anni ’50” e quindi più allettanti sotto il profilo industriale e non è un caso che nel nostro paese ci sia stato “un vuoto legislativo sul tema ambientale che va dagli anni ’50 agli anni ’80” tant’è che “non sappiamo cosa sia veramente successo in quanto ad inquinamento durante questo trentennio”, senza considerare che “Milazzo, Siracusa e Gela sono ufficialmente a rischio ambientale dal ’90 ma da allora anziché registrare obiettivi raggiunti, ci sono stati solo contenziosi: è assurdo che l’Eni, il cui socio maggioritario è il Governo, entri in contenzioso con il ministro dell’Ambiente”. Secondo Sorbello “l’Eni deve avere più rispetto verso le direttive ministeriali intese a non abbassare la guardia sui pericoli dell’inquinamento” ed in ogni caso “c’è una base di partenza come l’accordo di programma di Priolo”.
In precedenza, l’assessore al Territorio e Ambiente della Provincia, ing. Franco Giudice, non aveva lesinato critiche all’inerzia dello stabilimento sito in contrada Piana del Signore: “deve fare tutto per iniziare le bonifiche e se ci sono nuove tecnologie sul trattamento del Pet-Coke, deve utilizzarle anche da noi”. Giudice ha assicurato che la Provincia estenderà l’attenzione “anche ai terreni confinanti il perimetro dello stabilimento” e garantirà “un monitoraggio continuo sull’intero territorio con tecnologie innovative, vedi centraline idonee a rilevare le polvere sottili” nonchè “richiederà che i rilevatori vengano insediati anche sui camini”. La Provincia ha già realizzato centri di ricerca tanto nel capoluogo quanto a Gela, al fine di rilevare ed esaminare tutti gli agenti inquinanti, attenzionando la scongiurata eventualità che sia interessato il ciclo alimentare.
Prima di lui, il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Caltanissetta, ing. Aldo Altamore, si era già espresso senza mezzi termini. “Dal ’60 il destino di Gela è legato a quello del Petrolchimico il quale, a tutt’oggi, ha generato un disastro ambientale”. Altamore ha opportunamente ricorda che una qualsiasi ipotesi di bonifica consiglia “un apporto multidisciplinare specie nell’individuare i parametri ed avere un quadro il più completo ed il più attendibile possibile relativamente all’intervento da operare”.
Nella prima parte si è assistito ad una panoramica scientifica, inevitabilmente per larghi tratti accademica, degli aspetti indissolubilmente legati al tema oggetto della conferenza. Gli esponenti dell’Associazione ingegneri ambiente e territorio di Sicilia, hanno relazionato sui diversi approcci disciplinari al tema, dall’impatto ambientale di un sito industriale (ing. Angela Taibi) alla disciplina legislativa di merito (Ing.Maria Bruno), fino alle tecnologie di messa in sicurezza e bonifica passate in rassegna (ing.Mancini, responsabile del gruppo di lavoro “Rifiuti e Bonifiche”).
Interesse in platea allorquando sono state affrontate le diverse tipologie di “Barriere reattive e non”, vale a dire di decontaminazione o di semplice contenimento della falda acquifera inquinata, per il chiaro collegamento alla vicenda e relativa polemica recentemente riesplosa in città nei confronti del petrolchimico, a cui abbiamo dato il meritato spazio nei numeri scorsi del giornale. Peccato che il dibattito post convegno, in programma, alla fine non ci sia stato: un’occasione persa. Va aggiunto, per completezza d’informazione, che l’assessore al Mare e Territorio del Comune di Gela, dott. Giuseppe Fava, ha declinato all’ultimo momento l’invito, sostituito dall’assessore all’Ecologia, dott. Enrico Vella, che s’è limitato ad esporre i diversi momenti in cui l’amministrazione comunale s’è battuta in difesa del territorio e dell’ambiente.
In definitiva, a prescindere dai toni e dalle posizioni, dal convegno è emerso che anche sul tema della bonifica, come su altri, non esistono formule magiche. Bisogna procedere caso per caso e, tuttavia, i tempi di risanamento sono variabili in base alle tecnologia utilizzate: quindi è più che mai utile, fra le differenti priorità, provare a discernere tra potenziali vantaggi e potenziali svantaggi, senza abbandonarsi alla facile demagogia. Un cenno lo meritano, in conclusione, il presidente Giovanni Scicolone e la sua associazione “Giovani per la Sicilia”, costituitasi solo nel luglio di quest’anno e già capace di organizzare il convegno con la perizia e la dimestichezza a cui solitamente ci hanno abituato solo associazioni ben più esperte: complimenti dovuti.
Autore : Filippo Guzzardi
» Altri articoli di Filippo Guzzardi
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|