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Corriere di Gela | La ludoteca della solidarietà
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notizia del 24/01/2003 messa in rete alle 23:22:14
La ludoteca della solidarietà

In men che non si dica hanno rimesso tutto in ordine, ripulito i locali e riaperto la Ludoteca che era stata visitata dai vandali. Fatto increscioso, uno dei tanti che accadono da qualche tempo a questa parte nella nostra città. Non passa giorno, che da parte di Enti, associazioni, scuole, Istituzioni si fa appello al diritto, alla sicurezza ed alla legalità, ma i fatti criminosi che si susseguono con ritmo incalzante quasi giornaliero fanno pensare ad una città invivibile dove estirpare il malaffare ed il fenomeno del vandalismo sembra tanto difficile se non impossibile. Ma gli atti di solidarietà e di partecipazione che si sono registrati mercoledì scorso nei riguardi dell’Associazione Arci “Le nuvole”, la sua coordinatrice Luciana Carfì e la ludoteca dei bambini, sono la prova che tutta la società civile e le autorità vogliono che la legalità e gli stessi presidi dove essa alberga continuino nel loro lavoro nonostante ci sia stata una breve battuta di arresto. I bambini erano in festa. Cantavano, manifestavano la loro gioia perché la ludoteca aveva riaperto i battenti e con loro c’erano tantissimi ospiti come il sindaco Scaglione, il presidente della Provincia Collura, numerosi amministratori comunali, il sindacato, rappresentanti scolastici e numerose associazioni di volontariato.

Chi ha maggiormente sofferto per l’increscioso episodio è stata la coordinatrice di “Arci Le nuvole” Luciana Carfì che – come lei stessa ci ha dichiarato – mentre qualche giorno fa si sentiva sola ora gioisce per essere circondata da tanta solidarietà.
– Luciana, come e perché nasce l’idea di questa Ludoteca?
"Nasce nel 1994. Nel corso di una riunione del circolo‘Arci Le nuvole’, da poco costituito, affrontavamo le questioni legate alle tematiche all’infanzia, ai giovani e da lì nacque l’idea di pensare ad un progetto rivolto ai bambini e cominciare a costruire un percorso di cambiamento. Dopo un intenso lavoro abbiamo presentato questo progetto all’amministrazione comunale inaugurandolo in occasione dell’arrivo a Gela della Carovana antimafia. Il quartiere d’inserimento allora era Caposoprano. La ludoteca è il pezzo forte di questo nostro lavoro perché ha rappresentato una grande scommessa per dimostrare che in una città come Gela era possibile costruire luoghi di cittadinanza attiva, spazi per costruire comunità solidale. Forte solidarietà, grande entusiasmo perché lavorare con i bambini è fantastico. Loro ti guardano e nello sguardo che ti rivolgono chiedono di essere ascoltati e di essere protagonisti".
– A chi dà fastidio questa associazione?
"E’ un pò la domanda che mi sono chiesta. Parlano i fatti: prendere la roba della ludoteca e buttarla fuori per noi ha un preciso significato. “Prendete tutto ed andatevene via”. Probabilmente in questi anni abbiamo lavorato bene ed i risultati cominciano a raccogliersi e sicuramente ciò dà fastidio a qualcuno. Non riesco a capire chi possa essere".
– Riesce difficile venirne a capo?
"Credo che non debba trattarsi degli stessi ragazzi che spesso passano le serate a distruggere. Inizialmente era questa la nostra idea. Ma poi molti elementi ci hanno indotto a pensare che ci sia una regia che vuole distruggere tutto ciò che in questi anni è stato costruito. Noi portiamo avanti progetti sulla legalità, per il reinserimento sociale dei giovani a rischio di reclutamento. Abbiamo costruito questa grande esperienza della ludoteca, unica nella provincia di Catanissetta. Come noi, vengono colpite le scuole che sono luogo di crescita culturale. E’ chiaro che c’è un piano per mettere alla porta le persone che vogliono restituire a questa città il giusto volto".

