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notizia del 26/03/2010 messa in rete alle 23:22:03
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La “giunta della legalità” ha toppato sul... Tribunale
Era un’afosa giornata di agosto, lo scorso anno. Mentre i (pochi) turisti, i giovani sfaccendati e qualche famiglia a carico dell’Inps cercavano refrigerio nelle fresche acque del mare di Gela, in Via Generale Cascino le falangi della legalità, immuni da qualunque desiderio di riposo estivo, mettevano a segno un importante successo nella lotta contro il malaffare, l’abusivismo, l’illegalità ormai imperante in città.
C’erano tutti a presenziare al grande evento. Le forze dell’ordine, ma anche il fior fiore della Polizia Municipale, qualche amministratore, tutti a supporto del vicesindaco Elisa Nuara, baluardo della trasparenza civica. C’era anche il “sindaco antimafia” Saro Crocetta, ormai eurodeputato, che per nulla al mondo avrebbe perso la partecipazione ad un simile evento.
Le ruspe, dinanzi all’occhio vigile del Vigili (e dei campioni della legalità) hanno abbattuto velocemente un fabbricato, di proprietà della famiglia Calafiore, considerato abusivo dall’Amministrazione, e che, soprattutto, impediva di completare il piazzale del costruendo Tribunale, altro baluardo della legalità situato, chissà perché, in zona ad alto rischio ambientale. In poche ore giustizia è stata fatta, gli organi di stampa hanno registrato i soddisfatti e roboanti bla-bla delle “autorità” presenti e si è scritta finalmente un’altra eroica pagina di legalità nella storia di Gela.
A distanza di sette mesi, il 10 marzo scorso, il TAR di Palermo accoglie i ricorsi nel frattempo avanzati dalla famiglia Calafiore. Cosa stabilisce il TAR? Annulla il provvedimento con cui il Comune di Gela aveva negato la sanatoria edilizia al fabbricato demolito (in pratica l’immobile era da considerarsi regolare e non abusivo). Poi ha annullato, a cascata, tutti i provvedimenti con cui il Comune si è immesso nel possesso del fabbricato e lo ha demolito. Infine, dispone di restituire alla famiglia Calafiore l’area illecitamente espropriata e di rimborsare i danni relativi, tra i quali anche la mancata riscossione del canone di locazione da agosto 2009 in poi.
Mercoledì mattina, previa diffida inviata al Comune, la famiglia Calafiore si è presentata in Via Generale Cascino per riprendere il possesso dell’area, ma stavolta non c’erano “autorità”, non c’era il Commissario del Comune, né alcun dirigente: solo qualche vigile urbano mandato lì per controllare la situazione.
La giustizia, ovviamente, seguirà il suo corso, e la famiglia Calafiore, sulla base della sentenza del TAR, probabilmente otterrà i dovuti risarcimenti. Ma pensieri strani si affollano nella mia mente. Ma come? L’amministrazione della legalità, famosa in tutta Italia e anche oltre confine, quella della lotta alla mafia, all’abusivismo, eccetera, ha commesso un atto palesemente illegale? Se non fosse che Crocetta era ed è comunista potrei pensare che al TAR ci siano giudici “rossi e politicizzati”, come dice il buon Silvio. Ma non è così. Si tratta di giudici preparati e scevri da ogni considerazione che non sia quella della legalità, per cui sono chiamati a decidere. E hanno stabilito che il Comune di Gela ha commesso parecchi atti illegali, illegittimi, abusivi.
Per me è la caduta di un mito. Vabbè, Crocetta e compagni hanno lasciato il Comune senza un euro per pagare stipendi e fornitori, non ci sono fondi per le scuole, per l’assistenza, per le manutenzioni.
Vabbè, hanno fatto trovare centinaia di migliaia di euro di debiti fuori bilancio per contributi regalati a pioggia ad associazioni spesso costituite qualche giorno prima di presentare istanza di contributo ( e i contributi sono stati liquidati senza i dovuti rendiconti).
Vabbè, sono stati remissivi di fronte alla Raffineria e se ne sono strafregati della disoccupazione e della lenta agonia del tessuto produttivo della città. Ma volete mettere la gioiosa macchina da guerra contro l’illegalità e la mafia, che giornalmente ci apriva il cuore alla speranza (condita ogni tanto da qualche falso attentato a Crocetta, come nel caso di La Rosa e Trubia, che a tutto pensavano tranne che al Sindaco)? E’ caduto tutto, l’amministrazione Crocetta è scesa nel girone infernale dell’illegalità.
Dunque il Comune dovrà risarcire – dice il TAR – la famiglia Calafiore. A spese di chi? Dei cittadini? E che colpa ne abbiamo noi se l’amministrazione ha fatto una minchiata?
Auguriamoci quindi che intervenga la Corte dei Conti, perché, personalmente, non ho alcuna intenzione di pagare per gli errori degli altri, e credo che tutti siano d’accordo con me. La responsabilità di chi amministra, così come avviene nelle società private, deve essere chiara: non si può dire “tanto poi paga il Comune”. Gli amministratori delle società di capitali rispondono ai soci, i pubblici amministratori devono rispondere ai cittadini dell’uso che fanno del denaro pubblico.
Credo che finora l’amministrazione Crocetta si sia salvata grazie alla Procura del Tribunale di Gela. Non perché non ci siano magistrati capaci, anzi. Ma solo perché sono pochi, e la carenza di magistrati fa sì che non possano approfondire in modo adeguato le indagini sul fiume di denaro pubblico che è stato sperperato negli ultimi anni.
E per favore, quando parlate dell’amministrazione Crocetta, non chiamatela più “della legalità”: non lo merita affatto.
Autore : Giulio Cordaro
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