– Cosa la spinge ad avvicinarsi al mondo dei bambini? Cosa scorgi leggendo nei loro occhi?
"I bambini sono autentici, sinceri. Quando si rivolgono a te non hanno cose semplici per la testa. Chi mette al centro dei propri progetti i bambini, costruisce una società a misura di uomo. Se riusciamo a costruire una società a misura di bambino, avremo costruito una società per gli adulti, gli anziani, che abbia rispetto di tutti quei soggetti che costituiscono una comunità. Sono i bambini la grande risorsa del nostro tempo".
– Oggi c’è grande festa qui alla ludoteca, forte partecipazione e solidarietà come si sente?
"Oggi sento vicino a me tantissime persone. L’altro ieri mi sono sentita molto sola per le risposte che non arrivavano. Voglio pensare che ci sia stata un po’ di confusione come accade quando si vuole amministrare una città. Non voglio pensare che il fatto di essere un’associazione di sinistra possa penalizzarci. Io sono orgogliosa di essere di sinistra".

Il sindaco Scaglione è venuto per portare il suo contributo di solidarietà agli operatori della ludoteca.
"Molto di più che un atto di solidarietà. Voglio contribuire a mettere un po’ di ordine al danno provocato".
– Un’associazione di questo tipo non pensa che vada messa nelle condizioni di operare nel migliore dei modi e di essere aiutata senza indugio?
"Qualunque tipo di associazione che dà servizi ai cittadini va sostenuta ed è quello che faccio normalmente. Se qualcuno ha fatto spuntare il problema, lo ha fatto in maniera speciosa. Noi abbiamo una convezione con l’Arci, per quanto riguarda la Ludoteca, e che intendo rinnovare. Ove la quota che viene versata fosse insufficiente per mettere in ordine la ludoteca, io sono disposto su loro richiesta, andare a vedere di aumentarla".
– Per questi atti riprovevoli accaduti, a suo giudizio esiste una regia unica?
"Non so se ci sia una regia comune. Non vedo dei collegamenti tra gli atti vandalici in genere come quelli accaduti alle scuole e ciò che si è verificato alla ludoteca. Non vedo una preordinazione né una regia ben architettata. Purtroppo a mio avviso si è agito per il semplice piacere di danneggiare. E’ una cultura che in questa città stenta a cambiare. Speriamo che con gli interventi che si stanno per andare a fare sulla sicurezza, possa incominciare a cambiare qualcosa. Un grosso lavoro va fatto nelle scuole, ma anche presso le famiglie dove convergerà il progetto per la sicurezza finanziato dal Ministero degli Interni".

Anche il presidente della Provincia Filippo Collura porta la sua testimonianza di solidarietà.
"Un atto di solidarietà sicuramente ma anche per esprimere una condanna per questo vile gesto. La Provincia si sente particolarmente colpita e coinvolta da questa vigliaccata nei riguardi della ludoteca perché aveva in corso con Arci Le nuvole un progetto che doveva completarsi entro aprile su cui avevamo investito 100 milioni ed il progetto Agorà destinato alle fasce dei bambini più piccoli che sarebbe partito di lì a poco. Ma non ci fermeremo, chiameremo a raccolta tutta la società civile perché reagisca con forza a questi gesti riprovevoli che vengono perpetrati ai danni di Enti di volontariato, o di Istituti scolastici. Proprio questi sono i luoghi che dovrebbero essere sacri perché qui si formano le coscienze dei nostri ragazzi che crescono e speriamo che crescano con una coscienza civile che sia contraria ad ogni forma violenza, alla criminalità organizzata".
– Ieri Luciana Carfì si sentiva sola. Oggi respira e guarda con fiducia al futuro di questa associazione. Tutta questa solidarietà è un buon segno?
"Si. È un buon segno per Luciana e per tutta la società per bene. La Provincia ha subito esternato la propria solidarietà e siamo qui a testimoniare che nessuna associazione di volontariato colpita può rimanere sola in una società democratica e civile".

– Padre Petralia, giornata di festa oggi qui alla ludoteca riaperta?
"La presenza di diverse realtà come le numerose associazioni intervenute oggi, le scuole, la Chiesa, indica che c’è una volontà di impegnarsi per formare le coscienze al rispetto della legalità e della persona. C’è una società civile che s’impegna e lavora per questa città".
– Ogni qualvolta una associazione o una scuola s’impegna e traccia un percorso di legalità, succedono di questi fatti incresciosi. Esiste a suo giudizio una regia occulta che ne impedisce questo disegno?
"Spero proprio di no. Penso che siano atti isolati senza una concomitanza. Sono comunque fatti gravi che accadono e che testimoniano l’esistenza di un malessere".
– Come rispondere ossia reagire a questo malessere?
"Innanzitutto attraverso i centri di aggregazione, la parrocchia, la scuola, la famiglia dove devono passare i messaggi di legalità".
(interviste di Nello Lombardo)


Autore : Eleonora Cerro

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